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SuperPippo guarda tutti dall'alto della Torre: i numeri e i dettagli che scaldano il popolo pisano

di Francesca Bandinelli

	Filippo Inzaghi
Filippo Inzaghi

È una “staffetta” di famiglia: Filippo in B guida la classifica. Invece Simone con l’Inter ha ceduto la vetta

20 settembre 2024
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A volte è solo questione di dna. I fratelli Inzaghi lo avevano fatto vedere già da calciatori. Filippo ha vinto tutto: vicecampione d’Europa e campione del Mondo (rispettivamente nel 2000 e nel 2006) con la Nazionale, per poi fare il pieno di trofei col Milan, con due Champions, altrettante supercoppe europee, un Mondiale per club e due scudetti. Prima, nella Juventus, aveva festeggiato la conquista del campionato italiano e la vecchia Coppa Intertoto. Macinando gol uno dietro l’altro ci mise poco a diventare Superpippo, sesto marcatore di sempre nelle competizioni Uefa per club e primo tra gli italiani. Suo fratello Simone, di tre anni più giovane, invece, ha legato il suo nome alla Lazio, con cui prima a vinto sul campo (uno scudetto, tre Coppe Italia, due Supercoppe italiane e una Supercoppa Uefa), e poi dalla panchina, diventando l’unico biancoceleste ad aver vinto Coppa Italia e Supercoppa italiana da calciatore che da tecnico. Passato all’Inter, non è venuto meno il suo feeling coi trofei: dal 2021 ad oggi, ne ha conquistati, dietro solo al Mago Herrera e a Roberto Mancini (entrambi a quota sette). L’altra sera ha pure messo il guinzaglio al City di Guardiola nel debutto stagionale in Champions. Se non un record, quasi.

Il duello estivo

I due si erano sfidati, nella bollente estate alle porte, all’Arena Garibaldi di Pisa (1-1): da una parte Pippo, chiamato a rilanciare i nerazzurri di Toscana dopo la passata stagione fatta di troppi chiaroscuri, dall’altra Simone, l’uomo che nella Milano col biscione ha portato lo scudetto della seconda stella con cinque giornate d’anticipo per di più battendo il Milan nel suo derby di casa. Ora, però, seppur in due campionati differenti, c’è stata una sorta di staffetta. In famiglia.

Domenica degli opposti

Sì, perché nella domenica (15 settembre, ndr) in cui la squadra di Simone è rimasta imbrigliata nelle maglie strette del Monza, rischiando di doversi leccare le ferite, assistendo al sorpasso prima del Napoli e poi dell’Udinese, Filippo si è fatto re battendo la Salernitana, una delle squadre del suo passato, e balzando in testa al campionato di Serie B. Ma non c’è tempo da perdere, perché quello di domani potrebbe già rappresentare un primo bivio per i sogni dei tifosi pisani. Nello stadio di casa arriva il Brescia staccato di sole due lunghezze e i nerazzurri puntano al bottino pieno per tentare il primo allungo con sguardo verso la promozione diretta. E Pippo è pronto a tutto pur di provare a scrivere una nuova pagina di storia, per sé stesso ma prima di tutto per il club che ha puntato senza incertezza su di lui.

Avvii sprint

Pippo ci ha sempre provato a cominciare la stagione col piede schiacciato sul gas. Col Milan, alla sua prima stagione sulla panchina di una big, fu un mezzo disastro, non essendo riuscito a trascinare la sua squadra di nuovo in Europa e non vedendosi nemmeno riconfermato l’accordo sottoscritto. Il riscatto, però, arrivò a stretto giro, seppur nelle serie inferiori, già da Venezia, dove ha dettato legge. Lo ha fatto in C, conquistando subito la promozione diretta in B, e uscendo sconfitto dalla corsa verso la A la stagione successiva solo nella semifinale playoff. Gli altri record li ha battuti a Benevento (stagione 2019/20), al termine di un campionato vissuto da protagonista, con la matematica certezza della promozione in A con sette turni di anticipo e un distacco sulla seconda di 18 punti. Adesso, Pippo è pronto per andare oltre. Intanto, ha messo in vetrina i geni da “architetto” del gioco già mostrati dal fratello, in Italia e in Europa, e ora prova a mettersi in scia. Per sfidarlo sullo stesso terreno c’è da conquistarsi la promozione in A, che poi è l’obiettivo a cui tutti, sotto la Torre, nemmeno troppo silenziosamente aspirano. Superpippo ha già ingranato la marcia: gli ingredienti per vincere li ha già sperimentati, proprio come suo fratello Simone. Ora più che mai bisogna crederci.

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