Il Tirreno

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L’anniversario

Quattro anni senza Kobe Bryant, il campione cresciuto in Toscana: l’infanzia a Pistoia e i primi canestri al campetto di Cireglio


	Kobe Bryant in visita a Cireglio e da piccolo nel campetto del paese
Kobe Bryant in visita a Cireglio e da piccolo nel campetto del paese

La leggenda dei Los Angeles Lakers ha vissuto nella frazione pistoiese quando il padre militava nella squadra di basket della città: oggi ai piedi dell’Appennino il campino dove ha imparato i fondamentali del basket porta il suo nome

26 gennaio 2024
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Era il 26 gennaio 2020. Una breaking news dagli Stati Uniti scuote il mondo. «Kobe Bryant e la figlia Gianna muoiono nello schianto di un elicottero». Un sussulto per gli amanti del basket, ma non solo. Perché Bryant era un campione vero, di quelli che riescono a diventare simbolo anche oltre lo sport. Era il 26 gennaio di quattro anni fa e quelle righe tragiche in arrivo dall’altra parte del Pianeta gettarono nello sconforto anche la Toscana. In particolare un piccolo paese nel Comune di Pistoia: Cireglio. Lì dove c’è un campino – oggi intitolato proprio alla leggenda dei Lakers – che ha visto muovere i primi passi sotto canestro di Kobe. 

Il Bryant toscano

Ma cosa lega Kobe Bryant alla frazione pistoiese? Ai piedi dell’Appennino Kobe è cresciuto, dato che ci ha abitato insieme al padre Joe, giocatore del Pistoia basket dal 1978 al 1989. Una volta divenuto campione di fama internazionale, Bryant ha sempre continuato a frequentare la Toscana e in particolare Cireglio, a cui era legato da moltissimi ricordi d’infanzia. 

Il ricordo

Anche il presidente della Regione, Eugenio Giani, ha ricordato Bryant con un post sui social: «Quattro anni senza Kobe Bryant e la figlia Gianna. La loro assenza ci addolora ancora ma il ricordo e i legami della sua vita con la Toscana e Pistoia sono ancora vivi in tutti noi. Grazie campione per le emozioni», ha scritto Giani. 

La leggenda 

Kobe Bean Bryant è nato a Filadelfia il 23 agosto del 1978. Figlio di Joe Bryant e nipote da parte di madre di Chubby Cox, entrambi ex giocatori di basket, Bryant è cresciuto cestisticamente in Italia, dove ha imparato i fondamentali prima di sviluppare tutta la sua carriera professionistica nei Los Angeles Lakers, conquistando 5 titoli. Inoltre è stato il primo giocatore Nba a militare nella stessa squadra per venti stagioni. Con la Nazionale statunitense ha partecipato ai FIBA Americas Championship 2007 e ai Giochi olimpici di Pechino 2008 e di Londra 2012, vincendo la medaglia d'oro in tutte e tre le manifestazioni. Il 4 marzo 2018 ha vinto il Premio Oscar insieme al regista e animatore Glen Keane, nella categoria miglior cortometraggio d'animazione per Dear Basketball, che ha sceneggiato ispirandosi alla sua lettera di addio al basket. Rientra tra gli sportivi più conosciuti al mondo e la sua carriera è ritenuta una delle migliori nella storia dello sport professionistico. Il 4 aprile 2020 è stato inserito tra i membri del Naismith Memorial Basketball Hall of Fame. 

La tragedia

Alle 9:06 del 26 gennaio 2020, Bryant, sua figlia di tredici anni Gianna e altre sette persone decollarono dall'aeroporto della Contea di Orange-John Wayne, in California, a bordo dell'elicottero Sikorsky S-76B marche N72EX di proprietà del giocatore. Il velivolo precipitò a Calabasas, alle 9:47 circa, prendendo fuoco. I vigili del fuoco della contea di Los Angeles spensero l'incendio alle 10:30, confermando la morte di tutti i passeggeri. L'elicottero si sarebbe schiantato a causa della nebbia fitta.

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