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Mafia nigeriana, un arresto anche a Prato

Una volante della polizia
Una volante della polizia

La polizia ha fatto scattare le manette ai polsi di un uomo domiciliato in viale Montegrappa, era uno dei membri della "Black Axe", l'organizzazione transnazionale individuata e sgominata dalla procura di Palermo che gestiva i traffici illeciti

18 novembre 2016
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PRATO. Un'operazione della polizia di Stato, coordinata dalla procura dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, è stata effettuata nei confronti dei componenti di una organizzazione mafiosa transnazionale, con base in Nigeria, denominata "Black Axe". Gli investigatori della squadra mobile di Palermo e di altre città, tra cui Prato, hanno eseguito complessivamente 23 provvedimenti di fermo in tutta Italia. Uno anche a Prato dove la squadra mobile ha arrestato un nigeriamo domiciliato in viale Montegrappa.

Gli indagati avrebbero gestito in modo diretto o indiretto,una serie di attività economiche illecite: dalla riscossione di crediti allo sfruttamento della prostituzione e al traffico di stupefacenti. L'operazione ha consentito di azzerare i vertici dell'organizzazione criminale e di ricostruirne la struttura verticistica basata su rigide regole fatte di "battesimi", riti di affiliazione dei membri e precisi ruoli all'interno del sodalizio.

Tra i fermati c'è anche il capo supremo della base italiana dell'organizzazione, denominato "Head della Zone", in costante contatto con il vertice nigeriano e con i membri più autorevoli delle altre articolazioni nazionali, europee e mondiali.

"Black Axe è un’ organizzazione criminale con ruoli, cariche direttive, un capo. Ed è il suo vice che, in seno all'organizzazione, assume la carica di ministro della Difesa". Lo ha affermato il procuratore di Palermo Leonardo Agueci illustrando l'operazione che ha smantellato l’organizzazione criminale nigeriana. "Grazie a questa operazione che è stata anticipata di qualche giorno perché si temeva la fuga di alcuni componenti centrali dell'organizzazione - aggiunge Agueci - è stato evitato anche il pericolo di possibili contrasti e guerre intestine".

L'inchiesta è stata condotta dalla squadra mobile e ha impiegato 150 uomin. "Tra i fermati c'è il capo Festus Pedro Erhonmosele, nigeriano di 26 anni, fermato a Padova, definito Head, - ha spiegato il capo della squadra mobile di Palermo Rodolfo Ruperti - ritenuto vertice supremo del sodalizio in costante contatto con il vertice nigeriano e con i membri più autorevoli delle altre articolazioni nazionali, europee e mondiali. La quarta carica a livello nazionale, detto il "ministro della difesa", è Osahon Kennet Aghaku, nigeriano, di 22 anni. Il suo compito prevedeva la gestione delle punizioni dei disobbedienti, la protezione dei membri".

Le indagini della squadra mobile hanno accertato come l'organizzazione al suo interno riproducesse "compiti, funzioni e persino organigrammi tipici - sostengono gli investigatori - di uno stato, tanto che per indicare le figure verticistiche faceva riferimento al tipico formulario di cariche istituzionali (come il consiglio dei saggi e il ministro della difesa".

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