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Gkn, storia illuminante del nostro tempo. Ma la lotta continua

di Enzo Brogi*
Gkn, storia illuminante del nostro tempo. Ma la lotta continua

Cooperativa e azionariato popolare

23 settembre 2024
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Quella della Gkn è una delle storie industriali e sindacali più complesse ed illuminanti del nostro tempo. La proprietà vuole chiudere già da anni licenziando i dipendenti. Il collettivo operaio sta portando avanti un’assemblea permanente nello stabilimento e vuole far ripartire la produzione “dal basso”. Per farlo ha lanciato anche una campagna di azionariato popolare che sta avendo un significativo riscontro.

La nascita della cooperativa è stata una risposta alla mancanza di un vero piano industriale da parte della proprietà che ha rilevato l’azienda dal fondo Melrose. «Quando ci è sembrato evidente che l’imprenditore non avesse un piano industriale serio, abbiamo deciso di prendere in mano il futuro della nostra fabbrica», spiegano i rappresentanti sindacali. La cooperativa Gff è parte di un progetto di riconversione ecologica della produzione, in sintonia con il movimento internazionale per il clima.

La sigla Gff richiama infatti il Fridays for Future, ma al contempo vuole rappresentare la continuità con la tradizione industriale del territorio fiorentino, anche attraverso l’azionariato popolare. L’obiettivo della campagna è chiaro: raccogliere un milione di euro attraverso la vendita di un pacchetto di azioni solidali, rivolto a cittadini, associazioni, movimenti e lavoratori, creando così un vero e proprio controllo sociale sul processo di reindustrializzazione, rendendo la cooperativa un progetto condiviso. La campagna è stata lanciata un anno fa, e sono stati superati i 900mila euro. Si chiude il 30 settembre e basta un piccolo scatto alla meta. La partecipazione popolare è cruciale per garantire un futuro alla fabbrica, ma anche per portare avanti una battaglia più ampia: quella per una vera transizione ecologica e industriale. «Non si può parlare di soluzioni alla crisi dell’automotive senza considerare l’urgente necessità di una transizione verde». Nonostante i successi raggiunti, la strada è lunga e piena di ostacoli. Il collettivo di fabbrica continua a rivendicare il pagamento degli stipendi, fermi dal gennaio scorso, nonostante le sentenze che impongono all’azienda di pagare. Ma le difficoltà non finiscono qui: la proprietà non sembra disposta a trattare sul recupero cooperativistico d’impresa e lo stabilimento non potrebbe essere rilevato dalla cooperativa senza il supporto istituzionale.

Le speranze sono riposte in due interventi: il commissariamento dell’azienda da parte del governo e l’approvazione di una legge regionale sui consorzi di sviluppo industriale per la riconversione ecologica delle imprese. «Abbiamo chiesto il commissariamento e una legge regionale. E il tempo stringe». In questi giorni la Regione Toscana ha approvato una mozione per avere garanzie dal governo sull'erogazione degli ammortizzatori sociali e poter giungere a un commissariamento dell'azienda. Ora occorre impegnare il Consiglio per la stesura celere di una legge per la reindustrializzazione del sito. La lotta continua.

* Scrittore e attivista per i diritti
 

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