Pistoia, da Fabrizio Tesi una proposta ai creditori della Vivai Bruschi
«Disponibile a rilasciare beni in affitto, se serve». Coldiretti: servono nuovi strumenti anti-crisi
PISTOIA. La polemica sull’insolvenza della Vivai Bruschi ha finito per diventare una patata bollente nelle mani di Coldiretti Pistoia. In ballo ci sono ancora quasi 6 milioni euro di crediti vantati da una settantina di aziende vivaistiche pistoiesi che reclamano i loro soldi.
A essere tirata per la giacca è anche Coldiretti che ieri mattina ha convocato una conferenza stampa “per ribadire alcuni fondamentali elementi di verità”. C’erano il direttore Simone Ciampoli e Fabrizio Tesi. Quest’ultimo in doppia veste. È presidente dell’associazione dal novembre 2017 ed è anche il legale rappresentante della Giorgio Tesi Group, l’azienda che nell’ottobre 2016 ha fatto un accordo con i vivai Bruschi, salvando 40 posti di lavoro e sanando le pendenze per altri 19 lavoratori già dimessi. Inoltre, proprio Coldiretti suggerì (prima della presidenza di Tesi) la procedura di “Composizione della crisi di sovraindebitamento” che – secondo Coldiretti – avrebbe consentito di far recuperare qualcosa ai creditori.
Due aspetti che, inevitabilmente, hanno finito per confondere le acque: «Questa vicenda nasce un anno prima della presidenza Tesi. Coldiretti non è entrata nelle dinamiche aziendali che portarono all’accordo – ha voluto puntualizzare il direttore - Solo dopo l’intervento della Giorgio Tesi Group, Coldiretti si impegnò per trovare una soluzione giuridicamente accettabile perché anche altri nostri soci sono coinvolti in questa vicenda. La soluzione indicata fu accettata da Bruschi e accolta con relativa soddisfazione, considerati anche gli insignificanti risultati ottenuti dai creditori nelle decine di precedenti crisi aziendali verificatesi a Pistoia nell'ultimo decennio».
Una procedura che si sarebbe arenata in seguito alle istanze di fallimento presentate e non andate a buon fine in primo giudizio: «Ci auspichiamo che Bruschi riprenda il piano e lo presenti a breve – dice Tesi – perché il rischio è che alla fine solo le aziende che hanno pignorato – supera il milione di euro l’importo complessivo dei pignoramenti - dei beni avranno qualcosa e le altre non avranno nulla».
I debiti vantati dalle aziende vivaistiche pistoiesi si aggirano tra i 5 e i 6 milioni di euro, maturati nell’ultimo triennio di gestione: «Si tratta di 70/80 tra piccole e medie imprese vivaistiche: alcune vantano un credito di 3-4 mila euro e altri 300-400 mila. I grandi creditori, invece, si contano sulle dita di una mano» spiegano Ciampoli e Tesi ribadendo «l'assoluta disponibilità a colloquiare come sempre fatto con tutti i soggetti coinvolti».
«Se i dipendenti e gli ex dipendenti Bruschi sono stati tutelati da questa operazione con la Giorgio Tesi Group – dice Tesi - altro discorso deve farsi allo stato attuale per la sorte dei creditori. Ma riconfermo nuovamente la mia disponibilità a discutere del rilascio di alcuni beni presi in affitto, se questo servisse ad esclusivo ed inequivocabile vantaggio dei creditori: sia per velocizzare i tempi di rimborso, sia per far aumentare le risorse destinate alla soddisfazione dei loro crediti».
Coldiretti ha sottolineato come la vicenda Bruschi non sia stata l’unica accaduta a Pistoia e che ci sono stati «precedenti casi di crisi, risolti a danno dei vivaisti fornitori e dei lavoratori rimasti senza impiego, senza alcun ammortizzatore sociale e con scarso clamore mediatico». Proprio per evitare che situazioni del genere si ripetano, Coldiretti organizzerà dei tavoli tematici. Il primo è in programma per il prossimo 5 febbraio e «si discuterà di strumenti innovativi – dice il direttore - riservati ai soci Coldiretti. Il primo riguarderà la stipula di accordi per linee di credito studiate per contribuire alla ripresa del vivaismo. Il secondo è una polizza cumulativa che garantirà i crediti anche delle piccole aziende da insolvenze e ritardi nei pagamenti".