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Il piano strutturale

Prato, rivoluzione verde: si costruirà “in verticale” per ampliare parchi e giardini

Prato, rivoluzione verde: si costruirà “in verticale” per ampliare parchi e giardini

Parla l'assessore ai lavori pubblici e all'ambiente, Valerio Barberis: «Le aree urbane sono le responsabili di oltre il 70% delle emissioni inquinanti e dell’emergenza climatica in corso. Le città hanno la responsabilità di mostrare che una nuova economia responsabile sui temi ambientali e sociali importanti debba basarsi su principi di responsabilità collettiva»

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PRATO. Andare in crescita verticale. Così gli edifici industriali svilupperanno la nuova Prato manifatturiera. «Una soluzione che è già presente nel piano operativo votato nel 2018. In quel caso, buttando giù un edificio esistente e ricostruendolo in verticale, il 35 % del lotto dovrà essere convertito in area forestale a piantumazione di alberi. E' in quel caso che sulla superficie che resta, gli edifici potranno essere sviluppati per il 40 % della dimensione restante del lotto fabbricabile», spiega l'assessore ai lavori pubblici e all'ambiente, Valerio Barberis, all'indomani dell'adozione del nuovo Piano strutturale. La Prato di domani sarà così. A partire dai Macrolotti industriali, dove il compromesso fra consumo di suolo zero e richiesta di sviluppo manifatturiero continua ad aumentare. E la soluzione, secondo la politica e gli urbanisti, starà proprio nella possibilità di ampliare il patrimonio esistente andando a crescere in altezza. Una crescita che, secondo Barberis, dovrà essere obbligatoriamente compensata dall'aumento delle aree verdi e dalla piantumazione di alberi, i veri essenziali calmieranti alle ondate di calore e ai cambiamenti climatici. Negli ultimi cinquant'anni, Prato di suolo ne ha consumato tanto; per le aree industriali, dagli anni '70 ad oggi si parla di oltre 50milioni di metri quadrati che sono stati cementificati. «Ed è qui che l'intervento di verde e forestazione deve attutire il più possibile quanto è stato fatto e costruito finora», dice ancora l'assessore. «Le aree urbane sono le responsabili di oltre il 70% delle emissioni inquinanti e dell’emergenza climatica in corso. Le città hanno la responsabilità di mostrare che una nuova economia responsabile sui temi ambientali e sociali importanti – è scritto nella presentazione del nuovo Piano strutturale – debba basarsi su principi di responsabilità collettiva. E' necessario esplorare forme dell’economia civile in grado di generare impatti sociali e nuovi posti di lavoro, accanto alle forme virtuose del modello economico distrettuale» di Prato. Costruire sì, ma cambiando sostanzialmente modo di agire. Ma quanto crescerà la città del futuro in altezza ? «Al massimo, se seguiamo il piano operativo, non più di una decina di metri, nel caso sia necessario. Difficile pensare che ci sia la possibilità nel nostro territorio di vedere edifici di una ventina di piani, 60 metri per intenderci» spiega Valerio Barberis che precisa come l'intervento riguarderà gli edifici industriali e artigianali. E' la produzione, insomma, che potrà crescere in alto. Una nota a margine; molte delle aziende presenti nei Macrolotti di Prato stanno chiedendo di ampliare gli edifici per realizzare palestre o altri spazi per i propri dipendenti. La città fabbrica vivrà così con nuove modalità.

La mobilità. Ridurre l'uso dell'auto mettendo in grado i residenti di usare mezzi pubblici dopo aver sviluppato le strutture di trasporto. In agenda, secondo il Piano strutturale ci sono ben tre nuove stazioni ferroviarie da realizzare; alla Macine, al Mazzone e a Santa Lucia. «Stazioni ferroviarie come quella costruita da anni a Borgonuovo seguendo il modello di metropolitana di superficie che da Bologna sale sull'Appennino – spiega ancora Barberis – aumentando così il trasporto su ferro di persone e merci e riducendo in modo importante gli spostamenti su gomma e auto». Nei prossimi venti anni la città cambierà profondamente. Perché la tramvia che da Peretola arriverà al museo Pecci e all'area di scambio ex Banci segnerà un altro processo importante di cambiamento. «C'è da pensare poi che su Prato città, servirebbe un servizio bus-tramvia», dice Barberis.
 

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