Il Tirreno

Toscana

L’intervista

Matteo Paroli: «Il bilancio dell’Authority è più che sano, presto una dozzina di assunzioni»

di Maurizio Campogiani

	Matteo Paroli
Matteo Paroli

Parla il segretario generale dell’ente che traccia un bilancio del primo semestre 2024: ecco i numeri della situazione finanziaria

20 giugno 2024
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LIVORNO. Il polso economico del porto di Livorno batte regolarmente. Perde qualche colpo in conseguenza della crisi economica, ma l’ente ha una solidità finanziaria che fa dormire sonni tranquilli e consente anche di programmare il futuro sotto il profilo della pianta organica. Soprattutto di questo abbiamo parlato con l’avvocato Matteo Paroli, da ventisette anni nella stanza dei bottoni di Palazzo Rosciano e da una decina con il delicato incarico di segretario generale dell’ente.

Sul piano strettamente economico come sta andando il 2024? Il 2023 è stato il primo vero anno fuori dal Covid e si è visto. Quali invece gli indicatori di questo primo semestre dell’anno?

«Il dato che possiamo fornire non è indicativo, perché non lineare nell’arco dell’anno e quindi potrebbe essere smentito da qui a qualche mese. Al momento, comunque, ci sarebbe leggera flessione delle entrate dal punto di vista delle tasse portuali, dovuta a una diminuzione dei traffici commerciali. La flessione tendenziale, ripeto, potrebbe però essere smentita nei prossimi mesi. A metà giugno siamo ad oltre 5 milioni di euro tasse accertate. Nel 2023 abbiamo chiuso con circa 14 milioni di euro. Anche se si registra un boom delle crociere, la parte di tassazione è soprattutto influenzata dal traffico commerciale, mentre quello crocieristico incide in maniera marginale. I passeggeri hanno altri benefici per il porto e per l’economia della Regione».

La flessione dei traffici commerciali è diretta conseguenza della crisi di Suez?

«Sì, in buona parte di tratta di quello. Lo dicono tutti gli esperti internazionali. La crisi di Suez sta favorendo i porti spagnoli e quelli del Nord Africa. Al momento la tendenza è questa. Un dato è certo: hanno comunque perso di più gli scali marittimi che si affacciano sull’Adriatico».

Ipotizzando una lieve diminuzione delle entrate possono crearsi problemi o l’Autorità Portuale di Livorno è solida dal punto di vista finanziario?

«L’Autorità Portuale è finanziariamente solida e qualora non lo fosse sarebbero già stati assunti i relativi provvedimenti. La legge non consente una passività di bilancio per le autorità di sistema portuale e in caso si procede a un provvedimento capitale, ovvero al commissariamento. Il nostro bilancio è sano, abbiamo chiuso il 2022 con un incremento entrate correnti del 6,9%, passando da 44 milioni e 900 mila euro a 48 milioni e 100 mila euro. Il bilancio in tendenza è quindi solidissimo e l’avanzo primario è di oltre 14 milioni di euro. Quindi non ci sono difficoltà di alcun tipo».

Alcune autorità portuali si trovano a gestire situazioni difficili sotto il profilo della gestione del personale. Qual è la situazione di Livorno? Pensate di assumere o si potrebbe prospettare lo spettro dei licenziamenti, come avvenuto a Civitavecchia?

«Civitavecchia è un caso atipico a livello nazionale e deriva da anni e anni di problematiche che a Livorno non abbiamo registrato e fortunatamente non stiamo registrando. Non abbiamo esuberi di personale e quindi non prevediamo licenziamenti. Non abbiamo necessità di ridurre il personale, ma, anzi, abbiamo quella di incrementare l’attuale organico di 11/12 unità. La pianta organica è stata approvata nel 2020/2021 e ha avuto una previsione di assestamento nel biennio 2022/2023. Nel 2020/2021 noi avevamo una pianta organica di 172 persone comprendente anche i dirigenti, i quadri e il segretario generale. La normativa sul pubblico impiego ci impone di fare un piano integrato di attività e organizzazione che ha validità biennale e serve anche per registrare i fabbisogni in materia di personale: esuberi, assenze, mancanze per lavoratori collocati in pensione».

«Prima di fare il documento per l’anno 2023 ho ritenuto fondamentale effettuare una verifica dei carichi di lavoro di tutti gli uffici dell’ente per capire se la pianta organica approvata era o meno rispondente alle esigenze dell’amministrazione anche in riferimento ai lavori che si sarebbero avviati nelle annualità successive. La verifica è stata effettuata da una società esterna, composta da professionisti che sanno individuare i carichi di lavoro nella pubblica amministrazione e si è conclusa a settembre del 2023. E ha dato una tendenza confermativa rispetto alla pianta organica approvata, con modeste modifiche non nel complessivo dei dipendenti, ma differenze all’interno delle singole direzioni. Il totale quindi non cambia e prevede 172 addetti, probabilmente cambierà la distribuzione all’interno delle singole strutture dirigenziali. Oggi in servizio non abbiamo 172 addetti, ma 149 e c’è quindi la possibilità di procedere con alcune assunzioni nei settori che hanno necessità. Alcuni concorsi saranno avviati già nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, mentre altri seguiranno nel 2025».

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