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Quarrata, i Giuntini e l’amore per il pane. Una storia lunga un secolo e mezzo

Quarrata, i Giuntini e l’amore per il pane. Una storia lunga un secolo e mezzo

La scoperta fortuita del primo avo della famiglia che si dedicò all’attività

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QUARRATA. L'anno scorso il Panificio Giuntini di Quarrata ha festeggiato i suoi primi 120 anni. Quest'anno invece, il 23 settembre per la precisione, l'attività ha stappato lo spumante per celebrare i suoi 150 anni di attività, producendo per l'occasione un tipo di pane speciale, detto "pane di Silvione", dal nome del capostipite della dinastia di fornai. Un pane speciale, fatto con farina con germe di grano macinata a pietra, che riporta alla memoria proprio il sapore e la fragranza del pane di una volta.

Ma, com'è possibile che nell'arco di soli 12 mesi l'orologio della storia sia corso così velocemente tanto da far trascorrere ben tre decenni? A svelare l'arcano provvede Nicola Giuntini, della penultima generazione di storici fornai quarratini: «La festa per i 120 anni di storia del forno Giuntini fu bellissima e mai e poi mai ci saremmo potuti immaginare che, nemmeno un anno dopo, avremmo festeggiato un altro anniversario ancora più importante. Il tutto è nato da un dubbio che tutti noi avevamo riguardo alla professione di Silvio Giuntini, il mio avo che, nel lontano 1902, assistette sua moglie Gioconda Innocenti nell'acquisto di un terreno dove, in seguito, sarebbero sorte alcune attività di famiglia».

L'atto originale non è mai stato ritrovato e l'alone di mistero su cose facesse in realtà questo trisavolo, ha sempre accompagnato la vita della famiglia Giuntini. A dipanare la matassa ha provveduto di recente Enrico Bettazzi, ex dipendente della Caript che, tagliato il traguardo della pensione, si dedica con la sua associazione Postalista a ricerche storiche e a ricostruzione di alberi genealogici. L'intuizione di rivolgersi a lui è stata geniale, come dice appunto Giuntini: «Enrico mi ha spiegato che gli atti di nascita di un tempo, in mancanza del codice fiscale come adesso riportavano, oltre alla genitorialità, anche la professione del padre o di entrambi i genitori. Era stato così durante gli anni del Granducato di Toscana e il Regno d'Italia, che nel 1861 gli succedette, continuò a utilizzare questi due parametri proprio per identificare una persona al netto di eventuali omonimie».

Il lavoro di Bettazzi si è rivelato prezioso, oltre che velocissimo, come fa notare ancora Nicola. «Enrico ha consultato, con grande perizia, gli atti di nascita del Comune di Quarrata (fino al 1959 Comune di Tizzana) che, da qualche anno, sono online. Ha potuto così risalire a un certificato di nascita recante la data del 23 settembre 1873. Si tratta dell'atto di nascita di Dario Giuntini, figlio di Silvio. Il documento riporta che il padre di Dario, in quella data svolgeva l'attività di bottegaio. Ora, in quell'epoca, soprattutto nei luoghi di campagna la gente era solita produrre il pane direttamente a casa. Erano appunto le botteghe di alimentari le uniche a infornare per vendere. Quindi, grazie a questo certificato, abbiamo potuto retrodatare l'attività di famiglia di almeno 29 anni».

Grazie alle ricerche di Enrico Bettazzi, è stato anche possibile appurare che Raffaello, padre di Silvio, esercitava la professione di "proprietario" (si suppone terriero) mentre Luigi, l'ultimo Giuntini a cui si può risalire (siamo ai primi dell'Ottocento) svolgeva l'attività del "pigionale", vale a dire un agricoltore che prendeva in affitto i campi che poi coltivava». La conoscenza completa delle sue origini di panificatore è quindi motivo di vanto e di incoraggiamento per quest'autentica dinastia che, adesso, ha nei giovani Johnatan e Tommaso i fornai di ultima generazione.

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