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Un paese del Casentino sta mostrando all’Italia cosa significa integrazione

di Vincenzo Brogi

	Corezzo (foto Pro Loco Corezzo)
Corezzo (foto Pro Loco Corezzo)

A Corezzo sembra di essere un poco avanti al resto del Paese

15 settembre 2024
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Magari è capitato a qualcuno che legge questa rubrica di salire in Casentino, magari dentro alle incontaminate foreste di Vallesanta. Ebbene, c'è un piccolo borgo che si chiama Corezzo. Si trova nel cammino di San Francesco, tra Camaldoli e il Santuario della Verna, lungo la storica via Romea che si ricongiunge con la via Francigena che portava i pellegrini verso Roma. In inverno poche famiglie, qualche incremento ad agosto. Proprio lassù è nata una cooperativa di comunità, ovvero una delle esperienze pilota della Regione Toscana per contrastare lo spopolamento dei borghi montani e delle aree marginali. Quelle di comunità sono cooperative particolari, costituite in genere dai cittadini di un borgo o di un paese attorno a un'idea o attività chiave, dal turismo sostenibile ai prodotti tipici locali, capace di rilanciare, sia pur minimamente, lo sviluppo di un luogo. A Corezzo l'idea è stata di mettere i suoi abitanti assieme, per la realizzazione di una filiera locale per produrre e commercializzare un prodotto tipico quale il "Tortello alla Lastra".

Una eccellenza in quelle terre se si utilizzano materie prime locali e antiche sapienze culinarie. Così si sono recuperati fondi agricoli e vecchi processi di coltivazione, raccolta e lavorazione. Il paese ha ritrovato attrattiva e nuove famiglie lo hanno scelto per viverci. Pure nuclei familiari provenienti da altri Paesi europei e lontani continenti. La piccola scuola si è in questo modo rianimata con bambini di religioni e culture assai diverse tra loro. E così, là dentro, si raccontano storie di popoli e religioni, di razze e migrazioni. I bambini, guardandosi, riconoscono quelle storie nel colore della pelle, nel taglio degli occhi, negli abiti che indossano, eppure tutti parlano la stessa lingua, anzi il medesimo dialetto casentinese! Come ho notato nelle visite e negli incontri che vi ho fatto, in quel magico luogo, piccolo esempio del sincretismo religioso nella minuscola scuola multiclasse, genitori ed insegnanti hanno sistemato nel giardino il piccolo angolo per Maometto, come l'altarino con i lumini per Shiva con i ritmi di Hare Krishna, e la capannuccia con Gesù bambino, bue ed asinello.

Ed allora a Corezzo sembra di essere un poco avanti al resto del Paese. Come se il dibattito non fosse se mettere o togliere il crocifisso, per rispettare l'integrazione, ma accogliere le religioni tutte, come chi una religione non ce l'ha, con o senza velo, con o senza il crocifisso al collo. Tutti con la stessa lingua da parlare e la medesima scuola dove andare. Sapendo che in quella comunità ed in quella scuola comunque troverai qualcosa di tuo e delle tue radici, anche della tua religione, se ce l'hai.

Insomma, l’incanto di sentirsi tutti diversi ma davvero parte della stessa classe. In attesa che gli adulti si mettano d'accordo nel farti sentire pienamente parte della società italiana, non solo a livello educativo, ma anche a livello giuridico e civile. Ius adeguato permettendo. Ma i bambini, si sa, sono più avanti anche su questo.

* Scrittore e attivista per i diritti
 

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