Pisa, l'ospedale-università da 250 milioni prende forma: si produrrà energia da solo. Il progetto – Video
«Insieme alla Darsena Europa a Livorno, il più grande investimento della Regione nella legislatura 2020-2025». Così il presidente della Regione, Eugenio Giani, per sottolineare l’importanza del Nuovo Santa Chiara
PISA. «Il più grande ospedale della costa da Genova a Roma». Oltre 250 milioni di lavori. E 130 milioni per gestione e manutenzione. Un marchio registrato appositamente per l’opera. Per segnare una svolta sanitaria che va oltre la Toscana. Un sito che offre una panoramica sullo stato dei lavori in tempo reale (e-chiaracresce.it). A Pisa, nell’area di Cisanello, prende forma il Nuovo Ospedale Santa Chiara (Nsc, l’innovativo brand). Il maxi distretto sanitario – in grado di ospitare anche l’università di medicina – che ha visto la posa della prima pietra a fine 2019. Ieri un altro passo avanti, con la bandiera issata sull’ultimo solaio dell’edificio 34, che accoglierà degenze e sale operatorie, terapie intensive, centro ustioni collegato al monoblocco pre-esistente (edificio 30) e all’edificio 31 dalla main street. Moderno e tecnologicamente avanzato, il Nuovo Santa Chiara si candida anche a essere un ospedale autonomo dal punto di vista energetico.
«Finalmente ci siamo»
Nella cerimonia di giovedì 8 giugno per celebrare il completamento dello scheletro del primo edificio del Nuovo Santa Chiara, realizzato in seguito al contratto stipulato con il raggruppamento temporaneo di imprese vincitore dell’appalto (Finso Spa capogruppo, oltre a Cmb e Cmsa), il rettore dell’università di Pisa, Riccardo Zucchi, ha parlato del Santa Chiara del futuro come un «evento storico», mostrando un documento della metà degli anni Settanta in cui già si annunciava «l’imminente trasferito della facoltà di medicina a Cisanello». Mezzo secolo dopo – la fine dei lavori è prevista nel 2026 – il contenuto della lettera ritrovata dal rettore diventerà finalmente realtà.
Il progetto
«Insieme alla Darsena Europa a Livorno, il più grande investimento della Regione nella legislatura 2020-2025». Così il presidente della Regione, Eugenio Giani, per ribadire l’importanza del Nuovo Santa Chiara. Dopo la realizzazione dell’edificio 34 “battezzato” giovedì 8 giugno, i lavori si concentrano sulla costruzione degli altri manufatti che stanno prendendo vita: gli edifici 33 e 35 che ospiteranno il centro prelievi, il palazzo direzionale con gli uffici amministrativi, gli stabili destinati a cucina e mensa, le centrali di energia, i magazzini e gli edifici universitari, dove si articoleranno polo didattico e scienze mediche di base, con la scuola di medicina e gli spazi per la ricerca. L’appalto prevede, da qui al 2025, il completamento degli edifici a uso sanitario e didattico e poi, per i successivi nove anni, la gestione e manutenzione sia del patrimonio immobiliare di nuova edificazione sia di quello pre-esistente nel presidio ospedaliero di Cisanello; la gestione e produzione del calore, la manutenzione di edifici e impianti, la logistica dei trasporti, comprese la fase di start-up di avviamento dell’intero complesso.
La tramvia
Il Nuovo Santa Chiara sarà quindi «uno degli ospedali più innovativi e di alta specialità di riferimento a livello internazionale», come spiega la direttrice generale dell’Azienda ospedaliera universitaria pisana (Aoup, in sigla), Silvia Briani. Il sindaco di Pisa, Michele Conti, precisa come il nuovo polo ospedaliero non debba diventare «una monade isolata, ma sia collegato sempre di più con la città e con i quartieri limitrofi», parlando del «progetto che stiamo presentando al ministero per la realizzazione della tramvia che collegherà la stazione a Cisanello».
Una perla energetica
L’architetto Filippo Terzaghi è il responsabile dell’appalto, nonché direttore del dipartimento di area tecnica dell’Aoup. Ed è proprio lui a spiegare come siano in fase di valutazione alcune soluzioni per rendere praticamente autonomo dal punto di vista energetico il Nuovo Santa Chiara. Parla di «50mila metri quadrati di pannelli fotovoltaici installati a copertura di tre aree parcheggio del distretto sanitario», ma anche dello studio per valorizzare la fonte «geotermica, presente nel sottosuolo, per condizioni termiche in bassa temperatura». Tra le idee anche quella di creare una centrale «per la sterilizzazione dei 650mila chili di rifiuti sanitari che arrivano dalla sanità pisana. In questo modo – conclude Terzaghi – avremmo rifiuti assimilabili agli urbani, con un risparmio di due milioni di euro».
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