Maltempo
Biagio Antonacci: «Con “L’inizio” voglio celebrare la libertà»
Dopo cinque anni di attesa il cantautore lancia il suo nuovo album
Biagio Antonacci ha raggiunto quello status artistico e di credibilità in cui può permettersi di fare scelte molto personali e rivendicarle. A 60 anni, con una lunga carriera di successo, nel passato e nel presente, e un nuovo figlio appena nato, decide di affrontare il tema del cambiamento e del coraggio di farlo con un album il quale, non a caso, s’intitola “L’inizio” e che sarà disponibile (cd, vinile e digitale) da domani.
Il tema dell’inizio, del ricominciare, pur non essendo il solo, è centrale, è una sorta di concept che attraversa il disco e va inteso in un senso molto particolare, legato a un’analisi del presente e delle relazioni sociali in un periodo di grande complessità. «In questo disco – dice il cantautore milanese – c’è il tema dell’inizio, dell’abbandono, c’è il coraggio di cambiare, l’invito a non aver paura dei mutamenti, di avere la forza per superare lo status quo a cui questa società ci vuole legati. D’altronde – prosegue – c’è il concetto di posto fisso, di un mutuo che ti lega a una casa per molti anni o l’amore eterno che ti giuri in Chiesa per il matrimonio».
La sua idea di “inizio” è diversa. «Non amo il concetto orientale del tempo, che è un’idea lineare con un inizio e una fine. Preferisco, come fanno in Oriente, pensare a una circolarità in cui non c’è una fine definitiva, perché questa diventa sempre un nuovo inizio. Come d’altronde è il corso della natura, che ho imparato ad apprezzare da quando ho una tenuta agricola in Romagna. Al momento delle potature, quando la vigna finisce, quando vai a togliere i rami vecchi, tu non stai finendo, stai iniziando un nuovo percorso, stai lavorando per il futuro. La natura ci insegna questo».
A volte, secondo Antonacci, abbandonare il passato e aprire un nuovo ciclo vitale è osteggiato dalla società, dalle consuetudini. «Spesso ti dicono: “Sei cambiato” e senti una “mal+intenzione” in queste parole. Siamo abituati – ragiona Antonacci – a essere sempre gli stessi per tutti, per non deludere gli altri. Appena fai un passo fuori dal recinto, dalla tua zona di comfort, diventi anomalo. Nella mia azienda agricola c’è un ex medico che ha abbandonato tutto per fare il contadino. Quando prese la decisione – racconta il cantautore – tutti gli hanno dato contro, ma lui ha deciso di farlo e ora si sente libero».
Il concetto di inizio, in questo caso del ciclo della vita, il 60enne cantautore lo sta vivendo a livello personale. È infatti diventato nuovamente papà. «Noi – afferma Antonacci – dovremmo vivere sempre di nuovi inizi. Se fosse così saremmo delle persone libere, genuine, ci avvicineremmo al concetto di amare veramente quello che ci accade. Nella società di oggi il cambiamento diventa un atto di coraggio».
Di questo argomento una sera Antonacci ne ha parlato con il «giovane e talentuoso» (come lo definisce Biagio) cantautore Giorgio Poi annunciandogli che sarebbe diventato padre. «Lui mi ha detto che ero veramente coraggioso. In realtà sono uno che vive e quando vivi il coraggio ti si attacca addosso. La mattina dopo mi ha mandato delle note su quanto ci eravamo detti invitandomi a usarle come spunto per una canzone. Ma io – ricorda – gli ho detto che era lui a doverla scrivere perché aveva perfettamente centrato il mio pensiero. Lo stesso era successo con Paolo Conte e Franco Battiato, gli unici di cui ho cantato canzoni non mie».
Così è nato il brano, dedicato a suo figlio Carlo, che ha dato il titolo all’album e che lo apre. Musicalmente “L’inizio” è un disco variegato in cui si trova il pop di Antonacci ma anche certe aperture inedite come quelle con il dj e produttore Benny Benassi (in un brano uscito lo scorso maggio) e, dopo l’esperienza sanremese, con Tananai e Don Joe (insieme rileggono “Sognami”, hit di Antonacci del 2007). «Adesso – ammette il cantautore – godo di una grande libertà che mi permette di fare quello che mi piace veramente, senza più guardare al passato. Nella vita – confessa – ho sempre rimandato i cambiamenti, la mia voglia di fare un disco “pazzo” è stata ogni volta posticipata e sono sempre restato nella norma». Ora “L’inizio” non è un disco “pazzo” ma, come dice lo stesso autore «veramente libero, nato in quattro anni durante i quali ho scritto 35 canzoni registrandone 15». Insomma non sono esclusi nuovi singoli...