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Prato

Il caso

Sicurezza al pronto soccorso, per la Prefettura di Prato va tutto bene

di Paolo Nencioni

	La riunione del Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico in Prefettura
La riunione del Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico in Prefettura

Ma il sindacato degli infermieri insiste: serve un vero posto di polizia aperto 24 ore su 24

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PRATO. La Prefettura ha convocato una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica partendo dall’assunto che ci fosse un problema di sicurezza al pronto soccorso, dopo l’ennesimo sabato sera di paura, quando un minorenne marocchino ha tenuto in scacco per ore medici e infermieri prima di essere fermato dai carabinieri. Ma all’esito del vertice di ieri mattina, 24 settembre, la stessa Prefettura ha diffuso un comunicato che si può riassumere brutalmente in tre parole: va tutto bene. O quasi.

Il NurSind, sindacato degli infermieri, aveva usato parole di fuoco domenica per denunciare i rischi a cui vanno incontro gli operatori sanitari e le mancate promesse dopo un precedente incontro in Prefettura. Invece secondo l’ufficio che rappresenta il governo sul territorio le misure prese quasi un mese fa sono sufficienti e non c’è bisogno di altro, se non un potenziamento delle telecamere di sorveglianza.

In particolare il NurSind aveva denunciato la mancata messa in opera del collegamento telefonico diretto tra il pronto soccorso e le sale operative delle forze dell’ordine. Quel collegamento, dice ora la Prefettura, c’è e funziona (anche se ieri mattina non funzionava). In realtà non si coglie una differenza fondamentale tra un collegamento diretto e la composizione del 112. «Il problema – dice chi lavora al pronto soccorso – è che quando chiami ti hanno già menato».

Il sindacato: «Serve un posto di polizia»

E allora il NurSind insiste per l’istituzione di un vero posto di polizia aperto 24 ore su 24. «Accogliamo con favore l' implementazione del sistema di sicurezza e prevenzione annunciato dal Prefetto – dice il segretario NurSind Roberto Cesario – ma rimaniamo comunque titubanti sulla mancata attivazione di un presidio H24. Gli scorsi eventi ci lasciano qualche dubbio in merito. Apprezziamo la disponibilità del prefetto e dei rappresentanti delle forze dell’ordine alla collaborazione e ringraziamo per la pronta disponibilità con cui hanno dato la possibilità a Nursind di fare sentire la propria voce ma, in considerazione a quanto accaduto, non possiamo fare un passo di lato rispetto alla nostra richiesta di un posto di polizia H24».

Difficile che la richiesta venga accolta. Il posto di polizia all’ospedale Santo Stefano c’è sempre stato, ma non è quello che si potrebbe credere. Si tratta di una stanza con due agenti che si limitano a raccogliere i referti medici che possono interessare la polizia e a trasmetterli in Questura. Con l’inizio della pandemia Covid l’ufficio è stato spostato dal pronto soccorso alla portineria, ancora più lontano dalla zona calda. Alle 20 i poliziotti chiudono bottega e se ne vanno. E invece è proprio di sera e di notte, specialmente nel fine settimana, che medici e infermieri devono far fronte a soggetti in stato di agitazione che, anziché attendere il proprio turno per essere curati, spesso alzano le mani. Due poliziotti “operativi” e non solo passacarte, dice il sindacato infermieri, potrebbero dare una mano ai vigilanti di Sicuritalia che sono l’ultimo baluardo in caso di aggressioni. Nel comunicato della Prefettura non si accenna a questa possibile modifica. «I servizi di vigilanza, che già da fine agosto sono stati intensificati nella misura massima possibile e soprattutto in orario notturno come concretamente dimostrato – dice la prefetta Michela La Iacona – continueranno secondo tali modalità rafforzate finché sarà necessario».

La deputata sta con gli infermieri

Se il motto della Prefettura, oltre che del conte zio nei Promessi sposi, nel caso della sicurezza al pronto soccorso è “troncare e sopire”, lo stesso non si può dire per la deputata di Forza Italia Erica Mazzetti, che si dice molto allarmata per quanto sta succedendo. «Siamo sconvolti e allarmati da quanto avvenuto al pronto soccorso di Prato in questi giorni – scrive Mazzetti – e siamo vicini a tutto il personale, vittima per l’ennesima volta di una grave aggressione. Tutto questo va avanti, con punte eccezionali, da troppi anni. È il momento di potenziare la sicurezza in un punto nevralgico della città, che deve funzionare bene. Purtroppo, anche il pronto soccorso è lo specchio di una città senza controllo, le cui giunte di sinistra si rifugiano dietro pochi, inutili, tardivi palliativi. Per lavorare bene il personale sanitario, al quale tutti dobbiamo sempre essere immensamente grati, deve essere e sentirsi al sicuro; l’intervento migliore è quello di un presidio fisso, da istituire presso la struttura con somma urgenza con forze dell’ordine formate e attrezzate. Solleciterò questo primo, seppur non risolutivo ma già utile, intervento, ma è chiaro che la questione del pronto soccorso deve essere al centro».

Erica Mazzetti ha chiesto un incontro alla direzione del pronto soccorso per analizzare insieme problemi e possibili ulteriori contromisure.

Si muove anche Fratelli d’Italia, col consigliere regionale Diego Petrucci che ha convocato per oggi pomeriggio una conferenza stampa davanti all’ingresso del pronto soccorso dell’ospedale Santo Stefano. «La conferenza – spiega FdI – si terrà in seguito al sopralluogo del consigliere presso il pronto soccorso e dell’incontro con il personale sanitario vittima di un grave episodio di violenza nello scorso fine settimana. L’appuntamento è fissato per le 16,30». 

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