Vittoria Ferragamo e lo staff green: «Per noi è una filosofia di famiglia»
La manager della tenuta “Il Borro” che si trova a San Giustino (Arezzo): «Abbiamo formato un gruppo di sette persone, siamo al lavoro per avere delle certificazioni»
Alla tenuta “Il Borro” (San Giustino, Arezzo) è appena stata costituita una squadra che si occuperà di sostenibilità. L’obiettivo è lavorare ancora di più su un’economia circolare, a partire dai gesti e dai comportamenti più piccoli. Un impegno nei gesti quotidiani della vita e dell’ospitalità per rendere la tenuta ancora più ambasciatrice di una filosofia che da sempre contraddistingue la famiglia Ferragamo, tra le più importanti nel mondo della moda. Vittoria Ferragamo, componente del cda della tenuta, ha da poche settimane la delega alla sostenibilità.
Come nasce questa delega?
«Ci volevamo strutturare meglio. Abbiamo creato un team di sette persone. Ognuno segue un settore specifico dove porterà una sensibilità particolare. Abbiamo attivato consulenze esterne, stiamo lavorando per avere certificazioni: Viva con il vino, Hotel Rifiuti Zero e la Stella Verde nella ristorazione».
Per Il Borro investire sulla sostenibilità è centrale. Per quale motivo?
«Vogliamo fare la differenza su questo tema. Ci teniamo molto: è una filosofia che viene da molto lontano, dalla mia famiglia e dai nostri valori. I miei nonni erano già amanti dell’agricoltura, della vita sana, dell’autenticità di un posto, dei prodotti genuini. L’amore per le api nasce con mia nonna Wanda, per esempio. Un’educazione che ha fatto innamorare mio padre Ferruccio del Borro. Ci ha visto un territorio unico e ancora da scoprire anche a livello turistico. Un piccolo paradiso nascosto».
Quando si è resa conto di essere innamorata della tenuta di famiglia?
«Da subito. E ancora di più, quando abbiamo cominciato a vivere qui. Vado a cavallo da quando ho quattro anni, è una delle mie più grandi passioni, e qui ho scoperto la campagna, in un’immersione totale».
Quando ha realizzato che la sostenibilità sarebbe stato il futuro della tenuta?
«Da sempre. Un passaggio centrale è stata però la conversione biologica dei prodotti agricoli, nel 2015. Abbiamo installato due mega pannelli solari e tutta l’azienda è alimentata da questo tipo di energia: consumiamo meno energia di quella che produciamo. Questo è stato forse il punto di partenza di cui andiamo molto orgogliosi».
Quanto è importante condividere questo concetto?
«Penso sia bello far vedere che si possono fare piccole cose, con poco sforzo, per rispettare l’ambiente. Magari chi conosce quello che facciamo, lo può ripetere».
Quale è il progetto che le dà oggi maggiore soddisfazione?
«Tutta la parte agricola è un impegno grande. Direi però la produzione di vino, anche se non me ne occupo direttamente, che è uno dei settori più sviluppati: tutte le etichette sono biologiche. Da qui si crea una circolarità che investe anche gli altri settori con gli animali per la concimazione, con il compost e le potature, con la regimentazione delle acque. Quando vado al ristorante e si mangia un pasto dall’inizio alla fine con i prodotti del Borro, mi sento di aver raggiunto un grande risultato».
Perché ha scelto “Il Borro” anziché la moda?
«La moda mi piace, mi diverte ma solo quando lo decido io. Non me ne occuperei per la vita. Preferisco seguire la mia passione, qui c’è il mio cuore. Sono orgogliosa di far parte del mondo della moda, è la storia della mia famiglia, ma preferisco quello che sto facendo».
Quale è il prossimo investimento in chiave sostenibile?
«Potenziare la gestione dei rifiuti. Come cantina e azienda agricola stiamo contabilizzando tutti i rifiuti nell’ottica di riutilizzarli con una gestione ancora più accorta.