Il Tirreno

Toscana

La protesta

Salta il rinnovo del contratto, supermercati in sciopero la vigilia di Pasqua: i marchi coinvolti

di Martina Trivigno
Salta il rinnovo del contratto, supermercati in sciopero la vigilia di Pasqua: i marchi coinvolti

Federdistribuzione: 70 euro in più da aprile. Ma i lavoratori non cedono: in Toscana sono 10mila i lavoratori che incroceranno le braccia

29 marzo 2024
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Astensione dal lavoro per tutta la giornata di domani (domani 30 marzo) e flash mob davanti a supermercati e catene di negozi. Anche in Toscana i 10mila lavoratori della distribuzione moderna organizzata (tra le aziende più importanti ci sono Esselunga, Lidl, Pam e Douglas) incroceranno le braccia dopo la rottura della trattativa con Federdistribuzione, associazione datoriale che rappresenta le imprese della distribuzione moderna alimentare e non.

La causa

Colpevole, secondo Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil, di non aver ancora rinnovato, a 51 mesi dalla scadenza, il contratto dei lavoratori. Ma Federdistribuzione rilancia annunciando «di riconoscere ai propri lavoratori un aumento di 70 euro lordi (riparametrati al IV livello) a decorrere dal prossimo mese di aprile a titolo di anticipo sui futuri aumenti contrattuali, mantenendo l’auspicio che le organizzazioni sindacali possano tornare quanto prima al tavolo negoziale con l’obiettivo comune di giungere al rinnovo contrattuale».

La posizione della Cgil

I sindacati, però, non cedono. «Non torniamo indietro – sottolinea Stefano Nicoli, segretario generale Filcams Cgil Toscana – Si tratta di una scelta unilaterale da parte di Federdistribuzione per scongiurare una massiccia adesione allo sciopero, ma noi restiamo fermi sulla nostra richiesta di rinnovare il contratto di lavoro. Nel corso di una fase negoziale no-stop (iniziata dalle 14, 30 di martedì 26 marzo e interrotta intorno alle 8 di ieri) che avrebbe dovuto portare alla sottoscrizione del tanto agognato accordo di rinnovo, Federdistribuzione ha però avanzato una serie di pretese irrealistiche, come l’introduzione di una flessibilità incontrollata e generalizzata con contratti a termine di durata indeterminata (oltre i 24 mesi) e l’azzeramento di ogni dignità professionale con il sotto inquadramento di chi ha la responsabilità di interi format commerciali complessi».

Quella della Cisl

«I lavoratori sono delusi e stanchi dell’atteggiamento dei loro datori di lavoro, colpevoli di non voler riconoscere un doveroso e giusto incremento salariale, senza però che questo venga scambiato con il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro e soprattutto che continui a precarizzare un settore già fortemente precario che vede nella forza lavoro il 65% di donne che di tutto avrebbero bisogno, tranne che insicurezze normative e salariali», conclude Alessandro Gualtieri, segretario generale di Fisascat Cisl. Anche per questo i lavoratori scendono in piazza domani. 


 

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