Il Tirreno

Pistoia

Il caso

Senza lavoro e con 4 figli occupa una casa sfitta. Il dramma di una madre: «Ho sbagliato, ma sono stata costretta»

di Lorenzo Carducci
La sede della Spes in via del Villone
La sede della Spes in via del Villone

Pistoia: la donna, 41 anni, si trova con un procedimento penale aperto per il reato di occupazione abusiva di un immobile ad uso pubblico

07 febbraio 2024
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PISTOIA. «Non è giusto quello che ho fatto, ma con quattro figli mi sono sentita costretta. Non ho appoggi in zona e non avendo credenziali lavorative nessuno mi dà una casa in affitto. Io però voglio essere a norma, non è da me vivere così. In più mi piange il cuore vedere i ragazzi con la paura di aprire gli scatoloni perché pensano di dover andare via da un momento all’altro. Non dormo più la notte in questa situazione, se mi buttano fuori non so come fare».

A parlare è una mamma in grave difficoltà, con una figlia di 21 anni e tre maschi di 15, 13 e 8, quest’ultimo autistico e affetto da un grave deficit cognitivo: ritrovandosi senza lavoro e senza un posto dove stare, ha occupato una casa popolare di proprietà della Spes.

Tra l’assegno riconosciutole per l’invalidità del figlio più piccolo e il mantenimento corrisposto dall’ex marito, Rosa Ricciardi, 41 anni, potrebbe permettersi anche di pagare un modico affitto, ma nessuno è disposto a darle un alloggio in locazione, senza una busta paga o una fideiussione bancaria. Così adesso si trova con un procedimento penale aperto per il reato di occupazione abusiva di un immobile ad uso pubblico, ma soprattutto con l’urgenza di dover risolvere il problema casa per sé e per la propria famiglia. Nella nuova sistemazione dalle parti dell’ex ospedale, Rosa è entrata lo scorso settembre.«Era vuoto – dice – ci stiamo stretti ma non è un problema, ci adattiamo».

La speranza per il momento sarebbe quella di poterci restare, in realtà se l’appartamento era vuoto probabilmente significa che necessita di interventi di manutenzione prima di essere riassegnato.

«Quando mi sono trovata la polizia municipale fuori dalla porta (a dicembre, nda), mi sono autodenunciata e ora ho questo procedimento penale – continua – Per l’assistenza sanitaria di mio figlio ho chiesto anche il cambio di residenza, ma non mi è stato dato. Qualcuno mi ha consigliato di tornare a Napoli, ma sono venuta via che avevo 18 anni e in più non posso far saltare nemmeno un giorno di terapie a mio figlio, altrimenti regredisce. E anche gli altri sono cresciuti e hanno fatto le scuole qui, non posso sradicarli. La scorsa settimana la responsabile della Spes mi disse che questo lunedì sarebbero venuti e che se non avessi consegnato le chiavi di mia spontanea volontà sarei stata sfrattata coattivamente. Poi però non è venuto nessuno, io ho chiamato la mia referente dei servizi sociali, mi ha rassicurata sul fatto che il Comune mi aiuterà».

Della situazione si è interessato l’avvocato Giuseppe Roscitano: «Abbiamo chiesto agli organi competenti se fosse possibile far restare la signora e i suoi figli dove sono ora, di assegnare loro un alloggio d’emergenza – spiega il legale – Siamo in presenza di una donna disoccupata, con un bambino assistito da una struttura per la sua patologia (la Fondazione Maic, nda) e ad ora impossibilitata a fornire le garanzie reali richieste per prendere in affitto una casa. Ne ha occupata una presa dalla disperazione. Se ci sono i presupposti per lasciarla lì sarebbe meglio, lei ha anche chiesto alla Spes di pagare un affitto. Se la Spes può farle un contratto lei pagherà regolarmente, ha già fatto gli allacci per luce e gas».

Rosa cerca anche lavoro, del resto per tanti anni, fino a prima della pandemia, ha fatto le pulizie e poi ha lavorato in un locale a Piteglio.

«Ai colloqui di lavoro non mi prendono per la mia situazione familiare» racconta. I servizi sociali la seguono da qualche anno, perlopiù per questioni legate all’assistenza sanitaria dell’ultimogenito e per altri aspetti organizzativi. Il problema abitativo sembra tuttavia non trovare soluzioni.

«Quando ha avuto bisogno si è rivolta ai servizi sociali, che l’hanno sempre accolta e aiutata, lo può fare anche stavolta assieme al suo avvocato – dice l’assessora al sociale e vicesindaca Anna Maria Celesti – I nostri servizi (compreso lo sportello della casa, nda) saranno disponibili a farsi carico dei suoi problemi e nei limiti del possibile a trovare una soluzione».

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