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Crollo esselunga Firenze
L’inchiesta

Crollo di Firenze, il procuratore: «Nel cantiere c’erano criticità e operai irregolari in Italia». Gli otto lavoratori travolti erano di tre ditte diverse


	Continuano le ricerche dell'ultimo operaio disperso nel cantiere di via Mariti
Continuano le ricerche dell'ultimo operaio disperso nel cantiere di via Mariti

Il procuratore capo di Firenze, Filippo Spiezia, ha fatto il punto sulle indagini dopo l’incidente sul lavoro di venerdì 16 febbraio nel quale hanno perso la vita cinque operai: uno è ancora disperso

19 febbraio 2024
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FIRENZE. Nel cantiere dell’Esselunga di via Mariti a Firenze c’erano «diverse criticità». Tra gli operai alcuni sono risultati irregolari in Italia ma questo non significa che non potessero avere un contratto regolare di lavoro. Ma su questo le verifiche sono tuttora in corso.

È un’inchiesta complessa quella sull’incidente sul lavoro nel quale hanno perso la vita cinque operai, dei quali uno risulta ancora disperso. Il procuratore capo di Firenze, Filippo Spiezia, stamani ha fatto il punto in una conferenza stampa nel palazzo di giustizia. Il fascicolo d'inchiesta, ancora a carico di ignoti, è stato aperto per le ipotesi di reato di omicidio plurimo aggravato dall'inosservanza delle norme sulla sicurezza sui luoghi di lavoro e disastro per crollo colposo.

Il procedimento penale viene seguito dai pubblici ministeri Francesco Sottosanti e Alessandra Falcone e personalmente dal procuratore Spiezia.

Otto lavoratori di tre imprese diverse

Da una prima ricostruzione della dinamica dell'incidente, è risultato che «nella parte di cantiere interessata dal crollo erano presenti 8 lavoratori, operanti per 3 imprese diverse», ha precisato Spiezia. Di questi, un operaio italiano, «compiutamente identificato», ovvero il 59enne Luigi Coclite, residente a Collesalvetti (Livorno), nella frazione di Vicarello, è «risultato deceduto al momento dell'arrivo dei primi soccorsi e delle forze di polizia giudiziaria», mentre altri tre operai, di origine rumena, «anch'essi con identità accertata, sono stati trasportati in ospedale».

«Altri quattro operai sono risultati dispersi sotto le macerie e non risultano ancora specificamente identificati, anche se sono stati comunque accertati i nominativi», ha ulteriormente precisato il procuratore. Si tratta di Taoufik Haidar, 43 anni, che dalla scorsa estate viveva a Chiuduno, in provincia di Bergamo, dopo aver vissuto per diversi anni a Palazzolo sull'Oglio, comune in provincia di Brescia al confine con la provincia bergamasca; Mohamed El Ferhane, marocchino di 24 anni; Bouzekri Rahimi, marocchino di 56 anni, che risulta ancora disperso e le cui ricerche da parte dei vigili del fuoco vanno avanti ad oltranza; Mohamed Toukabri, tunisino di 54 anni. Questi ultimi tre risulterebbero residenti a Palazzuolo sull'Oglio. «Attraverso l'encomiabile ed ininterrotta opera dei vigili del fuoco sono stati recuperati, al momento, i corpi di tre operai - ha ricordato il procuratore Filippo Spiezia - mentre continuano le ricerche della quinta vittima, rese difficili dal particolare stato dei luoghi conseguenti al crollo, nel quale sussistono condizioni di perdurante insicurezza».

Esperti di genetica per identificare gli operai sotto le macerie

Il procuratore capo di Firenze ha chiarito anche che «sono state avviate le complesse operazioni di compiuta identificazione dei corpi rinvenuti sotto le macerie, anche attraverso gli esami di natura scientifica per conseguire la certezza delle identificazioni personali ed abbinare i nomi con i corpi degli operai, che hanno pesantemente subito l'azione del crollo dei materiali cementizi».

Le criticità nel cantiere

«Sul dinamismo che ha determinato questo disastro ovviamente non possiamo dire nulla, tutto è prematuro. Il dato molto empirico, che ci siamo fatti durante un sopralluogo, è che ci fossero diverse criticità. Si tratta di criticità che abbiano constato nel cantiere», ha detto il procuratore capo.

Operai irregolari in Italia

«Risulta, da prime verifiche compiute, che per alcuni dipendenti, operai, vi fosse una condizione di irregolarità circa la loro presenza sul territorio nazionale. Diverso è il discorso di completamento delle verifiche per quanto riguarda le posizioni contrattuali e quanto altro. Quindi, l'accertamento che vi sto comunicando è limitato a un dato di mera corrispondenza tra la posizione di queste persone e il rispetto delle norme in materia di ingresso sul territorio nazionale», ha anche evidenziato il procuratore capo.

Prove al sicuro

«Le indagini sono complesse. Tuttavia la Procura di Firenze da subito ha adottato tutte le iniziative per assicurare le principali fonti di prova. Ovviamente il lavoro di acquisizione delle fonti di prova non è ultimato ma possiamo dire che abbiamo messo al riparo quelli che sono i principali dati probatori che ci serviranno anche per le ricostruzioni di tipo tecnico», ha detto il procuratore Spiezia.

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