Il Tirreno

Pontedera

La sentenza

Tentò di uccidere la ex, condannato bagnino di Livorno di 46 anni

di Sabrina Chiellini

	Valerio Spinelli e il luogo dell'aggressione
Valerio Spinelli e il luogo dell'aggressione

L’episodio a Pontedera. Pena di 12 anni (con rito abbreviato), il pubblico ministero ne aveva chiesti 15: riconosciuta la premeditazione

30 settembre 2024
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PONTEDERA. Un anno fa ha tentato di uccidere la ex compagna dopo averla affrontata per la strada nel quartiere Oltrera, a Pontedera. Valerio Spinelli, 46 anni, bagnino di Livorno, in carcere da quel giorno, è stato condannato con rito abbreviato, che gli consente la riduzione di un terzo della pena, a 12 anni di reclusione e al pagamento alla parte offesa, che si è costituita parte civile, di 50mila euro, come provvisionale immediatamente esecutiva.

La sentenza

La sentenza con rito abbreviato è stata pronunciata dal gup del tribunale di Pisa Susanna Messina al termine dell’udienza durante la quale l’imputato ha reso anche alcune dichiarazioni sul fatto, rispondendo alle domande del suo difensore, l’avvocato Umberto Barbensi del Foro di Livorno. L’imputato, pur tornando sulla tormentata relazione con la vittima, non avrebbe manifestato, stando a quanto si apprende, atteggiamenti tali da fare pensare a un sincero pentimento.

Tuttavia nelle fasi iniziali della vicenda l’uomo ha scritto una lettera per «dichiararsi pentito per quello che è successo», ha spiegato il difensore al termine dell’udienza senza aggiungere altri dettagli. «Le sentenze si impugnano ma non si commentano» ha aggiunto il difensore lasciando intendere che ricorrere in appello quando saranno pubblicate le motivazioni.

Spinelli era accusato di tentato omicidio con l’aggravante della premeditazione e della relazione affettiva con la parte offesa. Doveva rispondere anche del reato di lesioni aggravate (un mese prima dell’accoltellamento, l’imputato aveva picchiato la donna) e del porto abusivo del coltello con cui ha colpito alla gola la donna, in via De Nicola. «Avevo quel coltello perché ero stato minacciato da alcuni migranti» queste in sintesi le dichiarazioni di Spinelli per “giustificare” il fatto che quella mattina era partito da Livorno per andare a Pontedera, armato di un grosso coltello, sequestrato il giorno dell’arresto. Il pubblico ministero Fabio Pelosi, tenuto conto della precedente aggressione, e dell’atteggiamento avuto dall’imputato anche dopo l’arresto, oltre che al processo, ha concluso chiedendo la condanna a 15 anni di carcere, valutata la pericolosità di Spinelli. Sulla vicenda influiscono pure le conseguenze del reato: dal giorno del tentato femminicidio la vita della parte offesa è completamente cambiata. Vive un incubo infinito, teme per la sua sicurezza. Tanto che nei mesi scorsi, dopo avere lasciato l’ospedale Lotti di Pontedera, viva ma con gravi conseguenze sia fisiche che psicologiche, la donna ha rivolto un appello a tutte le vittime di violenza invitandole a denunciare subito quando ci sono i primi segnali di maltrattamenti.

Il fatto

Valerio Spinelli, un anno fa – era la mattina del 14 ottobre – attese la donna, con la quale aveva avuto una relazione, un’ex agente della penitenziaria di Pontedera, davanti a casa, in via De Nicola. Appena la vide le corse incontro e le sferrò un coltello alla gola: un colpo che poteva costarle la vita. Rosanna si accasciò a terra, con la schiena appoggiata al muretto di cinta del giardino del condominio.

Solo la forza della disperazione della vittima, che si mise a urlare per chiedere aiuto, ha evitato il peggio e intanto l’uomo si dava alla fuga attraversando l’intera città. Mentre era in corso una serrata caccia all’aggressore e tutti lo cercavano lui si fermò in un bar del centro, per poi raggiungere la stazione ferroviaria, dove venne arrestato dai carabinieri, con l’aiuto delle forze dell’ordine cittadine. Impossibile dimenticare quello che è successo un anno fa nel quartiere Oltrera. Niente per la donna, al processo assistita dall’avvocato Silvia Corradini di Pontedera, sarà come prima. E il timore che un giorno l’aggressore possa tornare a cercarla si fa sentire sempre di più, così che potrebbe arrivare a chiedere protezione per trasferirsi anche in un’altra città.

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