Il Tirreno

Toscana

L’intervista

«Io, Andrea e il Teatro del silenzio», Veronica Berti racconta Bocelli: «Lavorare per lui va oltre l’amore»

di Sabrina Chiellini

	Andrea Bocelli e Veronica Berti
Andrea Bocelli e Veronica Berti

E sui prossimi appuntamenti: «Torneremo ad animare Villa Alpebella di Poveromo: ci sarà un parterre eccezionale»

16 luglio 2024
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LAJATICO. Moglie, mamma e manager. Veronica Berti, da 10 anni è sposata con Andrea Bocelli che quest’anno festeggia 30 anni di carriera. Una presenza discreta la sua, ma fondamentale in famiglia e negli affari. Instancabile organizzatrice anche durante i concerti evento di questi giorni al Teatro del silenzio.

Veronica, quanto è cambiata la sua vita in questi anni da quando ha conosciuto Bocelli?

«Il nostro incontro, una sera di maggio del 2002, ha rivoluzionato e illuminato la mia vita, decidendo del nostro destino. Considero il lavoro un’opportunità, una fortuna, una necessità, e sento la responsabilità di farlo al meglio. È una gioia occuparmi di gestire la logistica di un grande artista che è anche l’uomo che amo. In realtà ho la percezione di lavorare per me stessa, proprio perché ho la fortuna di farlo per la mia famiglia. Inoltre mi dà molta energia il fatto di sapere che ciò che facciamo riesce ad essere utile, direttamente o indirettamente, a tante persone, sia in ambito professionale, sia attraverso l’attività della Andrea Bocelli Foundation».

Pensa mai che il suo ruolo, il vostro saper stare insieme come coppia e nel lavoro, sia stato importante per la carriera di suo marito?

«Andrea è sempre stato al mio fianco in questi anni, molto presente nelle decisioni fondamentali, ma solo in quelle. Mio marito quando riconosce in una persona la potenzialità di un talento, sa affidarsi, sa dare fiducia. Offre la possibilità di esprimersi ed emergere. Come coppia ci completiamo, anche perché siamo meravigliosamente diversi, ed è la diversità che accresce il bisogno, l’uno dell’altro, poiché la forza di uno può essere la debolezza dell’altro, e viceversa. Forse il segreto sta proprio nell’unione tra due personalità differenti, affinché ci si aiuti e ci si sostenga. Nel nostro rapporto, la differenza d’età ha giocato un ruolo importante, negli anni, anche se nel tempo si sta appianando. Siamo entrambi passionali e combattivi. Però Andrea non si inalbera mai, è una persona molto moderata, al mio opposto: io magari mi arrabbio ogni cinque minuti. Ma in cinque minuti, poi, mi passa».

Moglie, madre, manager, vicepresidente della fondazione di Andrea Bocelli, nel consiglio d’amministrazione dell’aeroporto di Pisa, “anima” dei successi di Alpemare e Alpebella e tanto altro. Scusi, nel tempo libero cosa fa?

«Il tempo libero, quando si è sposati e si ha una famiglia, è un privilegio che non necessariamente ci si può permettere continuativamente. Considero uno spazio d’indipendenza l’attività fisica giornaliera, per me fondamentale, anche perché mi rilassa e mi scarica. Non che in quei casi io “stacchi” del tutto: cammino moltissimo e nel mentre parlo al telefono. Succede così spesso che oggi, contrariamente a quanto mi accadeva un tempo, quando ho la necessità di fare una telefonata complessa, una conversazione importante, allora è la volta che mi siedo».

A breve torneranno anche le “Notti Toscane” di Celebrity Adventures Italy, dove si svolgeranno? 

«Torneremo ad animare Villa Alpebella di Poveromo (nota col nome di “Oliviero”, ndr), dopo che l’edizione dello scorso anno ha superato ogni più rosea aspettativa, anche grazie al fascino di quella straordinaria location. Ci sarà un parterre eccezionale. Ma sarà soprattutto un evento utile, poiché la maggior parte dei proventi sarà destinata in favore dei progetti e delle attività dell’Andrea Bocelli Foundation, a supporto dell’empowerment sociale. E all’interno della serata, si svolgerà l’asta di beneficenza, organizzata da Abf».

Musica ed emozioni, quale è la canzone di suo marito che le piace di più? Il momento più emozionante vissuto con lui?

«In ambito classico Giacomo Puccini: ha scritto per la voce di tenore alcune tra le arie più emozionanti, eroiche, commuoventi, intense, della storia della lirica. Quindi è l’intero corpus pucciniano che prediligo. Mi fa piacere ricordare inoltre la romanza “Occhi di fata” di Luigi Denza, perché è quella la melodia che Andrea mi ha dedicato, pochi minuti dopo il nostro primo incontro. Infine, in ambito pop, tra le tante canzoni che amo, cito “Perfect Simphony”, perché ha una sua aurea semplicità, molto bella, e anche perché avremo il piacere di accogliere nuovamente il suo autore, Ed Sheeran, al Teatro del Silenzio».

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