Il patron della Capannina e i giovani d’oggi: «Troppo fragili, vorrei scoprissero i lenti»
Forte dei Marmi, sul finire dell’estate Gherardo Guidi fa un bilancio della stagione. E mette in guardia i ragazzi: «Riscoprite il gioco della seduzione e siate rispettosi»
Siamo entrati nell’ultimo quarto di questa splendida estate 2023, l’estate numero 47 per il sottoscritto e per mia moglie Carla alla guida della Capannina di Forte dei Marmi.
La Capannina di Franceschi, perché in tutti questi anni non abbiamo mai voluto cambiarne il nome, una forma di rispetto che la famiglia Guidi ha sempre riservato a chi ha inventato quell’idea di Forte che ha conquistato il mondo.
Non è ancora tempo di bilanci, ma qualche proiezione possiamo farla. Ci sono stati molti stranieri in tutta la Versilia. Francesi, americani, russi, ucraini e arabi. Le ville si sono riempite, rinnovando così la grande tradizione dell’ospitalità di una terra che ha accolto in poco più di un secolo i grandi dello spettacolo e, in tempi lontani, le menti eccelse che dettero vita al mito del Quarto Platano. Parlo di Pea, Carrà, Papini, Soffici, Maccari, con artisti della levatura di Prempolini, Viani e Moses Levy (protagonisti di una bella mostra al Fortino) non potendoli citare tutti in un elenco che risulterebbe sterile.
Questa era casa loro, così come degli amori proibiti, quali quello tra Gabriele D’Annunzio e le sue ospiti, Curzio Malaparte e Virginia Agnelli, per non parlare di Giacomo Puccini. Ma questa era e rimane la casa della Capannina che da 94 anni fa divertire generazioni di giovani. Ieri nobili, poi imprenditori e professionisti, pur sempre giovani come ha certificato anche il nostro recente compleanno.
Idealmente, mi sia consentito di alzare il calice a tutti gli amanti della Versilia e di ringraziare pubblicamente il maestro dello stile italiano, Giorgio Armani, che ha voluto riservare a questo locale una citazione nella sua recente e apprezzata autobiografia, quale “luogo del cuore”.
Gestire, da proprietari, questo locale non è facile. Oltre alle normative ci sono aspetti che riguardano la società che cambia, lo smarrimento di certi valori.
Io rispetto da sempre le forze dell’ordine per la loro attività di contrasto alla criminalità, così come rispetto la legge. Ma, lo dico senza nascondermi dietro un dito, perché noi Guidi non ci siamo nascosti mai neppure in tempo di guerra: quando a inizio stagione è stata chiusa la Capannina, ci sono rimasto male. Non perché certi episodi non si siano verificati, ci mancherebbe. Ma perché il comportamento di singoli, fuori dal locale, non trovo corretto che venga imputato a chi gestisce una sala. Sarebbe come dire che la colpa di un incidente è dovuta alla vicinanza di un ristorante. Noi facciamo del nostro meglio, schierando fino a trenta addetti alla sicurezza dotati autorizzazione prefettizia, continuiamo a impedire l’accesso a chi non è vestito in maniera decorosa. Capisco che da un decennio ci sia la moda dei pantaloni sfregiati o strappati, ma in Capannina non entri. Capisco che nei locali sulla spiaggia, che moltiplicano le notti d’estate, molti vadano con gli short, da noi no. Tutti fanno le feste, nelle ville private, in quelle medicee, negli stabilimenti. Ci sono decine di locali lungo la costa. È ovvio, chiudere la Capannina fa più rumore, mediaticamente parlando. Ma ho la pretesa di dire che questa è una luce nella notte. Un punto di riferimento, anche per le pattuglie che possono controllare, meglio, cosa accade in una località di mare che si è evoluta, ma non può dimenticare le proprie radici. Perché le mode arrivano, improvvise, come un vento di primavera. Poi passano.
In questi 47 anni ho visto il Forte cambiare una decina di volte e rimanere sempre lo stesso. Se c’è questo movimento, vuol dire che il territorio ha qualcosa di speciale, di magico. Protetto dalle Alpi, baciato dal mare, con un microclima unico e molto verde, è il richiamo naturale per un turismo d’élite. Un turismo che chiede servizi sempre migliori, camere d’albergo sempre più di comfort, servizi sugli arenili d’avanguardia. E che ci ricorda un dogma: l’estate è fatta per divertirsi e per amare. Se rispetti questi aspetti e il buon senso tutto fila per il verso giusto. Altrimenti a fine stagione ti accorgi che qualche numero nelle presenze non torna.
Il nostro compito è quello di cercare di sbagliare il meno possibile. E qualche errore l’avrò commesso pure io. Ma sempre animato dal desiderio di svolgere un servizio per il territorio.
Ho iniziato diciamo diversi anni fa alla Sirenetta di Castelfranco di Sotto, ho fatto una prima esperienza significativa a Viareggio, poi negli anni Settanta – che facili non furono – ho maturato una certa popolarità con le sale di Firenze e Bologna, prima di arrivare a Forte dei Marmi e a Focette. Sì, lo confesso, ero più attratto dalla Bussola che dalla Capannina, ma poi, entrandoci nel 1977, dopo un periodo non facile per il locale, bisogna pur dirlo, me ne sono innamorato da dedicarle la vita.
Ho portato i grandi della musica internazionale quando era possibile scritturare Ray Charles o Grace Jones, che oggi si esibirebbero solo in uno stadio. Ho portato i grandi dell’Italia, che però su un palco dopo l’1 di notte non salgono, sempre che i loro manager non preferiscano le arene con decine di migliaia di biglietti in vendita. È cambiato il mercato. Il locale della famiglia Guidi è sempre a disposizione di chi ne fa richiesta, per iniziative di livello e anche per quelle legate al territorio (anche alle scuole) perché non c’è solo l’estate. Perché è vero ho ospitato presidenti del consiglio, produzioni cinematografiche, presentazioni di libri. E quando l’amministrazione ci ha chiesto una mano ho risposto presente, a iniziare dal Premio Satira che è nato in Capannina. Così oggi sono qui a rileggermi le bozze di un nuovo libro. Un 70enne ben stagionato, come mi ha definito la stampa nazionale, alle prese con una società che cambia, ma che deve potersi divertire dopo i lunghi mesi freddi. Il Forte è di tutti
E domani? Domani è un altro giorno, si vedrà. Scherzo, ovviamente. Capisco la domanda che ricorre. La famiglia Guidi non vende. Non ora. Perché vuole salvaguardare questo patrimonio della collettività. Certo con mia moglie Carla abbiamo ricevuto proposte concrete, ma non ho trovato nessuno che assicurasse un proseguimento pari alle aspettative, in termini di rispetto per il Forte e per la nostra affezionata clientela. Quando quaranta anni fa ho voluto il film “Sapore di mare”, ad esempio, credo che abbia portato una ventata positiva a tutto il litorale. E mi sono ritrovato, lungo un percorso di una professione che ancora non ho capito bene cosa sia, nominato Grande Ufficiale della Repubblica, insomma non posso lamentarmi.
Concludo questa lettera con un messaggio per i giovani. Ogni generazione ha avuto le proprie rivoluzioni. Ricordo quando arrivarono le prime minigonne, quando ci furono le contestazioni, quando sbarcò l’emergenza della droga. Oggi li vedo un po’ più fragili perché vivono isolati. L’uso dei social forse è meno coinvolgente di una compagnia. Si pone al primo posto un like, invece di pensare a un dialogo, a un affetto. Mi piacerebbe che i giovani riscoprissero i lenti, il ballo di coppia. Mi rendo conto che suoni come un’utopia. Ma è il desiderio che un “giovane” nonno vorrebbe rivolgere ai “nipoti”. Divertitevi, con giudizio. Riscoprite il gioco della seduzione. Rispettate, se volete esser rispettati. Ho fiducia in voi.
* Titolare della Capannina