Il Tirreno

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L’esperto

Dengue, il prof Mauro Pistello: «Sintomi, rischi, come si trasmette e perché non c’è un vaccino»

di Tommaso Silvi

	A destra il professore Mauro Pistello
A destra il professore Mauro Pistello

La febbre trasmessa dalle zanzare fa una vittima in Toscana. Il direttore di virologia di Pisa: «Casi in aumento per la presenza massiccia della zanzara tigre in Italia»

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Parlare di “allarme” è prematuro, ma è comunque una «situazione da monitorare con molta attenzione». Paragonandola alle allerte meteo – che purtroppo in Toscana di recente abbiamo imparato a conoscere bene – «potremmo dire che siamo in regime di allerta gialla, ma un giallo molto intenso tendente all’arancione». Anche perché in un futuro non troppo lontano «c’è da aspettarsi la nascita di alcuni focolai anche in Italia». Febbre Dengue. Il virus trasportato dalle zanzare. A parlare è Mauro Pistello, direttore del reparto di virologia dell’Azienda ospedaliera universitaria pisana. Ad accendere di nuovo i riflettori sull’infezione che fino ad alcuni fa «riguardava solamente i paesi del sud est asiatico – spiega Pistello – e alcune zone del sud America» è la tragica notizia della morte di una donna di 50 anni di Fucecchio, nella giornata di giovedì 16 novembre, affetta da febbre Dengue. Stando a quanto riferito dalla Asl la 50enne ha contratto il virus durante un viaggio in Thailandia. In estrema sintesi quello che è importante sapere è se la Dengue, ora, deve farci davvero paura. 

COSA È, DA DA DOVE ARRIVA E COME SI TRASMETTE

Prima di tutto è importante conoscere il “nemico”. «Si tratta di un virus – spiega Pistello – che viene trasmesso da alcune particolari specie zanzare. Ogni anno contrae la Dengue circa un miliardo di persone nel mondo, con milioni di morti. Questi sono per lo più concentrati nelle aree del sud est asiatico e del sud America, dove la malattia è radicata e particolarmente aggressiva». Infatti i casi italiani di Dengue per la stragrande maggioranza «derivano da soggetti che si sono infettati durante viaggi all’estero. In Italia i focolai autoctoni si contano sulle dita di una mano o poco più, quasi tutti al nord». Ma come si trasmette la febbre Dengue? «Il meccanismo di trasmissione è piuttosto semplice – prosegue l’infettivologo –. La zanzara punge un soggetto affetto da Dengue e trattiene il sangue infetto, consentendo al virus di replicarsi. Poi punge un’altra persone e lo trasmette». Da qualche anno «la zona di attività queste zanzare – dice ancora il professore – si sta espandendo sempre di più, ed è arrivata anche in Europa. Uno dei vettori è la zanzara tigre, presente anche in Italia in grande quantità. Dobbiamo quindi tenere conto che in un futuro non troppo lontano i casi aumenteranno nel nostro Pease».  

I SINTOMI, LA DURATA E IL RISCHIO MORTALE

In Italia morire di Dengue è difficile, «solo in rare circostanze, e spesso in presenza di altre patologie che rendono fragile il paziente». «Il tempo di incubazione del virus – spiega Pistello – varia da 7 a 10 giorni. Ecco perché quasi sempre una persona si infetta durante la vacanza all’estero e poi avverte i primi sintomi al rientro in Italia». Premesso che in molte circostanze la Dengue può essere asintomatica, quando la malattia si presenta lo fa «con eritemi più o meno diffusi, febbre e dolori muscolari – continua Pistello –. Ma attenzione, se si pensa di aver contratto il virus è necessario recarsi in ospedale, perché la malattia può degenerare nella forma emorragica. Quest’ultima può arrivare a mettere seriamente in pericolo la vita della persona infettata. Diciamo che la Dengue va monitorata e curata in tempo, subito appena contratto il virus, per evitare sviluppi spiacevoli e potenzialmente letali. Nella maggior parte dei casi in una settimana viene smaltita dall’organismo». 

IL VACCINO “IMPOSSIBILE”

Ma esiste un vaccino per la Dengue? «Da trent’anni gli scienziati ci stanno lavorando – racconta Pistello –, ma solo due anni fa ne è stato brevettato uno, che però è ancora in fase di valutazione perché non garantisce un rapporto confortante dal punto di vista del bilancio rischi-benefici. Senza entrare in tecnicismi incomprensibili – conclude il professore – possiamo dire che esistono quattro tipologie di Dengue, e sembra che il vaccino che protegge da una di queste possa favorire l’infezione da una delle altre tre tipologie».

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