Il Tirreno

Pistoia

La storia choc

Pistoia, marito violento via da casa dopo anni di maltrattamenti

di Massimo Donati
Pistoia, marito violento via da casa dopo anni di maltrattamenti

Scatta la misura cautelare dopo l’ultima aggressione contro la moglie con l’uomo che l’ha picchiata e poi le ha stretto le mani intorno al collo

17 luglio 2024
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PISTOIA. Quando, rincasato ubriaco come al solito, ha visto quelle due bollette sul tavolo della cucina, è corso in camera inveendo contro la moglie che era distesa sul letto. «Ti ammazzo, sei una p*****a» le aveva urlato, per poi saltarle addosso e prenderla a pugni sul torace e stringerle le mani attorno al collo. Una stretta dalla quale la donna è riuscita a liberarsi mordendogli un braccio e spingendolo via con i piedi, telefonando quindi a un amica per chiedere aiuto.

Cos’è successo

Quello accaduto il 6 giugno scorso è stato solo uno dei tanti episodi di violenza che si sono susseguiti nel tempo, quasi da quando, vent’anni fa, allora giovanissima, la donna era arrivata in Italia per ricongiungersi con il marito dopo un matrimonio combinato a distanza dalle rispettive famiglie. Fatto sta che questa volta, a mettere fine alla lunga catena di offese, minacce e violenze, ci ha pensato, su richiesta della procura, il gip del tribunale di Pistoia, che, in seguito alle indagini svolte dai carabinieri, ha disposto nei confronti del 46enne operaio vivaista la misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alla moglie e ai figli, con l’applicazione del braccialetto elettronico per assicurare il rispetto delle prescrizioni.

Le indagini

Maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate i reati contestati all’uomo. Come accennato, a chiamare il 112 quella sera era stata un’amica della donna, che, in quei frangenti, non riusciva a ricordarsi il numero dell’emergenza. Quando i carabinieri erano accorsi sul posto, l’avevano trovata in lacrime davanti all’ingresso di casa, con ancora sul collo i segni lasciati dalle mani del marito. Ai militari aveva raccontato quello che era accaduto poco prima e anche ciò che aveva dovuto subire nel corso degli anni. Anche se non tutto, per vergogna, come avevano poi testimoniato il fratello e un’amica, che in più occasioni erano stati testimoni, diretti o indiretti, dei maltrattamenti. Come quella volta che il fratello, per puro caso, scorgendola da lontano mentre si dirigeva correndo verso la stazione, stravolta, era riuscito a raggiungerla sui binari in tempo per impedirle di gettarsi sotto un treno in un momento di sconforto.

Le testimonianze

Dalle testimonianze era quindi emerso che il 46enne operaio era spesso ubriaco e che in quelle circostanze scatenava tutta la propria rabbia e frustrazione contro la moglie, anche alla presenza dei figli piccoli. E anche quando era sobrio, non le rivolgeva praticamente mai la parola, se non per offenderla e minacciarla. Così come non contribuiva al mantenimento della famiglia: il proprio stipendio lo spendeva praticamente in alcolici.

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