Il Pd accusa le deputate Mazzetti e La Porta di non aver sostenuto il tessile di Prato
Furfaro: «Affossato il nostro emendamento e loro nemmeno si presentano». La replica della parlamentare di FdI: «Avevo già detto che non ero d’accordo e ho ottenuto altri risultati»
PRATO. Il Partito democratico accusa le parlamentari pratesi di centrodestra di non aver fatto niente per far arrivare aiuti economici al distretto tessile in crisi.
«La maggioranza ha bocciato l'emendamento sul distretto tessile – dice il deputato Marco Furfaro – In questo Paese si possono trovare miliardi per un canile vuoto in Albania, per i condoni, per gli stipendi dei ministri, ma non dieci milioni per un distretto e la sua gente che ne avevano tremendamente bisogno. Come ci avevano chiesto sindacati, imprese e categorie nella riunione del 30 settembre. E come ribadito dalla proposta di emendamento alla legge di bilancio inviata ai parlamentari il 7 novembre. La cosa grave non è solo il fatto che la destra se ne frega di Prato e delle sue sofferenze. C'è di più. E riguarda il comportamento ipocrita delle parlamentari del territorio, che dichiarano alla stampa successi mai avvenuti e si prendono impegni che non mantengono. Il 18 novembre Erica Mazzetti a La Nazione dichiara: “Come avevo promesso, ho chiesto il rinnovo del contributo di 10 milioni per il Comune di Prato per il 2025, e spero che tutti i parlamentari del territorio sottoscrivano, senza steccati ideologici ma con pragmatismo”. Noi la sbugiardiamo, dicendo che l'unico emendamento segnalato è quello a firma Pd. Allora, la parlamentare di Forza Italia il 21 novembre, sempre sulla Nazione, “sottolinea con forza che ha segnalato gli emendamenti con tanto di numero di riferimento”. Quando le viene ricordato che le sue parole sono contraddette dagli atti parlamentari, cambia radicalmente versione e dice al Tirreno di “non aver segnalato l'emendamento”. Infine, dinanzi al nostro appello di ieri, le parlamentari della destra pratese, Mazzetti in primis, si dichiarano disponibili a mettere risorse su Prato se lo avesse fatto anche il Pd. Una cosa abbastanza surreale, dal momento che il bilancio è gestito dalla maggioranza di destra a cui le due parlamentari appartengono. Per il bene di Prato, con Christian Di Sanzo, ci attiviamo, parliamo con il gruppo parlamentare Pd e otteniamo il via libera. Arrivati in Commissione bilancio, dichiariamo la nostra disponibilità a usare i pochi fondi concessi alla minoranza dalla manovra ma Mazzetti e La Porta nemmeno si presentano. La solita destra, tutta chiacchiere e nessun distintivo. Una sonora presa in giro alla città, al distretto, alle imprese, ai sindacati, ai lavoratori. Il tutto per farsi pubblicità sulla stampa, senza portare a casa mai niente. Siamo amareggiati e inquietati dai danni causati al distretto e dall'immagine data dalla politica».
Chiara La Porta, deputata di Forza Italia, aveva già risposto lunedì spiegando di non aver condiviso l’emendamento dei 10 milioni di euro al distretto pratese, e di averlo anche detto esplicitamente a una delle riunioni del tavolo del distretto.
Ieri invece ha rivendicato un risultato concreto. «È stato approvato in commissione Bilancio l'emendamento alla manovra – sostiene – che incrementa le risorse previste dall'articolo 10 del decreto Made in Italy, a mia firma e a quella del collega responsabile moda di Fratelli d'Italia Fabio Pietrella, che ringrazio per l'impegno condiviso, che prevede 15,5 milioni di euro in più nel triennio che comprende gli anni dal 2025 al 2027. Si tratta di un incremento di risorse destinate alle misure di valorizzazione della filiera delle fibre tessili naturali e provenienti da processo di riciclo, peculiarità soprattutto del nostro distretto pratese. Il decreto attuativo sarà pubblicato nei prossimi giorni. Avevamo promesso che mai avremmo fatto mancare la nostra attenzione, ed il nostro costante impegno, per sostenere, in modo concreto, uno degli asset più strategici del nostro paese, in questo momento duramente colpito da un crisi mai vista. Abbiamo mantenuto l'impegno preso. Lasciamo ad altri le parole piagnucolose e volatili».