Sicurezza sul lavoro: Autostrade per l'Italia incontra gli studenti di Scuola2030
Il progetto di orientamento professionale del Tirreno mette in comunicazione gli allievi dell'istituto Cellini di Firenze e l'azienda
FIRENZE. Cosa si pensa quando si parla di sicurezza? In primis, alla sicurezza stradale e a quella sul lavoro. Ed è su questi temi che si è concentrata l’azienda Autostrade per l’Italia (Aspi) incontrando la classe 4ª H del Cellini Tornabuoni di Firenze. L’incontro si è tenuto della cornice del progetto Scuola2030, di cui Aspi è partner.
Per l’azienda, oltre ad Elio Sposato delle risorse umane, sono intervenuti Raffaele Santoro Referente della Struttura Hs Culture della Direzione HSE (Health, Safety & Environment) del Gruppo Autostrade per l’Italia e Giorgia Arduo, che fa parte del team guidato da Santoro.
Con oltre 3mila chilometri di rete autostradale, sono 8.500 le persone che lavorano per Aspi, e che quindi garantiscono la sicurezza su tutto il territorio nazionale, oltre che una gestione efficiente e sostenibile di tutta la rete.
«Il messaggio che vorremmo lasciarvi è che la sicurezza si basa su principi che valgono sia dentro che fuori il posto di lavoro», si presenta Santoro, sottolineando che le buone prassi della sicurezza servono anche nella vita di tutti i giorni.
Nello specifico il team Hse promuove una gestione operativa fondata sul principio della prevenzione che assicuri la massima efficacia nella gestione e controllo dei rischi e, allo stesso tempo, la diffusione della cultura della sicurezza attraverso programmi dedicati.
Dunque, cerca di abbattere il numero di incidenti sul lavoro e per strada, che ancora oggi in Italia sono troppi. Stando agli ultimi dati, nel 2022 ci sono stati 165.889 incidenti stradali e 585.356 incidenti sul lavoro. Oltre all’alto numero di infortuni, a spaventare è anche l’inaccettabile numero di morti sul lavoro, che rende la cultura della sicurezza ancora più essenziale per Aspi. Le persone che hanno perso la vita per strada nel 2022, infatti, sono state 3.159. E quelle che andando al lavoro non sono più rincasate sono 1.041. Numeri strazianti.
«C’è solo un numero che possiamo accettare di morti sul lavoro e per strada, e lavoriamo tutta l’anno per questo. Questo numero è zero», dice Arduo ai ragazzi, sottolineando ancora una volta che anche solo una vita spezzata è troppo. Durante l’incontro è stato proiettato un video che ricostruisce la strage alla discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, in provincia di Ancona, dove nel 2018 morirono cinque minorenni e una madre 39enne, schiacciati dalla calca dopo gli spruzzi di spray urticante tra la folla.
Quali sono quindi le prime cause di infortuni nel mondo? Sono la distrazione o la stanchezza, l’incompetenza, l’eccesso di confidenza e l’assenza o la manomissione di dispositivi di protezione collettivi su macchine o utensili. E per quanto riguarda quest’ultimo punto, la politica aziendale è chiara: a ciascun lavoratore, indipendentemente da posizione, anzianità e ruolo, è riconosciuta l’autorità di interrompere il lavoro se ritiene che non siano rispettate le misure di sicurezza e che ci possano essere rischi concreti, per sé o per altri, di incorrere in incidenti, infortuni o malattie professionali.
Si deve quindi essere proattivi per bloccare eventuali tragedie. E questo non vale solo per i lavoratori, ma vale in ogni situazione, dato che appunto la sicurezza riguarda ogni contesto.
Vale, per esempio, anche quando si è a giro con gli amici, come ha spiegato l’azienda ai ragazzi, con i “cinque inderogabili del sabato sera”. Cioè buoni comportamenti da seguire per salvaguardare la vita proprio e quella degli altri: non guardare il telefono mentre si cammina o si attraversa la strada; rendersi visibili se ci si trova per strada; non far guidare un amico che ha bevuto troppo; allacciare sempre le cinture di sicurezza; rispettare i limiti di velocità.
Ora i ragazzi sono avvertiti: prendetevi cura di voi stessi, ma anche degli altri, per non incorrere in gravi rischi.