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L’inchiesta

Prato e la “guerra della logistica” cinese: irruzione di uomini armati prima del rogo alla Shun Da

di Paolo Nencioni
L’incendio che lo scorso 15 luglio ha distrutto il capannone della Logistica Xin Shun Da in via Nottingham al Macrolotto
L’incendio che lo scorso 15 luglio ha distrutto il capannone della Logistica Xin Shun Da in via Nottingham al Macrolotto

Nuova pista nelle indagini sull’incendio che lo scorso 15 luglio ha distrutto un capannone in via Nottingham nel Macrolotto 2

26 settembre 2024
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PRATO. Alcuni uomini armati di pistola hanno fatto irruzione nel capannone della Logistica Xin Shun Da il giorno prima che lo stesso capannone venisse distrutto da un incendio quasi certamente doloso. La circostanza è emersa nel corso delle indagini della squadra mobile della polizia sull’incendio scoppiato all’alba dello scorso 15 luglio in via Nottingham, nel Macrolotto 2.

Se confermata, questa sarebbe una svolta che potrebbe presto portare all’individuazione dei responsabili e al movente dell’incendio.

Finora abbiamo parlato spesso della cosiddetta “guerra delle grucce” in relazione agli incendi e alle aggressioni avvenute all’interno della comunità cinese negli ultimi anni, ma forse per l’incendio di via Nottingham sarebbe meglio parlare di “guerra della logistica”. La guerra delle grucce è una contesa per il controllo della produzione e dei prezzi delle centinaia di migliaia di appendiabiti consumati dai pronto moda cinesi del distretto. L’episodio più eclatante è stato l’incendio doloso di tre pronto moda in via Gora del Pero, il 12 settembre 2022. Quello più recente l’accoltellamento, lo scorso 6 luglio, di un cinese di 42 anni in via Marsala. La moglie risulta titolare di un’attività che produce grucce e un parente ha detto che era stata minacciata prima dell’aggressione al marito.

Ma le grucce c’entrano poco o nulla col rogo di via Nottingham. Qui si parla del business legato alla logistica delle merci prodotte dai cinesi di Prato e spedite in Europa da aziende gestite da connazionali. E degli appetiti che questo giro d’affari stuzzica.

L’ipotesi in attesa di conferma è che dietro all’irruzione degli uomini armati di pistola nel capannone di Shun Da e al successivo incendio ci sia la mano di un concorrente.

In provincia di Prato e nella Piana fiorentina si contano almeno quattro grosse società di logistica gestite da cinesi. Una è (o era) la Xin Shun Da, che in tempi recenti si era fatta un nuovo cliente a scapito di una delle altre tre. Il nuovo cliente è una società di trasporti che lavora sulla tratta Prato-Inghilterra. Ed è dipendente di questa società l’autista pachistano che la notte dell’incendio si è accorto per primo di quello che stava succedendo. «Stavo dormendo dentro l’abitacolo del camion – ha raccontato – Mi sono svegliato perché ho sentito dei rumori, ho visto il fumo e sono scappato».

La polizia ha sentito a lungo lui e anche tutti quelli che erano presenti il giorno prima nel capannone della Xin Shun Da, ma per ora nessuno ha confermato ufficialmente l’episodio che potrebbe far luce sull’accaduto, cioè l’irruzione degli uomini armati di nazionalità cinese.

Secondo questa ricostruzione, gli uomini armati sarebbero stati mandati dal concorrente che aveva perso il cliente e che voleva recuperarlo con la forza. Di fronte al rifiuto, sarebbe scattata la “punizione”.

Dallo scorso 15 luglio sul rogo di via Nottingham è calata una coltre di silenzio, ma la polizia, su delega del sostituto procuratore Alessia La Placa, non ha smesso di indagare e potrebbe aver raccolto elementi utili per risalire all’identità di chi ha dato fuoco alla Logistica Xin Shun Da.

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