Sovana, uno scrigno di antichi tesori incastonati nel tufo
Borgo del Grossetano, vi nacque Gregorio VII il papa riformatore destituito dall’imperatore
Il minuto borgo di Sovana si trova tra le verdi e gialle colline dell’Albegna e del Fiora, poco oltre Pitigliano, in provincia di Grosseto. E di Pitigliano infatti prosegue non solo la via, ma il discorso poetico e visivo.
Sovana è un microcosmo, un microcosmo ancora di tufo, ricco di luminosi tesori. La luce è infatti la prima forza che costruisce la centrale, raccolta piazza del Pretorio, che si apre sul bel Palazzo del Pretorio e sulla sua loggia del Capitano.
Tutta questa struttura è attestata già come esistente ai primi del 1200. A quell’epoca era sede del potere locale e delle famiglie più importanti del borgo. Poi, con il corso del tempo, fu rimaneggiato dai senesi e divenne, nel 1600, addirittura la sede della carceri del borgo.
Un altro lato della piazza si apre sul Palazzo dell’Archivio, anch’esso duecentesco, che era la sede del tribunale di Sovana in età medievale.
Un altro palazzo importante che si apre su questa piazza è il Palazzo Bourbon del Monte, appartenuto dal 1500 all’omonima famiglia, e recentemente restaurato per diventare sede di interessanti attività culturali, specie durante la stagione estiva.
Un altro edificio da notare per il viaggiatore è certo quello in cui nacque il figlio più importante di questo piccolo borgo. Si tratta della casa natale di papa Gregorio VII. Ovvero di Ildebrando di Sovana, che nacque in questo piccolo edificio che si trova ancora nella Via di Mezzo del borgo, intorno all’anno 1015.
Fin da bambino, il piccolo Ildebrando mostrò di avere una intelligenza particolarmente viva ed una curiosità non comune. Fu quindi inviato a studiare a Roma, già destinato fin da quei suoi primi anni alla carriera ecclesiastica. L’arrivo e la permanenza a Roma devono essere stati un trauma per il giovane figlio di Sovana. Questi primi anni di studio non sono molto noti ai ricercatori. Si sa però che Ildebrando aveva a cuore fin dall’inizio una riforma della Chiesa, che la riportasse all’originale spirito di Cristo.
Il 22 aprile 1073, a quasi 60 anni, fu nominato papa. Lo spirito riformatore fu sempre forte durante il suo pontificato, portandolo anche ad una posizione dura contro l’impero in quella che gli storici ricordano come la “lotta per le investiture” tra papato e impero. L’imperatore Enrico IV, colpito dalle posizioni del Papa, che lo minacciava di scomunica, destituì Gregorio VII. Il papa fuggì da Roma, per riparare a Salerno, dove Roberto il Guiscardo, signore del luogo, gli aveva promesso aiuto. E fu qui che il figlio più famoso di Sovana morì il 25 maggio 1085.
Sicuramente, in un qualche momento della sua lotta contro gli egoismi e la vanità del mondo, Ildebrando avrà ripensato alla pace e alla serenità del piccolo borgo che gli aveva dato i natali.
Pace e serenità che si trovano ancora nella Concattedrale di San Pietro, che proprio Gregorio aveva voluto ricostruire sulla base di un precedente edificio religioso del VI secolo. Notevoli, nell’ampia cattedrale, sono i capitelli decorati, che raccontano scene della Bibbia.
Ma il piccolo abitato di Sovana è ricchissimo di luoghi di culto. Un altro da attraversare è infatti la duecentesca Chiesa di Santa Maria Maggiore, con un elegantissimo ciborio che arricchisce i suoi interni.
Ma il viaggio a Sovana non può certo fermarsi solo al piccolo borgo di tufo. I dintorni, infatti, offrono molti altri angoli importanti.
È possibile fare per esempio una bella passeggiata che porti alle tombe etrusche più importanti del territorio. Tombe immerse nella silenziosa e verdissima natura dei dintorni. Non si può non perdere, per esempio, la tomba del Tifone, che risale al II secolo a. C., così chiamata proprio per una testa del mostro mitologico greco Tifone, rinvenuta all’interno.
Altrettanto affascinante è la Tomba della Sirena. Ma la Tomba più bella è di sicuro la tomba monumentale detta Ildebranda. Indimenticabile proprio perché unica tra le varie tipologie di tombe etrusche conosciute. La tomba Ildebranda ricalca infatti l’imponente costruzione di un tempio ellenico. Salire i gradini laterali che portano all’entrata del tempio, fino ad abbracciare il bel portico e il colonnato d’entrata, è come tuffarsi nel passato. Scendere in un sogno, nei ricordi di altri mondi e di altre forme del bello, di altre forme umane che il viaggiatore ha già, in qualche modo, attraversato.