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L’intervista

«L’ho conquistato con una bugia dopo il suo “comizio” in spiaggia»: Laura Ramerini racconta il marito-sindaco di San Miniato

di Francesco Turchi
«L’ho conquistato con una bugia dopo il suo “comizio” in spiaggia»: Laura Ramerini racconta il marito-sindaco di San Miniato

La wedding planner su Giglioli: «Lavoro, impegni istituzionali e famiglia: è dura, ma che bello vederlo felice»

26 giugno 2024
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SAN MINIATO. Gli occhi di Laura fissi sul pc, dove spuntano i dati in arrivo dalle sezioni. Lo sguardo di Simone sul cellulare, dove arrivano altri aggiornamenti. Sono una accanto all’altro. Come sempre, da diciotto anni. Da quella “spiaggiata” diventata galeotta qualche giorno più tardi, con l’aiuto di una bugia. Lei di cognome fa Ramerini, ha 45 anni e nella vita è una wedding planner. Lui è Giglioli, classe 1978, ed è stato appena rieletto sindaco di San Miniato, dopo la sua quinta campagna elettorale: primo e secondo turno nel 2019, stesso percorso quest’anno (vittoria-bis contro Michele Altini), ma dopo essere passato anche dalle primarie dem, vinte su Vincenzo Mastroianni. Nella foto-simbolo dell’attesa, scattata lunedì nel quartier generale del Pd all’interno della Casa Culturale di San Miniato Basso, stavolta non ci sono gli altri due protagonisti della storia: Lorenzo, di 7 anni e Leonardo, che ha spento la sua prima candelina il 13 giugno scorso. Sono i figli della coppia, che crescono a pane, amore e politica (visto che spesso “partecipano” alle iniziative elettorali).

Laura, lei ha due lavori, due figli e un marito-sindaco. Come fa?

«Non è semplice, effettivamente. Tanto per fare un esempio: oggi (ieri, ndr), avevamo programmato di partire per il mare in modo da staccare un paio di giorni. E invece tra proclamazione e altre faccende, siamo ancora qua (all’una, ndr). Ma non mi pesa. Ho sempre avuto un grande senso civico, anche prima di conoscere Simone. Prima viene il dovere e poi il piacere».

Certo. Poi però è anche vero che le giornate sono fatte di 24 ore per tutti…

«Probabilmente il mio lavoro di organizzatrice di matrimoni mi aiuta in questo. Sono abituata alla programmazione. E allo stesso tempo ci vuole una buona dose di elasticità: perché è chiaro che può capitare che si pranza o si cena a orari particolari. In casa c’è una cucina sempre aperta... In generale, diciamo che la famiglia si plasma un po’ in base alle esigenze di Simone».

Come vi siete conosciuti?

«Era luglio 2006. Ero single. Un’amica mi invita a una “spiaggiata”. Non ci volevo neanche andare. Ma lei insiste e alla fine mi convince. Mi presentano Simone, che al tempo lavorava in banca a Modena. E per me è subito colpo di fulmine. Tanto che me la prendo con mia sorella (ride, ndr)».

E cosa c’entrava?

«Scopro che lo conosce benissimo, e non me l’aveva mai presentato. Eppure in quel periodo anche le mie amiche mi facevano conoscere un sacco di gente, come succede a tutti quando ti vogliono trovare un fidanzato».

E sua sorella come si è giustificata?

«Mi ha detto “pensavo fosse troppo sportivo per te”. Lui correva, come fa ancora oggi. Io nello sport sono una schiappa».

Ma come l’ha conquistata?

«Parlando di politica. Il giorno dopo l’abbiamo passato in spiaggia, insieme a tutta la comitiva. E io mi sono innamorata del suo impegno politico. Invece di parlare di discoteche, raccontava del suo senso civico, dell’attività come semplice militante. Mi è subito piaciuto per i suoi ideali e ho capito che volevo conoscerlo meglio. Avevo voglia di rivederlo».

Lui viveva a La Scala, lei a San Romano. Non sarà stato difficile…

«Diciamo che la modalità con cui è arrivata la prima uscita a due è stata un po’ particolare».

A questo punto la racconti…

«Il 6 agosto 2006 c’era lo spettacolo di Roberto Benigni a Firenze. Tornando a casa dopo il weekend in spiaggia, ci organizziamo per andarci. Avremmo dovuto essere in sei, compreso Simone. Ma nei giorni successivi convinco gli altri 4 amici a non venire. E compro due soli biglietti. Così all’appuntamento a San Miniato, lui ha scoperto che saremmo andati in due».

E come l’ha presa?

«Direi bene, visto che quella sera c’è stato il primo bacio».

Otto anni dopo vi siete sposati…

«Sì, nel 2014. Allora Simone era consigliere comunale. Era molto attivo nel Pd, ma l’impegno era comunque limitato. Anche se alla fine la politica ha messo spesso lo zampino nelle nostre cose. Tanto per citare un aneddoto: il 5 luglio 2017 è nato Lorenzo. Mi hanno fatto il cesareo la mattina e Simone è venuto in ospedale. Poi però nel pomeriggio è andato via, perché c’era il consiglio. Ma non ne ho mai fatto un problema».

Nel 2009 è iniziata la “scalata” di Giglioli: prima consigliere, poi presidente del consiglio comunale, segretario Pd, quindi sindaco e ora il bis. A proposito, lei si è spesa in prima persona in campagna elettorale, definendo suo marito «una persona con una visione concreta della San Miniato di domani per la quale lavora costantemente con il cuore e con la mente».

«Sì, ho fatto volantinaggio, ho parlato con i cittadini. Ho cercato di dargli una mano. È mio marito, vederlo contento è una gratificazione».

Vittoria alle primarie, primo turno più o meno in linea con le previsioni, ballottaggio vinto per 815 voti. Ha temuto potesse perdere stavolta?

«No, ero fiduciosa e convinta che i sanminiatesi apprezzassero il lavoro che ha fatto in questi cinque anni. Immaginavo che il distacco con Altini non sarebbe stato enorme, ma che alla fine avrebbe vinto Simone. Anche se poi finché non finisce lo spoglio non si sa mai...».

È pronta ad altri cinque anni in “prima linea”?

«Non è semplice essere l’altra metà del candidato. La sveglia suona presto la mattina, e c’è da galoppare. Questo periodo, oltretutto, è particolarmente intenso anche per me sul piano lavorativo. Tuttavia ho soprattutto clienti stranieri e quindi riesco a lavorare per buona parte in smart-working, visto che le coppie che si sposano arrivano a ridosso del giorno della cerimonia».

E sul fronte organizzativo-familiare?

«Simone è bravo a lasciare fuori dalla porta di casa le tensioni e i problemi del sindaco. Quello che conta è la qualità del tempo che trascorre insieme a me e ai nostri figli. Leonardo è molto piccolo. Lorenzo è orgoglioso di lui: gli abbiamo spiegato che babbo ha preso un impegno con i cittadini e che quindi non può essere sempre presente. Tuttavia Simone riesce sempre a ritagliarsi gli spazi per la sua famiglia, quando serve».

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