Maltempo
L’Italia del fioretto è argento: un’altra medaglia per il pisano Filippo Macchi
Nella finale a squadre sulla pedana di Parigi ha la meglio il Giappone
PARIGI. Filippo Macchi, 23 anni ancora da compiere, da Cascina e l’Italia del fioretto maschile – a squadre – conquistano la medaglia d’argento a Parigi in una finale comunque bellissima contro un Giappone molto forte. L’Italia, all’appuntamento per il sogno d’oro, arrivava dopo la vittoria contro gli Usa, in semifinale, e dopo quella contro la Polonia nel turno precedente.
Il toscano
E la mente di molti tifosi era in parte ancora lì, a quell’argento di lunedì 29 luglio: il pisano cresciuto sulle pedane del e quell’argento dal sapore d’oro sfumato, tra rabbia – quella del ct Stefano Cerioni – e la delusione di tutti, con il giovane fiorettista toscano, l’indomani, a riportare la calma con la riflessione social che aveva dato una bella lezione di sport: «Scippato? Sono un ragazzo fortunato, con una medaglia d’argento e con amici e fidanzata stupendi», aveva scritto nelle ore calde del dibattito, chiudendo la discussione. Ieri un’altra occasione per l’oro, questa volta con il fioretto a squadre. Circolo Scherma Navacchio
Il racconto
La stoccata di Tommaso Marini – con Macchi appunto, Guillaume Bianchi e Alessio Foconi a formare il quartetto azzurro – apre nella serata francese la finale che va in scena una volta archiviato il match che vede la Francia prendersi il bronzo. Si parte tra Marini-Shikine con il Giappone al primo assalto avanti (due i punti di vantaggio); l’Italia trova il momentaneo 7-7 con Bianchi, prima del “ritorno” di Imura che porta a 10 il punteggio del Giappone. Il vantaggio azzurro, però, arriva proprio con il classe 2001 toscano – nato a Pontedera – che ha di fronte Matsuyama. Ed è lo stesso toscano – nel testa a testa – che prima va sotto, poi è bravo a trovare la parità e soprattutto a tenere gli azzurri “attaccati” alla prima forza del ranking. È il 17-16 di Bianchi (con Shikine) che riapre gli assalti e soprattutto permette al fioretto azzurro a squadre di trovare un nuovo vantaggio che diventa doppio (20-18), prima di far spazio al campione Matsuyama con Marini che prima allunga (23-20 Italia), poi è bravo nell’attacco (24-22) che frena il ritorno dell’avversario. Ma è una sfida che resta combattuta, punto su punto, con Marini che nella “quinta” porta il vantaggio (25-23) a più due, prima dell’arrivo di Macchi che di fronte si trova Imura. Ed è proprio quest’ultimo che riporta avanti le stoccate giapponesi, con Bianchi, contro Matsuyama, che nel momento migliore del Giappone riapre però le speranze azzurre e trova il 34-34, nonostante – al settimo – qualche fastidio a una mano.
Il rush finale e il ko
La spinta azzurra però finisce qui, di fatto. Con Foconi (al posto di Macchi)-Nagano i giapponesi trovano cinque stoccate di vantaggio e mettono nel mirino i 40 punti, trovati poco dopo. A Marini il compito – di fronte questa volta a Imura – di riavvolgere il filo delle speranze azzurre. L’Italia però rimane sui 34, mentre il Giappone fa 41 e 42. Poi toccata-risposta: è 43 che presto diventa 44, mentre Marini porta sui 36 i punti azzurri, ma Imura chiude i giochi e porta l’oro olimpico alla squadra del Giappone.