Jacopo Seghetti, chi è il portiere del magico debutto: tutto è iniziato grazie a Beppe Fiaschi
Il diciannovenne eroe” di Coppa Italia con la maglia dell’Empoli: la scuola calcio, il decollo e la dedica speciale ai genitori
SAN MINIATO. Una dedica ai genitori per il debutto con la prima squadra che li ha commossi fino alle lacrime: Jacopo Seghetti, sanminiatese classe 2005, martedì sera ha debuttato e alla grande fra i pali dell’Empoli nel match di Coppa Italia vinto a Torino contro i granata per 2-1, anche grazie alle parate del baby portiere azzurro. Che tanto baby non è, dato che è alto 189 centimetri e ha l’apertura alare dei portieri moderni.
«Cosa ha preso Seghetti»
Seghetti è stato decisivo nel respingere gli assalti di Zapata e Maripan, esultando per aver salvato la rete del vantaggio al novantesimo di Haas come se avesse segnato a sua volta. Il “cosa ha preso Seghetti” proferito al minuto 92’35 dal telecronista Massimo Callegari rimarrà nelle orecchie del diretto interessato e anche di tutti quelli che gli vogliono bene ancora per molto tempo.
Dopo la partita Seghetti è tornato Jacopo, nel senso che ha dedicato la vittoria ai genitori che nonostante la mattina dopo dovessero iniziare a lavorare molto presto, si sono comunque sobbarcati il viaggio verso lo stadio Grande Torino, ripartendo poco prima dell'alba dopo aver salutato il figlio che stava salendo sul pullman direzione Empoli.
La notte magica
«Sognavo una notte del genere – ha detto ai microfoni di SportMediaset – la immaginavo mentre venivo allo stadio. Dedico questa vittoria ai miei genitori, che sono venuti allo stadio nonostante il giorno dopo dovessero lavorare. La dedico anche a tutti quelli che mi sono stati vicino in questo periodo».
Parole che in casa Seghetti sono state carezze: «Sentire quella dedica – racconta il padre Paolo, pasticcere – è il massimo per me e mamma Catia. E vederlo debuttare lo ripaga di dieci anni di sacrifici: lui sognava il debutto ma credo sia andata meglio anche di come sperava, perché ha fatto delle parate decisive. Non era facile essere così lucidi al debutto coi grandi. Spero per lui che sia il primo gradino di una carriera importante. Il giorno successivo per noi è stato strano, positivamente strano: tanti amici ci hanno cercato per festeggiare questo traguardo».
Jacopo Seghetti è di San Miniato, terra famosa per la Rocca Federiciana e il tartufo bianco. La sua famiglia, invece, è molto conosciuta nella vicinissima Santa Croce sull’Arno – culla del distretto del cuoio – per la pasticceria Vacchetta.
Quel giorno con Fiaschi
A scoprire Jacopo è stato di fatto Giuseppe “Beppe” Fiaschi, terzino che ha militato nelle giovanili e nelle riserve della grande Fiorentina e ha marcato gente come Hamrin e Julinho: «Un giorno – racconta Paolo Seghetti – erano al campo sportivo e Beppe Fiaschi chiese chi volesse andare in porta, perché un portiere serve sempre. Jacopo alzò la mano e da allora non ha più tolto i guanti: dopo sei mesi a San Miniato è stato selezionato dall’Empoli e ha iniziato la trafila nel settore giovanile».
Il mito Buffon
Un percorso netto, verrebbe da dire, senza particolari passaggi in altri ruoli. Non come Buffon, insomma, che ha giocato per anni a centrocampo salvo fare cinquanta metri all’indietro e diventare un fenomeno tra i pali. Buffon che è l’idolo di Jacopo: «È sempre stato il suo mito – prosegue il padre – ma nutre grandissima stima per Guglielmo Vicario (oggi estremo difensore del Tottenham e della Nazionale di Spalletti ndr) che ha conosciuto personalmente a Empoli: un portiere fortissimo e una persona umile”.
Una “cantera” speciale
In famiglia Seghetti lo zio è stato portiere nelle giovanili del Montecatini ma d’ora in poi il principale alfiere della tradizionale sportiva in casa Seghetti sarà Jacopo.
Che è l’ennesimo prodotto di un vivaio che sforna costantemente giovani promesse e futuri campioni: si pensi a Tommaso Baldanzi o al suo erede Jacopo Fazzini, solo in ordine di tempo. E poi Samuele Ricci - convocato in Nazionale - Lorenzo Tonelli, il cavallo di ritorno Mattia Viti e Kristjan Asllani, ormai stabilmente nelle rotazioni dell’Inter di Simone Inzaghi.
L’auspicio è che Seghetti ne segua le orme e che dalla sua Molino d’Egola spicchi definitivamente il volo nel calcio che conta: il prossimo passo è il debutto in Serie A, visto che Seghetti è il secondo di Devis Vásquez, altra piacevole scoperta dell’undici di Roberto D’Aversa.
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