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Pistoia, denunciata per aver occupato una casa con i quattro figli dopo lo sfratto: il giudice le dà ragione

di Massimo Donati
Pistoia, denunciata per aver occupato una casa con i quattro figli dopo lo sfratto: il giudice le dà ragione

La dirigente comunale fa opposizione ma il tribunale ha deciso di archiviare: l’occupazione era abusiva ma lo stato di necessità evidente

21 settembre 2024
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PISTOIA. Mamma di quattro figli, di cui uno autistico, dopo aver subito un sfratto per morosità, il 23 settembre dello scorso anno aveva occupato quella casa popolare della Spes nel centro storico al momento senza inquilini. Per poi ritrovarsi con una denuncia sulle spalle quando, dopo tre mesi, il legittimo assegnatario aveva cercato invano di prenderne possesso e aveva dovuto chiamare la polizia municipale.

Adesso, per Rosa Ricciardi, 41 anni, l’accusa è caduta definitivamente. Nonostante l’opposizione depositata in tribunale dalla competente dirigente del Comune di Pistoia, il giudice delle indagini preliminari, dichiarandola inammissibile, ha disposto l’archiviazione del caso, accogliendo la richiesta della procura. Il gip ha spiegato come l’occupazione abusiva sia stata sì accertata, così come però anche la situazione di difficoltà in cui versava l’indagata: evidente lo stato di necessità vista la condizione del figlio minore affetto da autismo.

Del caso il Tirreno si era occupato all’inizio di febbraio rilanciando l’appello della donna affinché qualcuno la aiutasse a trovare un tetto per lei e per i suoi quattro figli di 21, 15, 13 e 8 anni, quest’ultimo, come accennato, autistico e affetto da un grave deficit cognitivo.

La testimonianza della donna: «Nessuno affitta senza busta paga»

«Non è giusto quello che ho fatto, ma con quattro figli mi sono sentita costretta. Non ho appoggi in zona e non avendo credenziali lavorative nessuno mi dà una casa in affitto. Io però voglio essere a norma, non è da me vivere così» aveva detto sulle nostre pagine. Spiegando che, ritrovandosi senza lavoro e senza un posto dove stare, aveva occupato quella casa popolare di proprietà della Spes. E che tra l’assegno riconosciutole per l’invalidità del figlio più piccolo e il mantenimento corrisposto dall’ex marito, avrebbe anche potuto permettersi di pagare un modico affitto ma che nessuno era disposto a darle un alloggio in locazione senza una busta paga o una fideiussione bancaria.

Il ruolo dei servizi sociali

Per il vero, dopo averla presa in carico nel 2021 attraverso i servizi sociali, il Comune di Pistoia ha aiutato ripetutamente la donna. Quello stesso anno, con un contributo di quasi 3mila euro da depositare come caparra per l’affitto di un’abitazione sul mercato privato, e l’anno successivo di uno di poco inferiore per pagare gli affitti arretrati per quella casa che aveva trovato e dalla quale aveva alla fine avuto lo sfratto per morosità. Inoltre, per aiutarla a trovare lavoro, aveva attivato per lei un tirocinio d’inclusione di quattro mesi, a cui però non era seguita un’assunzione.

La denuncia dell’assegnatario legittimo

Fatto sta che scattata l’obbligatoria querela da parte del Comune dopo che il legittimo assegnatario aveva cercato invano di trasferirsi nell’alloggio popolare a lui assegnato in base all’apposita graduatoria (si trattava di un’altra situazione delicata: un anziano invalido seguito da un tutore legale, anch’egli colpito da un sfratti), al termine delle indagini la procura ha chiesto, il 29 marzo scorso, l’archiviazione dell’accusa di occupazione abusiva.

Richiesta alla quale si è opposta formalmente la dirigente comunali dei Servizi per l’abitare, sostenendo che l’indagata aveva deciso di occupare quell’alloggio «senza esperire tutti i tentativi possibili di accesso a un’abitazione di edilizia residenziale pubblica e senza utilizzare al meglio i supporti, anche economici, forniti dai servizi sociali del Comune».

Opposizione dichiarata inammissibile dal gip del tribunale, che, al termine dell’udienza in camera di consiglio ha riconosciuto alla madre di quattro figli di aver agito per stato di necessità.

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