Pistoia, ex infermiere accusato di spaccio e peculato: rischia 4 anni e mezzo di carcere
I carabinieri gli trovarono in casa farmaci sottratti in ospedale e nandrolone
PISTOIA. Quando, al culmine di un’indagine su un presunto traffico di anabolizzanti dall’estero, avevano perquisito l’abitazione dell’infermiere, oltre a 24 fiale a base di nandrolone i carabinieri avevano scoperto anche varie confezioni di farmaci sicuramente provenienti dall’ospedale San Jacopo. Per lo più farmaci da banco o poco più, come aspirina, brufen, tachipirina, argotone. Poche confezioni, per un valore di una settantina di euro, che al 52enne pistoiese era costata la sospensione dal lavoro, seguita poi dal licenziamento e, adesso, un processo per il reato di peculato, oltre a quello di detenzione di sostanze stupefacenti.
In aula
Nella mattina di lunedì 3 febbraio, davanti al giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Pistoia, al termine della sua requisitoria, il pubblico ministero ha chiesto la condanna a 4 anni e 6 mesi di reclusione, dopo che era stata accolta la richiesta di rito abbreviato presentata dall’avvocato difensore Saverio Sebastio. Quest’ultimo ha a sua volta chiesto l’assoluzione per quanto riguarda l’accusa di spaccio, in quanto, ha detto, il nandrolone ritrovato in casa dell’imputato era stato acquistato per uso personale, mentre, per quanto riguarda il peculato ha sottolineato come il suo assistito abbia ammesso di aver preso in ospedale quei farmaci dal valore di appena 70 euro. Anche l’avvocato di parte civile, che rappresenta l’Asl Toscana centro, ha chiesto la condanna, oltre al risarcimento del danno patrimoniale e a quello di immagine (da quantificare). Conclusa la discussione, il gip ha rinviato l’udienza per la sentenza.
L'operazione
Il 24 ottobre 2023, i carabinieri del Nas di Firenze – in collaborazione con i funzionari dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli della direzione antifrode di Roma e coadiuvati dai militari del comando provinciale di Pistoia – avevano eseguito l’ordinanza con cui, su richiesta della procura della Repubblica, il giudice delle indagini preliminari del tribunale aveva disposto nei confronti dell’infermiere del San Jacopo la misura cautelare personale interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico servizio per la durata di 6 mesi. L’indagine che aveva portato alla misura cautelare aveva preso il via dall’attività di monitoraggio di alcune spedizioni doganali finalizzata all’individuazione di sostanze psicoattive e anabolizzanti provenienti dall’Inghilterra. E gli elementi raccolti dagli investigatori avevano permesso di identificare l’indagato come uno dei possibili destinatari di plichi provenienti dall’estero contenenti tali sostanze illegali. Motivo per cui, nel giugno dello scorso anno la procura di Pistoia aveva delegato l’esecuzione di una perquisizione personale e domiciliare ai carabinieri. Che avevano scoperto nell’abitazione dell’infermiere 24 fiale medicinali a base di nandrolone, uno steroide anabolizzante (sostanza stupefacente, rientrante nella tabella I del dpr 309/90) spesso utilizzata nel doping sportivo in quanto consentirebbe agli atleti di sottoporsi con più frequenza a carichi di lavoro di elevata intensità e di aumentare le performance in gara. L’infermiere aveva ammesso di averle acquistate per migliorare le proprie prestazioni di culturista, ma non all’estero bensì in zona, attraverso i canali dei frequentatori delle palestre. Per poi neppure utilizzare per timore degli effetti collaterali, tant’è che alcuni dei flaconi risultavano scaduti. Fatto sta che durante la perquisizione, l’infermiere aveva consegnato ai carabinieri anche una scatola da scarpe con all’interno dei comuni farmaci, dalla cui confezione risultava però evidente che si trattava di prodotti di esclusiva distribuzione ospedaliera, che, sulla base delle successive indagini, erano risultati provenienti da strutture sanitarie pubbliche della provincia di Pistoia. Da qui, l’accusa di peculato, oltre a quella di detenzione di sostanza stupefacente, per cui sarà processato.
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