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L’udienza

Pistoia, abusi sessuali sulla nipotina: giovane finisce sotto processo

di Massimo Donati
Foto d'archivio
Foto d'archivio

La bambina si era confidata con la mamma solo dopo anni di calvario e dopo un’indagine lampo era scattata la custodia cautelare in carcere

18 luglio 2024
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PISTOIA. Quelle attenzioni particolari erano iniziate già quando lei aveva appena cinque o sei anni. E via via si erano fatte sempre più pesanti. Sfociando in baci e carezze intime ogni volta che rimaneva da sola in casa con lo zio, quando i genitori erano al lavoro oppure durante il riposino pomeridiano, nella sua cameretta. Un tormento che ha avuto fine solo quando la bambina, dieci anni, non trovando più la forza di tacere, di sopportare quegli abusi, ha vinto vergogna e sensi di colpa e, in lacrime, ha raccontato tutto alla mamma.

È con l’accusa di violenza sessuale pluriaggravata che, al termine di un’indagine lampo portata avanti dalla procura, lo scorso 23 settembre un trentunenne pistoiese era finito in carcere, colpito da un’ordinanza di custodia cautelare emessa dl gip del tribunale. Difeso dagli avvocati Pamela Bonaiuti e Letizia Zabaroni, ieri mattina, l’uomo, di cui, per ovvi motivi di tutela della giovanissima vittima, non scriviamo le generalità, è comparso davanti al giudice dell’udienza preliminare, dopo che il pm titolare del fascicolo ne ha chiesto il rinvio a giudizio. I difensori hanno avanzato la richiesta di rito abbreviato condizionato, affinché il processo venga celebrato immediatamente davanti al gup a condizione però di poter ascoltare due testimoni. Il giudice l’ha accolta fissando la data del processo per il 13 settembre.

Il giorno in cui finì in carcere, i carabinieri gli sequestrarono il telefono cellulare, nella cui memoria vennero trovate numerose foto della nipotina, anche senza vestiti. Tra gli elementi che costituiscono il fascicolo della procura, anche la denuncia sporta dai genitori della bambina e il resoconto dell’audizione protetta in cui la piccola aveva ripercorso con una psicologa il suo lungo calvario.

Ciò che, attorno alla metà di agosto 2023, aveva spinto la bambina a confidarsi con la mamma (lo zio le aveva ripetuto più volte di non raccontare mai a nessuno quello che succedeva tra loro due) era stato il cambiamento avvenuto nel tipo di attenzioni nei suoi confronti da parte dello zio. Troppo pesanti per poterle sopportare ancora.

La madre, per non mettere ulteriormente a disagio la figlioletta, aveva ascoltato il suo racconto con apparente calma ma con il sangue che le si era gelato nelle vene già alle prime parole. Quindi, con il permesso della bambina, aveva raccontato tutto a sua volta al padre. Quindi, la decisione di rivolgersi a un’amica psicologa e alla pediatra, e di andare a sporgere denuncia una volta fatta visitare la piccola in ospedale.

Scattate le indagini, gli inquirenti avevano avuto la certezza della veridicità del racconto della bambina dalle modalità con cui aveva poi ripetuto ciò che era accaduto in quegli ultimi anni, di ciò che lo zio, dicendole che era bellissima, le faceva nonostante lei gli dicesse che non voleva.
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