Montecatini Valdicecina, i corpi che non si trovano e lo strazio del paese della Protezione civile
Pompieri e sommozzatori hanno scandagliato lo Sterza, in azione i droni. Qui si tiene la festa del sistema degli enti che difendono il territorio
MONTECATINI VALDICECINA. Della nonna Sabine Kingbauer, 62 anni, e del nipote Noah Wagner, di appena tre mesi (è nato il 24 giugno) , non c’è traccia. I corpi non si trovano, eppure sembra di vedere quell’abbraccio fatale che li unirà per sempre. Ogni passo tra melma e detriti, con il rumore delle motoseghe e quello degli elicotteri dei soccorritori, riporta alla mente il dramma della famiglia arrivata da Monaco di Baviera per alcuni giorni di vacanza e l’amore di una nonna spaventata che stringe a sé il neonato temendo che quella sarà l’ultima volta. «Una grande tragedia – dice il sindaco di Montecatini Valdicecina Francesco Auriemma, tornato anche ieri sul luogo del dramma – ci sono state altre alluvioni, nessuna di questa portata. Non si registrava una pioggia così dal 1928».
Da due giorni i vigili del fuoco sono a La Gabella, cercano i corpi dei due dispersi, inghiottiti dalla furia dell’acqua che li ha trascinati via lunedì sera intorno alle 21, durante un’ondata di piena del fiume Sterza, che scorre tra le colline di Montecatini Valdicecina. Intorno alla casa di campagna con le pareti a pietra, immersa nel verde tra le colline e la Costa degli Etruschi, c’è uno scenario agghiacciante. Tronchi di alberi spezzati e trascinati come fossero piume, trattori capovolti, container inghiottiti dal fango. Ora che l’acqua si è ritirata restano solo dolore, rabbia e disperazione.
Niente potrà alleviare il senso di impotenza che i cittadini di questo paese, conosciuto anche per la tradizionale festa della Protezione civile che ogni anno d’estate si svolge proprio tra i boschi intorno allo Sterza, hanno provato al passaggio della piena. Lo spezzarsi scrosciante degli alberi falciati dalla forza dell’acqua torna nei ricordi di chi si è salvato e può raccontare cosa è successo nell’area del casolare e vicino al ponte lungo la strada provinciale 18, ora chiusa al traffico.
Il dolore
Un’altra giornata di angosciante attesa trascorre tra le ricerche e la prima ricostruzione dei fatti. Sono le due del pomeriggio quando i carabinieri accompagnano la famiglia di Monaco nel casolare che avevano affittato. «Devono prendere le loro cose, la casa non è sequestrata» si affrettano a spiegare. Tutto intorno ci sono squadre di vigili del fuoco, 16 quelle allertate da tutta la regione, oltre a una sessantina di volontari della Protezione civile. Lo strazio di chi è sopravvissuto e torna sul luogo della tragedia. Ci sono il padre di Noah, Alexander Wagner, 33 anni, la moglie Mona Kingabuer, 35 anni, e il nonno, Peter Kingabuer, 61 anni, l’unico della famiglia che quando l’acqua ha invaso la palazzina ha avuto la freddezza di salire al primo piano e lì è rimasto anche se terrorizzato, come ha raccontato ai carabinieri ancora sotto choc.
Il racconto
Frasi storpiate dal pianto raccolte dai carabinieri della compagnia di Volterra. Nonostante lo stato d’allerta giallo diramato dalla Regione, nessuno evidentemente aveva fatto i conti con la quantità di pioggia che poi in pochi minuti si è riversata nella campagna facendo straripare il fiume, portando distruzione e morte. La famiglia era in casa quando l’acqua ha circondato l’edificio. Dapprima sarebbero saliti al primo piano, dove ci sono una camera e un bagno. Ma poi, vedendo le inferriate alle finestre, sarebbe ancora di più aumentato il panico. Forse qualcuno è tornato al piano terreno, oppure non tutti sono riusciti a salire al primo piano. Il padre del bimbo è stato trovato a cento metri di distanza dalla casa. Con la moglie si era arrampicato sugli alberi. Testimoni raccontano delle loro grida disperate nella notte, alla ricerca della nonna e del bimbo. «Non si vedeva nulla – ripete Antonella Corbinelli, una delle prime a rendersi conto della tragedia – anche con le torce era impossibile cercare di fare qualcosa». Una delle due auto dei vacanzieri è rimasta vicino alla casa, attraversata dalla piena. L’altra, trascinata via per alcuni metri, è stata recuperata nel fiume, quella con il seggiolino del piccolo Noah, coperto di fango. È distrutta, con i vetri in frantumi, stritolata tra pietre e macerie.
Reazioni
«Era l’ora di cena quando ha cominciato a piovere forte – racconta Franca Tognoni, che abita accanto al bar alimentari andato distrutto – . L’acqua è arrivata con una violenza mai vista. Dove c’era l’area della festa non è rimasto nulla, avevamo tirato su un capannone per la legna ed è stato danneggiato, in casa l’acqua è entrata ovunque e ha distrutto quello che ha trovato. Ha spostato un bilico di 50 metri, tanto per far capire la sua forza». Lei ed altri cittadini per tutto il giorno hanno aiutato a sgomberare le macerie. È il momento di rimboccarsi le maniche e guardare avanti.
Otto milioni
Il sindaco Auriemma, dopo un confronto con la Protezione civile e la prefettura, ha reso nota una prima stima dei danni che si aggirano sugli 8 milioni di euro. «In consiglio comunale abbiamo osservato un minuto di silenzio per esprimere la nostra vicinanza alla famiglia colpita dalla tragedia. Per valutare le cause ci vorrà del tempo, ora le priorità sono le ricerche». Alla domanda se la macchina dei soccorsi sia stata attivata con celerità, il sindaco risponde: «Noi stessi abbiamo scritto messaggi sui social e contattato le famiglie quando abbiamo capito che era caduta una quantità di pioggia eccezionale. Tra Castagneto Carducci, San Vincenzo, Monteverdi Marittimo e Montecatini Valdicecina sono caduti fino a 226 mm di pioggia in 6 ore. Troppa per le capacità del territorio».