San Miniato, cadde dal montascale con un’anziana: badante condannata
La 90enne morì alcuni giorni dopo l’infortunio. Anche la collaboratrice familiare rischiò la vita: è stata a lungo ricoverata ed è rimasta tetraplegica
SAN MINIATO. È stata condannata a 5 mesi di reclusione e al pagamento del risarcimento dei danni che dovrà essere quantificato in sede civile con una provvisionale immediatamente esecutiva di 50mila euro. Si è concluso venerdì mattina in tribunale a Pisa il processo a carico di una badante di 75 anni finita a giudizio con l’accusa di omicidio colposo. Il 2 novembre 2019 la badante, che lavorava per conto di una famiglia di San Miniato, rimase coinvolta in un incidente domestico insieme all’anziana alla quale prestava assistenza. La novantenne cadde dal montascale con la sedia a rotelle. Si trattava di un impianto di sollevamento di quelli mobili, che la famiglia aveva fatto installare nella casa della 90enne per collegare il primo e il secondo piano. La mattina dell’incidente la badante stava accompagnando l’anziana da un piano all’altro, come altre volte. Solo che quel giorno le due donne caddero giù. L’anziana morì alcuni giorni dopo l’infortunio, dopo essere stata ricoverata a lungo in ospedale. Anche la badante rischiò la vita: è stata a lungo ricoverata ed è rimasta tetraplegica.
In seguito a questo incidente ci sono stati diversi procedimenti, compreso un accertamento dell’Inail per verificare se la badante fosse stata assunta in maniera regolare e quali fossero le sue mansioni. Le accuse a carico della badante, anche lei di San Miniato, sono andate avanti: la famiglia della novantenne si è costituita parte civile al processo, rappresentata dall’avvocato Letizia Giovannetti. Opposta la posizione dell’imputata che ha sempre respinto tutte le accuse, ritenendo di non avere effettuato alcuna manovra sbagliata e di non avere ricevuto un’adeguata formazione per usare l’impianto di sollevamento cingolato. I periti incaricati da Procura e parte civile di valutare il funzionamento del montascale e le sue eventuali anomalie hanno ritenuto che potesse esserci stato un errore nell’utilizzo. La procura, alla fine del dibattimento, ha concluso ritenendo che l’infortunio sia avvenuto per un errore umano, dovuto a un’imprudenza dell’imputata (da qui la richiesta di condanna a un anno di reclusione). L’anziana era sulla sedia a rotelle che era stata ancorata all’impianto. Ma il comando di sicurezza che attivava la linea elettrica non era stato azionato, sempre stando all’accusa. E quindi la caduta sarebbe avvenuta proprio per questo, per un non adeguato utilizzo dello strumento. La difesa dell’imputata, affidata agli avvocati Alberto Marchesi e Sonia Ticciati, quest’ultima i sostituita dall’avvocato Cesare Ticciati, ha fatto leva sul fatto che la badante non avesse ricevuto un’adeguata formazione all’utilizzo del montascale con la sedia a rotelle. Dubbi anche sulla funzionalità stessa del montascale e della sua intrinseca pericolosità.
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