Crollo al convento di Pistoia alla festa di nozze, parlano gli sposi: «Qualcuno è responsabile di quanto accaduto, i nostri avvocati sono al lavoro»
Degli oltre 64 feriti dopo il cedimento del solaio nel salone della struttura in località Pontelungo tre risultano ancora in terapia intensiva: in 17 restano ricoverati
PISTOIA. Tre dimessi rispetto a lunedì 15 gennaio. Scende ancora, da 20 a 17 stando all’aggiornamento del pomeriggio di martedì 16 gennaio, il numero di persone ricoverate (i feriti all’inizio erano 39) a seguito del crollo del pavimento all’ex convento di Giaccherino, avvenuto nella serata di sabato 13 gennaio durante una festa di nozze.
Dei 17 ricoverati, tre risultano ancora in terapia intensiva (due a Careggi e uno che da Lucca è stato trasferito all’ospedale Santa Maria Annunziata di Bagno a Ripoli) ma non in pericolo di vita.
Dieci sono degenti in condizioni stabili, nei vari presidi ospedalieri coinvolti nella risposta alla maxi emergenza attivata a partire dalle 19, 20 della sera del dramma dalla centrale del 118 – oltre al San Jacopo di Pistoia anche appunto gli ospedali di Lucca, Pescia, Prato, Empoli e nell’area fiorentina il San Giovanni di Dio e Careggi – mentre la gestione dei restanti quattro pazienti è quella dell’Osservazione breve intensiva (Obi) , prassi utilizzata per quadri clinici di minore gravità.
Contusioni, ferite, fratture e stato di shock, le conseguenze più diffuse della terribile caduta da quasi 5 metri di altezza da parte degli invitati che stavano ballando in una delle stanze al primo piano del convento e che prima si sono visti aprire una voragine sotto i piedi e poi sono finiti in quello che un tempo era il refettorio dei frati Francescani minori.
Con riferimento ai due sposi, dimessi senza particolari postumi, parlare di shock è quanto meno un eufemismo. Come nella foto sul lettino del pronto soccorso la prima notte di nozze, si tengono ancora la mano per superare il trauma. Paolo Mugnaini e Valeria Ybarra, 26 anni entrambi – il primo insegnante laureato in ingegneria originario di Lastra a Signa (la famiglia si è trasferita da poco a Scandicci) e la seconda manager laureata alla Luiss di Roma originaria di Houston, Texas – si erano sposati il 13 gennaio a Fiesole.
Poi il trasferimento a Giaccherino per la festa, finita in anticipo sfiorando la tragedia. «L’esistenza di responsabilità di natura civile e penale per quanto accaduto ci ha indotto a rivolgerci, per la tutela dei nostri interessi, agli avvocati Alberto Corsinovi e Federico Bagattini del Foro di Firenze – hanno fatto sapere i due coniugi – la cui presenza servirà anche a preservare la nostra intimità e riservatezza in questo momento particolarmente difficile della nostra vita. A loro affidiamo le comunicazioni future con la stampa».
L’avvocato Bagattini predica calma. «Abbiamo conosciuto i ragazzi nella sera di lunedì 15 gennaio perciò è ancora presto per tutto, ma sicuramente non è un bel momento, la situazione che hanno vissuto e stanno vivendo lascia dei segni indelebili» afferma.
L’inchiesta aperta dalla procura di Pistoia per lesioni colpose e disastro colposo non vede ancora nessuna persona indagata.
«Non c’è stato ancora modo di collaborare con la Procura ma accadrà presto – aggiunge ancora l’avvocato Barattini – probabilmente in settimana chiederemo che i ragazzi vengano sentiti».
Nella prima riunione investigativa con il procuratore capo Tommaso Coletta, svoltasi nel pomeriggio di lunedì 15 gennaio, sono state organizzate le attività di indagine.
A partire dalla presa in consegna di tutta la documentazione relativa alla destinazione d’uso, ai collaudi, alle certificazioni di sicurezza del monumentale complesso di Giaccherino, di proprietà della “Rinascimento srl”, amministrata da Roberto Tonti e Aldo Fabrini.
Accertamenti di natura amministrativa a cui si aggiungeranno poi quelli tecnici di carattere strutturale e ingegneristico, oltre all’audizione delle persone che sono a vario titolo coinvolte.