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La manifestazione

Prato, la rabbia dei metalmeccanici sotto la sede di Confindustria: «Vogliamo il contratto!» – Video

di Paolo Nencioni

	Il corteo dei metalmeccanici in via Valentini
Il corteo dei metalmeccanici in via Valentini

La Fiom Cgil sostiene che gli utili delle imprese locali del settore sono aumentati del 114% dal 2019 e propone la detassazione degli aumenti sui minimi contrattuali

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PRATO. “Contratto! Contratto! Contratto!”. Quasi duemila operai metalmeccanici di Firenze, Prato e Pistoia hanno preso parte stamattina, 18 dicembre, al corteo organizzato da Fiom, Fim e Uilm in occasione dello sciopero di otto ore per il rinnovo del contratto nazionale dopo la rottura delle trattative con Federmeccanica. Il corteo è partito da piazza delle Carceri e dopo aver attraversato il centro storico si è concluso davanti alla sede di Confindustria Toscana Nord, in via Valentini.

Pesanti ma inevitabili le conseguenze per il traffico in tutta la zona, con la chiusura di alcune strade e le deviazioni indispensabili, mentre un elicottero della polizia ha volteggiato a lungo intorno alla sede di Confindustria.

Secondo i sindacati confederali Federmeccanica non ha fatto quasi nessuna concessione di fronte alle richieste dei lavoratori e per questo si chiede agli industriali di tornare al tavolo della trattativa da gennaio. A Prato la situazione è ancora più complicata perché alcuni mesi fa Ctn ha disdetto in maniera unilaterale gli accordi territoriali che erano in piedi da mezzo secolo.

«Mai come oggi la mobilitazione può essere decisiva – ha detto Luca Trevisan della segreteria nazionale Fiom – In questo paese esiste un problema di salario e le cronache ci raccontano di un paese reale distante anni luce dalla narrazione del governo. La nostra lotta è anche quella del comparto moda, che è in crisi».

Inevitabile un accenno alla sicurezza sui luoghi di lavoro, nove giorni dopo il disastro al deposito Eni di Calenzano che ha fatto cinque morti. «Rivendichiamo il diritto di lavorare in sicurezza – ha detto Trevisan – Tre morti al giorno, mille morti all'anno sono una vergogna nazionale, un tributo di sangue inaccettabile. Servono più controlli e più ispezioni. Ma lottiamo anche contro chi considera il diritto di sciopero un problema di ordine pubblico, contro il governo che introduce il reato di blocco stradale. Servirebbe invece un'azione nei confronti di Federmeccanica, decidendo di detassare gli aumenti sui minimi contrattuali. Chiediamo che il salario aumenti più dell'inflazione. Gli industriali propongono nessun aumento certo e se l'inflazione è troppo alta te la pagano 24 mesi dopo. I bilanci aziendali dicono che in questa zona, tra Firenze, Prato e Pistoia, gli utili delle aziende metalmeccaniche sono aumentati del 114% dal 2019, senza i conseguenti investimenti».

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