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Prato, i carabinieri sventano una truffa di 28.500 euro ai danni di un sessantenne

Prato, i carabinieri sventano una truffa di 28.500 euro ai danni di un sessantenne

L’uomo era stato convinto a fare un bonifico istantaneo dopo aver ricevuto un sms. Fermati i tre che si erano spacciati per militari dell’Arma

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PRATO. Una truffa ai danni di un sessantenne residente in provincia di Prato è stata scoperta e in parte sventata dai carabinieri di Taranto nei pressi di un ufficio postale del capoluogo. Verso le 13 di lunedì 30 settembre i militari hanno notano un'auto fermarsi in doppia fila. Ad attirare l'attenzione l'uomo alla guida, già controllato in altre circostanze e con precedenti di polizia e un altro giovane di circa 30 anni che, dopo essere sceso dal mezzo si è diretto con titubanza verso l'ufficio postale, tornando sui suoi passi e scambiando alcune parole con l'autista e un altro passeggero, per poi incamminarsi nuovamente verso la sede delle Poste. Così i carabinieri hanno deciso di controllare l'auto e gli occupanti: i due rimasti in macchina, alla vista dei tesserini di riconoscimento, sono apparsi subito agitati.

Durante la perquisizione personale e veicolare, i militari hanno trovato, tra i sedili anteriori, una busta in cellophane contenente mazzette di denaro per un totale di circa seimila euro e le ricevute di prelevamento presso diversi sportelli Atm. Una ventina di minuti dopo, il giovane, uscito dall'ufficio postale è stato, a sua volta, perquisito e trovato in possesso della somma di tremila euro, appena prelevati, e della relativa ricevuta.

I carabinieri hanno cominciato a sospettare di trovarsi di fronte ad un possibile episodio di truffa. Così, da ulteriori accertamenti è stato verificato che i novemila euro, nella disponibilità dei presunti rei, sono parte di un bonifico istantaneo di 28.600 euro effettuato la mattina stessa su un conto corrente, aperto pochi giorni prima, intestato al trentenne entrato nell'ufficio postale. Dai dettagli del bonifico, e in particolare dai dati dell'ordinante, i carabinieri sono risaliti all'intestatario dell'Iban, un pensionato della provincia di Prato.

Contattato telefonicamente, l'uomo, in preda alla disperazione, ha riferito ai militari di trovarsi di fronte al direttore della sua filiale dove stava provando inutilmente, ad

annullare il bonifico eseguito in mattinata, avendo capito di essere stato raggirato. La vittima, rassicurata dai carabinieri, ha spiegato loro la dinamica dei fatti: la mattina stessa, ha ricevuto un sms sulla propria utenza telefonica con il quale è stato informato dell'addebito di quasi mille euro sul suo conto, e che, nel caso non avesse autorizzato lui l'operazione, avrebbe dovuto chiederne immediatamente il blocco cliccando su un link. Non essendo stato lui ad autorizzare la spesa, non ha cliccato sul link. L'uomo ha tentato di contattare immediatamente la filiale della banca, senza però

ottenere risposta. Pochi istanti dopo, un uomo, presentatosi

telefonicamente quale carabiniere, lo informato che, per evitare prelievi fraudolenti dal proprio conto corrente, avrebbe dovuto effettuare un bonifico istantaneo sull'iban da lui fornitogli con la causale ''acquisto auto''.

Nonostante l'iniziale reticenza dell'ultrasessantenne, il finto

carabiniere è riuscito a guadagnarne la fiducia, spiegando la

necessità della sua collaborazione in una delicata attività di

indagine, e che avrebbe successivamente potuto sporgere la relativa denuncia al Comando Stazione carabinieri più vicino alla propria residenza. Convinto della genuinità della telefonata, l'uomo ha eseguito il bonifico. Grazie ai veri carabinieri di Taranto, che hanno bloccato il conto corrente fraudolento e recuperato la somma contante, l'anziano è rientrato in possesso di una parte del

'maltolto' e potrebbe riuscire a riottenere tutti i propri risparmi.

I tre arrestati, fatta salva la loro presunzione di innocenza fino a sentenza di condanna definitiva, dovranno rispondere del reato di truffa aggravata in concorso commessa con l'ausilio dei mezzi telefonici. Uno è stato portato in carcere e due sono stati accompagnati nelle rispettive abitazioni in regime di arresti domiciliari, così come disposto dall’autorità giudiziaria di Taranto.

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