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Pisa, Stella Maris: aperto il cantiere per costruire il nuovo ospedale

di Francesco Loi
Pisa, Stella Maris: aperto il cantiere per costruire il nuovo ospedale

In corso i lavori di bonifica, la prima pietra dopo Pasqua

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PISA. Da alcuni giorni sono iniziate le “grandi manovre” nell’area di Cisanello dove sorgerà il nuovo ospedale della Stella Maris. In corso la bonifica e il disboscamento, oltre a creare i vialetti per il passaggio dei mezzi da lavoro. «Questo nuovo ospedale sarà un miracolo», così Giuliano Maffei, presidente della Fondazione Stella Maris, in occasione della presentazione della donazione dell’Unione Industriale Pisana (di cui scriviamo sotto). «La ditta ci ha chiesto un mese di tempo per la preparazione dell’area di cantiere – ha aggiunto Maffei – meteo permettendo. Stiamo cercando la data per la cerimonia di posa della prima pietra, che dovrebbe avvenire subito dopo Pasqua».

Il contratto di appalto per la costruzione del nuovo ospedale è stato firmato lo scorso 2 agosto. Una data non casuale: era infatti il 2 agosto 1958 quando, con protocollo d’intesa tra l’Opera Diocesana di Assistenza di San Miniato e le Cliniche Neurologica e Pediatrica dell’Università di Pisa, la colonia marina Stella Maris di Calambrone (nata nel 1955) si trasformò in Istituto Medico Pedagogico e iniziò così l’avventura italiana e internazionale nell’assistenza, riabilitazione, didattica e ricerca delle fragilità neuropsichiatriche dell’età evolutiva.

Posizionato tra via Bargagna e via Cisanello, il nuovo ospedale, proprio per la sua collocazione geografica, potrà assistere pazienti molto gravi. «Inserito nell’area dell’assistenza biomedica di Cisanello – sottolinea la Fondazione – svilupperà sinergie assistenziali con il policlinico multi-specialistico e potenzierà la ricerca con gli enti scientifici (Università, Cnr, Sant’Anna, la Normale)».

La superficie costruita sarà di circa 12mila mq. Dal punto di vista urbanistico si tratta di 10.039,95 metri quadri di Sul (Superficie utile lorda). Le aree esterne, che rimarranno di proprietà della Stella Maris (comprensive di viabilità, aree a verde, parcheggi e aree pavimentate), sono di circa 24.440 mq. A queste si aggiungeranno 10.890 mq di parco urbano (da cedere gratuitamente all’amministrazione comunale) per un totale di circa 18.800 mq spazi verdi. La superficie complessiva è di 29mila mq. All’interno ci saranno una caffetteria e una libreria per bambini. I colori e i materiali caldi renderanno accogliente ogni ambiente. Il costo del complesso è di 28 milioni e 800mila euro, di cui 4 milioni per l’acquisto del terreno, a carico della Fondazione Stella Maris. Gli appaltatori sono Cmsa Società Cooperativa e Fiorini Impianti Group srl. La durata dei lavori è stimata in quasi tre anni.

«Il nuovo complesso – si legge sul sito della Fondazione dedicato proprio al progetto – nasce per creare un rapporto nuovo e di sostegno reale all’intera famiglia. Un ospedale dalla forma “leggera” che si inserisce armonicamente nel parco che lo attornia, come vele issate a guardare il cielo di uno speciale veliero bianco, a ricordare il viaggio del bambino nel percorso di cura. La nuova struttura avrà elevati standard di accoglienza, comfort, sicurezza e tecnologia applicata alla diagnosi, terapia, riabilitazione e ricerca».

«Mai come in questo momento c’è bisogno di strutture adeguate per la presa in carico dei disturbi neuropsichiatrici – dice Giovanni Cioni, direttore scientifico della Fondazione Stella Maris –. La posizione del nuovo ospedale è strategica, accanto all’ospedale di Cisanello e ai servizi della città nel settore. Gli accessi al pronto soccorso pediatrico sono aumentati del 50 per cento. Abbiamo bisogno di più ricerca e sono oltre 50 i progetti in corso. Per questo è importante essere vicini ai poli dell’Università, ma anche del Cnr e della Scuola Sant’Anna».

Nell’attuale area di Calambrone rimarrà la sede direzionale, ospitata nell’edificio di viale del Tirreno 331. Resterà anche la sede di Imago7, il Centro di Ricerca che utilizza il tomografo 7 Tesla, primo e unico in Italia e uno dei pochi di questa intensità nel mondo, impiegato per progetti di ricerca finalizzata nazionali e internazionali. «Per il resto del complesso l'ipotesi al momento al vaglio – si legge ancora nel sito della Fondazione – è la sua trasformazione in un polo di alta formazione. La fattibilità dovrà essere ancora verificata».

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