Il Tirreno

Il compleanno

Graziano Salvadori compie 60 anni: il primo show, la svolta Raffa e Mara e ora il cinema

di Luca Tronchetti

	Graziano Salvadori con Massimo Boldi
Graziano Salvadori con Massimo Boldi

Il comico di Fucecchio spegne le candeline e ripercorre la lunga carriera: «Da “Vernice Fresca” al film in uscita a Natale con Massimo Boldi e Nancy Brilli»

23 settembre 2024
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Quando una passione diventa il lavoro della tua vita allora puoi ritenerti davvero un uomo fortunato. Per Graziano Salvadori – comico, cabarettista, attore e regista – sin da piccolo il mondo dello spettacolo era il sogno da realizzare, la stella cometa dell’esistenza. La battuta pronta, la fluidità di linguaggio, la capacità di affrontare in chiave umoristica gli argomenti più svariati senza mai cadere nella triviale volgarità, sono sempre stati, a partire dai suoi personaggi storici Achille e Maruska, i punti di forza del suo humor toscano. Un “fucecchiese” – come il grande giornalista Indro Montanelli – oggi residente a Massarosa, ma radicato al territorio del suo vissuto che lo ha aiutato a rimanere sé stesso: ironico e autoironico. Sessant’anni (li compie oggi) e non sentirli per Graziano Salvadori, un metro e 90 di allegria e bonomia, che continua ad esibirsi in spettacoli teatrali da lui stesso prodotti – a metà ottobre riprende l’itinerante “Credevo di esser solo” – e che a dicembre vedremo impegnato nel cinepanettone di Natale “A Capodanno tutti da me” assieme a Massimo Boldi, Nancy Brilli e Massimo Ceccherini: «È tutto in alto mare. Mia moglie si sta ancora interrogando dove, festeggiare».

Un Grillo mancato

La passione per lo spettacolo si manifesta sin da ragazzo quando s’incollava al piccolo schermo per divorare i programmi del varierà in onda sulla Rai: “La Sberla” di Enzo Trapani e “Te la do io l’America” condotto da Beppe Grillo: «Eravamo all’inizio degli anni Ottanta. A Fucecchio c’erano due bar, punto di ritrovo di noi ragazzacci del paese. Con i nostri vespini 125 o 150 truccati ci spingevamo verso Empoli per esplorare nuovi territori». La scuola non era il suo forte: «Ero più spesso fuori dalla classe che seduto tra i banchi per la dannazione di mia mamma Rossana, oggi 92enne e all’epoca maestra elementare, che insegnava nella stessa scuola e mi beccava sempre con le conseguenze facilmente intuibili». La passione per la freddura, per le barzellette gliel’aveva trasmessa babbo Roberto, operaio conciario: «Un capo battutista di grandezza assoluta capace di fulminarti fino a farti ridere a crepapelle su qualsiasi argomento. Lui ha sempre creduto in me spronandomi ad andare avanti». Il suo punto di riferimento in tv all’epoca era Beppe Grillo: «Il comico, senza manie di fondare partiti. Era arguto, pungente, sarcastico e dotato di una mimica spiazzante. Quel suo modo di intrattenere i telespettatori mi affascinava. Allora sognavo di diventare come lui, oggi decisamente no».

Il primo show

Salvadori non ha ancora compiuto 16 anni quando, in occasione del Carnevale, si esibisce a una festa organizzata dal circolo Acli di Fucecchio: «Eravamo al Poggio Salamartano dove era stato allestito un palco. Un commercialista, con la passione per la musica, cantava e suonava e io facevo le imitazioni: Mike Bongiorno, Pippo Franco, Beppe Grillo e altri personaggi dell’epoca. Funzionò, la gente si divertiva».

Dalla radio alla tv

Dalle feste di compleanno, ai locali della Toscana, dalle piazze alla radio: «Nel frattempo, pur essendo l’opposto di uno studente modello, mi ero diplomato ragioniere, avevo trovato lavoro in un ufficio di un’azienda conciaria e nei momenti di relax dal cabaret frequentavo i corsi di judo, l’unica disciplina praticata che impone regole precise e che si avvicinano a quelle dello spettacolo». La Tv arriva nel 1989 grazie a Carlo Conti: «Mi aveva visto in un locale e stava cercando comici toscani per un programma in onda su Cinquestelle: Vernice Fresca», una trasmissione che scimmiottava “Non Stop” che dal 1977 al 1979 fu trampolino di lancio dei vari Carlo Verdone, Massimo Troisi (con Enzo De Caro e Lello Arena protagonista del trio napoletano La Smorfia) , i Gatti di Vicoli Miracoli, Zuzzurro e Gaspare, Francesco Nuti con i Giancattivi: «Quel programma ebbe una popolarità incredibile e venne bissato qualche anno dopo da “Aria Fresca” portando alla ribalta artisti del calibro di Leonardo Pieraccioni e Giorgio Panariello. Si formò una vera e propria scuola toscana di cui facevano parte anche il mio grande e compianto amico Niki Giustini, Gaetano Gennai, Alessandro Paci, Cristiano Militello, Gli Specchio, Walter Santillo, Massimo Ceccherini, lo sfortunato Andrea Campi e tanti altri».

La svolta

Arriva nel 1990 quando Salvadori partecipa a un provino a Roma per la trasmissione di Rai 2 “Stasera mi butto” condotta da Gigi Sabani: «Ricordo che non volevo andare. Tutti avevano uno o più personaggi da imitare mentre io non ero allo stesso livello. Fu Niki Giustini a convincermi. Quando il regista Pierfrancesco Pingitore (tra pochi giorni festeggia i 90 anni, ndr) , che si occupava del casting, mi chiese chi avrei emulato gli risposi “So fare i cani dei personaggi famosi”. Lui, senza fare una piega, mi chiese di farglieli sentire. Quattro modi diversi di abbaiare, abbinati a politici e cantanti, e poi mi congedò. Pensavo di tornarmene a Fucecchio e invece tre giorni dopo mi richiamarono e partecipai come concorrente allo spettacolo dove giunsi in finale. Sabani, assai schivo, ma molto simpatico appena mi vedeva da lontano mi apostrofava con un’enne sola che in romanesco vuol dire fregatura perché, pur non essendo un imitatore, avevo conquistato il pubblico». A quel punto il comico fucecchiese capisce che i tempi per lasciare il lavoro e dedicarsi allo spettacolo sono maturi e decide di licenziarsi: «Avevo 26 anni e quando lo dissi a casa ebbi una reazione opposta: mia mamma, disperata, si mise a piangere, mio babbo invece ne fu contento perché dietro a una scrivania non mi ci vedeva proprio e riteneva giusto che potessi ancora inseguire i miei sogni. Quasi 35 anni dopo quel giorno mia madre si è ricreduta sulla mia scelta ed è felice per quello che sono oggi».

La Raffa e la Mara

Raffaella Carrà e Mara Venier, regine dello spettacolo, sono state fondamentali per la sua crescita professionale. «Con la Raffa nazionale ho lavorato per il mio primo programma in Rai, “Ricomincio da due”. Mai conosciuta una professionista del genere. Arrivava alle 8 del mattino e se ne andava a mezzanotte. Scrupolosa, meticolosa, interessata alla vita personale di tutto il cast e pronta a dare un consiglio, un aiuto anche all’ultima ruota del carro». L’aneddoto sorge spontaneo: «Era molto interessata alla magia, all’illusionismo. Già nella prima Canzonissima del 1970 con Corrado si divertiva a fare degli esperimenti di prestidigitazione e sapendo di questa sua passione, una volta per farle uno scherzo, che poi mi serviva per una scenetta, mi presentai con un mazzo di carte da ramino». Lo sketch prevedeva che la showgirl estraesse una carta e, senza mostrarla, la rimettesse con le altre. A quel punto Salvadori versione Silvan pronunciava la parola “adesso concentrati” e mentre sfilava le varie carte ne prendeva una a caso rivolgendosi alla presentatrice con il classico “è questa” e ricevuto il diniego replicava con la battuta “lo vedi che non eri concentrata”. «In realtà per uno strano scherzo del destino la Carrà prese una carta, la rimise nel mazzo senza mostrarla e io, casualmente, dopo averlo mescolato indicai proprio quella come la carta che aveva scelto. Non ci crederete, ma per una settimana mi chiese persino in ginocchio il trucco di quel gioco di prestigio arrivando a mandarmi persino il suo compagno-coreografo Sergio Japino per carpire il mio segreto. Hai voglia di sfiatarmi per convincerla che si era trattato di un cas. A distanza di anni non ne era ancora persuasa». Con Mara Venier una collaborazione artistica che inizia in Rai con Domenica In e prosegue a Canale 5 nel programma mattutino Ciao Mara: «Una casinista divertente e divertita che sa muoversi con grande disinvoltura nel mondo dello spettacolo. Sa cantare, ballare, recitare, intervistare. E tutto con grande spontaneità. Nella vita quotidiana è come la vedi in tv, si vede che viene dalla scuola di Renzo Arbore: riesce a coinvolgere i suoi collaboratori anche fuori dalla sala prove».

L’amicizia

«Nel mondo dello spettacolo “Amici” va in onda su Italia 1». Scherza Salvadori per sottolineare però una grande verità: l’amicizia è merce rara: «C’è molta competizione e spesso sul set non si va oltre il “ciao” di presentazione. Come al solito il sentimento di affinità e di simpatia è merce rara, ci si fida di poche persone. Io penso a Niki Giustini e Novello Novelli con cui ho trascorso momenti indimenticabili sul piano umano e professionale, protagonisti della mia prima esperienza da regista cinematografico nel 2013 con il film “Sarebbe stato facile”. E poi cito Gianluca Pirazzoli, figlio del direttore d’orchestra Pinuccio, che 34 anni fa da aiuto regista della trasmissione tv “Stasera mi butto” ebbe a dirmi, in modo disinteressato, che se un giorno avesse diretto un film mi avrebbe chiamato a interpretarlo. Di acqua sotto i ponti ne è passata tanta, ma a inizio d’anno, ho ricevuto una sua telefonata: era stato chiamato alla regia per il cinepanettone di Natale e si era ricordato di me: “Caro Graziano, non mi sono dimenticato. Sei dentro il film”. Ecco, questa è la vera amicizia». 

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