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Calcio e norme

Senza medico in campo ko a tavolino, Sandro Giani, il babbo di Mattia: «Una cosa positiva, ma il dolore non si placa»

di Francesca Bandinelli

	Il campo del Lanciotto a sinistra; Mattia Giani e, in basso, suo padre Sandro
Il campo del Lanciotto a sinistra; Mattia Giani e, in basso, suo padre Sandro

Il padre del giovane calciatore morto dopo il malore in partita commenta le nuove regole: «Se può esser fatto qualcosa per migliorare la situazione, ben venga per il bene di tutti»

26 luglio 2024
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SAN MINIATO. Cambiano le regole, o forse meglio si inaspriscono le conseguenze, anche in Eccellenza: adesso senza medico nello stadio o senza ambulanza, ovvero quanto accaduto a Campi Bisenzio, il giorno del malore a Mattia Giani, l’arbitro non farà giocare più nessuna partita.

Il dolore e il ricordo

Il dolore per la perdita di un figlio non potrà essere mai lenito. Ma Sandro Giani, il padre di Mattia, il ventiseienne di San Miniato morto lo scorso 15 aprile all’ospedale di Careggi, a Firenze, dopo il malore accusato durante la partita tra il Lanciotto e il Castelfiorentino United, la squadra del suo Mattia, lo dice subito: «Il fatto che senza medico a bordo campo o senza un’ambulanza con defibrillatore non venga fatta disputare la partita è una bella notizia, non so cosa dire di più. Non lo sapevo. Se, in mezzo a tutto questo dolore, si muove qualcosa è positivo». È quasi stordito. Sono passati poco più di tre mesi da quel pomeriggio di inizio primavera. Era sugli spalti, quella maledetta domenica, il 14 aprile. L’assenza del medico all’interno dell’impianto e pure dell’ambulanza – riportata a referto anche dal direttore di gara – la vide coi propri occhi, mentre il massaggiatore del Castelfiorentino praticava a suo figlio le prime manovre rianimatorie.

Il ricorso

L’altra coltellata in pieno petto arrivò quando, nel maggio scorso, dopo il ricorso presentato da parte del Lanciotto contro la sanzione di 400 euro elevata dal giudice sportivo a proprio carico per l’inadempienza certificata, per quelle figure di primo soccorso che mai erano state allertate in vista della gara in programma, fu riportata ai 70 euro previsti da regolamento, non essendo la società in regime di recidiva. «Mi chiede se oggi, alla luce di questa decisione, la morte di mio figlio fa ancora più male? Il male che sento non si misura, non c’è più niente da fare. Dico solo che, se c’è qualcosa che può esser fatta per migliorare la situazione, ben venga. Da parte nostra, non ci sono più parole: c’è solo dolore». Il suo è un cuore che continua a sanguinare. Ma quanto accaduto, non succederà più.

Nuove regole

Con l’inizio della stagione alle porte, le sanzioni cambieranno, in maniera più stringente. Senza medico a bordo campo o senza ambulanza, esattamente quello che successe a Campi Bisenzio il 14 aprile scorso, non si giocherà più. La proposta avanzata da Paolo Mangini, presidente del Comitato regionale toscano della Lega nazionale dilettanti, ovvero «partita persa senza ambulanza o medico, non più solo sanzioni» è diventata una regola, a livello nazionale. Il dramma accaduto nella cintura fiorentina ha segnato un punto di non ritorno. È stabilito tutto nel comunicato numero 44, dal titolo “assistenza medica nelle attività della Lega nazionale dilettanti, stagione sportiva 2024/25” e a firmarlo è stato il presidente Giancarlo Abete. Al punto c, quello dedicato ai campionati di Eccellenza maschile è sancito l’obbligo, da parte delle società ospitanti, di «far presenziare ad ogni gara un medico o, in alternativa, di avere ai bordi del campo un’ambulanza con defibrillatore. L’inosservanza di tale obbligo deve essere segnalata e la gara stessa non può disputarsi, con la conseguenza che la società organizzatrice è punita con la perdita della stessa, in quanto considerata rinunciataria ai sensi dell’articolo 53 delle Norme organizzative interne federali».

Il comitato regionale

Paolo Mangini, presidente del Comitato regionale toscano della Lnd precisa: «Viene ad essere completata una normativa già presente, al fine di garantire maggiore attenzione alla salute. La Toscana ha una legge regionale che obbliga ogni impianto sportivo a dotarsi di un defibrillatore semiautomatico e personale formato al suo utilizzo. Dal prossimo settembre riattiveremo in tutte le delegazioni provinciali corsi gratuiti riservati ai dirigenti».

In Serie D, così come in C femminile, la presenza di medico e ambulanza con defibrillatore deve essere contemporanea: fermo restando lo stop preventivo al fischio d’inizio della gara, in questo caso verrà elevata anche una sanzione di 500 euro. «La proposta avanzata dal Comitato regionale toscano è stata accolta da tutti – ha spiegato Francesco Franchi, consigliere dell’area centro della Lnd –. La morte di Mattia ci ha devastati. La Toscana, da diversi anni, ha un regolamento regionale in base al quale ogni struttura sportiva deve essere dotata di un defibrillatore esterno automatico, ora però l’obbligo è nazionale, così come la necessità di garantire la presenza di soggetti che lo sappiano usare. Le società sportive non siano lasciate sole. Auspico che possa essere convocato un tavolo con il Ministero della Salute, del Lavoro e le Asl in modo da regolamentare la presenza delle ambulanze. L’auspicio è che, sotto il profilo economico, non ricada tutto sui singoli club».

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