Il Tirreno

Toscana

Il ritratto

Jasmine Paolini, una toscana nella storia: il tennis dopo la scuola, i consigli dello zio e il rapporto speciale con mamma Jacqueline

di Luca Barbieri

	La madre di Jasmine, poi a lato la tennista tra lo zio Adriano e il padre (a destra)
La madre di Jasmine, poi a lato la tennista tra lo zio Adriano e il padre (a destra)

La tennista, classe 1996, di Bagni di Lucca di nuovo in finale a poche settimane da Parigi: la genesi di una carriera super tra talento, grinta e sorriso

11 luglio 2024
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LONDRA. Jasmine Paolini, 28 anni da Bagni di Lucca, in Toscana, vola in finale anche sull’erba londinese di Wimbledon. Parigi, la finalissima del Roland Garros, e Londra: due finalissime in una manciata di settimane, questa la fotografia della grande impresa firmata da Paolini. 

Lei, la classe 1996 toscana, alla vigilia della semifinale settima forza del ranking, dopo le prove brillanti parigine (culminate con la finale), adesso vuole continuare a sognare (e a fare sognare il tennis azzurro, come l’altro toscano Lorenzo Musetti) con le caratteristiche che l’hanno sempre accompagnata nel suo percorso: talento e grinta, coraggio e sorriso, quel sorriso che è spuntato anche durante la semifinale pure nei momenti più complicati. Ma ripercorriamo la sua carriera e i suoi “luoghi del cuore”.

Chi è

Nata il 4 gennaio 1996 a Castelnuovo Garfagnana da padre originario di Lucca, e madre polacca, Jacqueline (inquadrata più volte durante il match a incitare Jasmine) – metà polacca e metà ghanese – Jasmine è cresciuta a Bagni di Lucca, dove il padre Ugo gestiva un bar. E la passione del tennis? Jasmine ha ereditato la passione del tennis dal padre certo, ma, soprattutto, dallo zio Adriano che l’ha portata per la prima volta sui campi in terra rossa del Tc Mirafiume di Bagni di Lucca. Aveva 5 anni: «Nel cuore di Jasmine i ricordi dei suoi inizi, con i maestri Marco Picchi e Ivano Pieri, occupano un posto speciale. A differenza di tanti che, magari, hanno provato più sport prima di sceglierne uno definitivo, Jasmine si è subito innamorata della racchetta», diceva il padre a Il Tirreno nei mesi scorsi.

Talento e sorriso

Un sorriso spontaneo, l’umiltà – come il suo allenatore, Renzo Furlan (dal 2020); una straordinaria tenacia: doti decisive, assieme al talento, ovviamente. E tanta passione: «Il pomeriggio dopo scuola non vedevo l’ora di mettere piede in campo assieme ai miei amici – diceva proprio Paolini –. Un ambiente familiare che mi regalava spensieratezza. Porto dentro di me tanti bei ricordi legati all’infanzia, al rapporto con il maestro Ivano Pieri e ai primi tornei vinti. Nella mia mente il sogno di diventare professionista ha preso corpo con il passaggio al centro federale di Tirrenia», raccontava.

La “sua” Toscana nel cuore

E la forte tennista è molto legata al suo territorio e i “suoi” luoghi sono molto legati a lei. Diceva, per esempio, il primo cittadino di Bagni di Lucca, Paolo Michelini, proprio nei giorni verso la finalissima parigina: «Tutti noi rivendichiamo il fatto che Jasmine è sempre vissuta qui. Ha imparato a giocare a tennis al Mirafiume, qui vive tutta la sua famiglia, a Ponte a Serraglio. Siamo orgogliosi, e anche un po’ gelosi, di avere nel mondo un testimonial di questa rinomanza». E ora ecco la finalissima sull’erba londinese, per coronare un grande sogno. 

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