Il Tirreno

Pontedera

La storia

Pontedera, due bimbi donano i loro risparmi per il pranzo di Natale con i poveri

di Paola Silvi
Alcune volontarie della mensa che si trova in piazza Duomo
Alcune volontarie della mensa che si trova in piazza Duomo

Alla mensa della Misericordia il cuore di chi risponde ai bisogni di tanti

27 dicembre 2023
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PONTEDERA. Non erano neanche le 9 del giorno di Natale. Eppure diverse persone erano già lì, ferme, a formare un capannello in attesa che i volontari aprissero le porte della mensa della Misericordia, quella di lato al Duomo che ogni giorno distribuisce aiuti alimentari a chiunque si presenti per riceverli. Prima la colazione, un cornetto, un dolcino recuperato dai bar e dai negozi pontederesi che collaborano al servizio e un bicchiere di tè caldo. Poi la prenotazione per il pranzo. Ravioli al ragù, rollè di pollo con crema di funghi, patate arrosto, pera e arancio e una bottiglietta d'acqua. Verso le 12 in tanti avevano già in mano il loro piccolo “regalo” di Natale, compreso un paio di calze calde offerte dai volontari. E a mettersi in coda per quei pacchi sono state oltre 40 persone. Numeri record replicati anche e soprattutto per le feste. Perché qui non solo l'accoglienza non va in ferie ma la solidarietà non si ferma per le vacanze e cresce parallelamente all'incremento degli ospiti.

«Siamo arrivati – spiega Renzo Bartoli, responsabile della mensa – da una media di 20-25 pasti al giorno a una di 40-45. Questo trend va avanti da mesi e non accenna a diminuire. Segno che le persone non riescono a trovare un lavoro. E, di fatto vediamo qualche ospite nuovo ma la maggior parte di loro sono nostre vecchie conoscenze che, dopo un periodo di lontananza, ritornano periodicamente». Un circolo vizioso di povertà, fragilità e solitudine da cui è complicato uscire, dove non ci sono certezze e basta poco per scivolare nell'abisso dell'indigenza. Un attimo, e se non hai una rete di protezione composta da famiglia e amici, ti ritrovi ai margini della società. In fila per il cibo, impacchettato e consegnato nella mattina di Natale, oltre che da Bartoli, anche dalle volontarie Agnese Pesciatini, Benedetta Momoh e Simonetta Simonatti. Secondo gli operatori che turnano ogni giorno (in tutto sono 32), sono pochissimi i clochard che partecipano. Ad aspettare che venga chiamato il proprio numero di riferimento, ci sono tante persone che la casa ce l'hanno ma si dibattono in difficoltà economiche tra affitti e bollette. O magari c'è chi è disoccupato, chi il lavoro ce l'ha ma è occasionale e dunque limano le uscite alla voce pranzo. A qualcuno poi, che per motivi di salute, non può uscire, viene consegnato pure a domicilio. «Creiamo legami e relazioni. Ci preoccupiamo di ogni nostro ospite. Ma «l'impressione – aggiunge Bartoli – è che sia aumentato il bisogno».

E i dati lo confermano. Quasi il doppio dei piatti somministrati rispetto a 5 mesi fa, una domanda che non si placa e arriva da sempre più italiani e pontederesi in cerca di aiuto. Non solo stranieri. «Intendiamoci – sottolinea – per noi non ci sono differenze né per il colore della pelle, né per la nazionalità o la residenza». E per Natale, come in ogni periodo dell'anno, la mensa può contare sull'aiuto di tanti. «Piccoli imprenditori, commercianti e famiglie che ci sostengono donando quello che possono. Sono venuti anche due bambini a portare i loro risparmi che si erano messi da parte. E questo testimonia – conclude – il vero spirito natalizio».


 

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