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Al Meyer arrivano tre bambini dalla Striscia di Gaza: ricoverati in chirurgia


	L'arrivo dei bimbi palestinesi al Meyer con i loro familiari salutati dal presidente Eugenio Giani
L'arrivo dei bimbi palestinesi al Meyer con i loro familiari salutati dal presidente Eugenio Giani

Previsto l’arrivo di altri sette pazienti, tra bimbi e adolescenti

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FIRENZE. Il Meyer apre le sue porte a tre bambini provenienti dalla Striscia di Gaza. I piccoli, insieme ai loro familiari, sono arrivati nella notte di martedì 30 gennaio intorno alle 2, dopo essere atterrati a Pisa. Si tratta di un bambino di dieci anni e di due adolescenti, fratello e sorella, rispettivamente di 12 e 15 anni. Da una prima valutazione effettuata nel loro paese di provenienza, i pazienti presentano patologie di tipo traumatico. Ad accoglierli, il presidente della Toscana, Eugenio Giani e il Direttore generale dell’Azienda ospedaliera universitaria Meyer Ircss, Paolo Morello.

Tutti e tre sono stati ricoverati in chirurgia: al momento sono in corso gli accertamenti per valutare la gravità delle loro condizioni e decidere come procedere. Nei prossimi giorni è previsto l’arrivo di  altri sette pazienti, tra bambini e adolescenti.

Da giorni, nell’azienda ospedaliera universitaria Meyer Irccs, fervono i preparativi per accogliere i piccoli. Medici e infermieri del pediatrico fiorentino sono pronti a mettere a disposizione la loro professionalità per dare una risposta a tutti i problemi di salute dei bambini. Mobilitati, come sempre in questi casi, anche i servizi degli assistenti sociali.

Anche la Fondazione Meyer è in prima linea per assicurare tutto il sostegno necessario, in particolare sul potenziamento dei servizi di mediazione culturale e dell’accoglienza degli accompagnatori dei piccoli.

«La Toscana – commenta il presidente della Toscana, Eugenio Giani - più volte nel corso degli anni ha allargato le braccia ed aperto il suo cuore per accogliere e rendere effettivo il diritto alla salute di chi nel proprio paese non poteva vederselo riconosciuto ed offrire in questo modo una speranza di cura o migliori cure a chi, dove vive, non può averle”. “Lo abbiamo fatto - prosegue il presidente - in occasione di conflitti e gravi emergenze: lo facciamo anche quando emergenze non ce sono, così come investiamo con convinzione nella cooperazione sanitaria internazionale, dando il nostro aiuto ed offrendo capacità e conoscenze dei nostri professionisti per formare medici ed operatori della sanità e far crescere sistemi sanitari locali e assistenza sanitaria. Lo facciamo in contesti geografici a volte molto diversi tra loro, ma la nostra bussola, ovunque, è quella della difesa di tre principi cardine come equità, accesso universale e lotta alle disuguaglianze».

 «Il Meyer è stato creato nel 1891 per curare i bambini e da allora porta avanti con impegno e orgoglio la sua importante missione. Oggi è pronto a fare di nuovo la sua parte accogliendo al meglio questi piccoli e i loro familiari, provati da una terribile esperienza», spiega Paolo Morello, Direttore generale dell’AOU Meyer Ircss.

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