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L’intervista

Giorgio Perinetti: «Inzaghi, la squadra, la piazza. Sì, il Pisa ha tutto per arrivare»

di Andrea Chiavacci
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13 novembre 2024
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PISA. Con il campionato di Serie B fermo ai box per gli impegni delle varie Nazionali è tempo di bilanci a poco più di un terzo dall'inizio del campionato. Giorgio Perinetti, direttore sportivo di esperienza pluriennale sia in Serie A che in B, fa il punto della situazione parlando della fuga dei nerazzurri di Filippo Inzaghi. Un tecnico che conosce molto bene per averci lavorato, e vinto un campionato di Serie C, a Venezia nella stagione 2016/2017. Perinetti ha da poco concluso la sua esperienza in C all'Avellino dove è stato esonerato un mese e mezzo fa insieme all'ex tecnico del Pisa Michele Pazienza.

Direttore, si aspettava una partenza così forte da parte del Pisa?

«No, in questi termini non me lo aspettavo. Ma conoscendo Inzaghi, che ha sempre un impatto molto deciso sulle squadre che prende, ero convinto che potesse fare bene. Il Pisa era reduce da campionati molto alterni ma Inzaghi ha dato subito un'identità e una certa mentalità alla squadra. Questo è fondamentale in un campionato dove la continuità deve diventare il tuo pregio maggiore. Il Pisa mi dà l'impressione che sia destinato a durare in un campionato sempre imprevedibile. Ci sono le caratteristiche che servono per reggere la davanti».

Che tipo di allenatore è Inzaghi?

«Io lo presi per guidare il Venezia in C dopo l'esperienza al Milan in Serie A. È un tecnico che è migliorato perché ha una grande volontà e un desiderio di far bene. È ossessivo nella ricerca del miglioramento e del raggiungimento della vittoria. Da allora è molto migliorato. A Venezia ha stravinto un campionato da neopromosso contro avversarie come Parma, Reggiana e tante altre. Mi sembra sia in grande crescita».

Lei conosce bene anche Stefano Moreo, quanto è importante per Inzaghi l'attaccante milanese?

«Moreo lo presi dalla Virtus Entella proprio per quel Venezia, poi abbiamo realizzato anche un ottima plusvalenza quando venne ceduto al Palermo. Si tratta di un giocatore che tutti vorrebbero avere per quanto si spende per la squadra. È un attaccante che non ha solo la finalizzazione in mente. Ci sono centravanti che se non segnano sembra che non abbiano neppure giocato, per lui invece, anche se non fa gol, la presenza in campo è sempre significativa. Lavora e si spende tanto per i compagni ed è fortissimo di testa; sia in fase conclusiva e soprattutto in fase di intercetto. Un calciatore fondamentale per il calcio di oggi nell'economia di una squadra. A Venezia segnò tanti gol, realizzando anche reti decisive come a Padova e a Parma».

Secondo lei il Pisa ha le carte in regola per arrivare in fondo?

«Il campionato di Serie B è il più imprevedibile che esista. Sono possibili sia le grandi rimonte che le grandi delusioni. Io credo però che il Pisa sia una squadra in grado di tenere. Inzaghi, oltre alla mentalità data alla squadra, conosce benissimo le insidie della B e può governare questa partenza lanciata. Dovrà ovviamente guardarsi dal Sassuolo, che per la rosa che ha è la favorita d'obbligo, e anche dallo Spezia, che sembra non mollare. Ma sì, il Pisa ha tutte le carte in regola per reggere».

Tramoni può essere l'uomo in più?

«In Serie B il collettivo è fondamentale ma è chiaro che Tramoni è un ragazzo con dei colpi in grado di spaccare le partite».

Lo vede pronto per la Serie A?

«Dipende da lui. Per un giocatore con le sue caratteristiche paradossalmente può essere più facile giocare in A che in B. C'è un tasso tecnico più alto e maggiori tempi di gioco in A, mentre in B si gioca con più aggressività. Può essere un vantaggio per lui».

Qual è fin qui la sorpresa in positivo e quella in negativo?

«Lo Spezia sta facendo un grandissimo campionato sull'onda del finale della passata stagione. Le delusioni fino a questo momento sono tante. La Sampdoria non mi ha mai convinto del tutto, pensavo che potesse avere delle sofferenze. Stesso ragionamento che faccio per il Bari. La squadra invece dalla quale mi aspettavo di più è il Palermo. Hanno fatto grossi investimenti, grande società e ottimo allenatore ma per ora sta andando sotto le aspettative».

Il mercato di gennaio quanto può incidere?

«Non lo considero decisivo. È difficile trovare giocatori determinanti a gennaio, è un mercato che serve soprattutto per fare ritocchi. Complesso stravolgere una squadra in corsa. Qualcuno può trarne vantaggio, però è un mercato difficile da interpretare. La squadra vincente si fa a giugno».

Allora quale può essere un altro fattore decisivo?

«Mi permetto di aggiungere che la cosa determinante, se non decisiva, per il Pisa in questo campionato, può essere la spinta del pubblico dell'Arena. Questo fattore può fare davvero la differenza».

Ultima cosa: quando la rivedremo in pista?

«Non mi aspettavo che il telefono squillasse così presto e così tanto, adesso però voglio prendermi il mio tempo».

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