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Pisa

Le testimonianze

«Barbara Capovani, una donna di scienza»: i ricordi del compagno e degli amici nel giorno del compleanno della psichiatra uccisa – Video

di Sabrina Chiellini

	A sx Barbara Capovani, da sx Pietro Gustinucci, Paolo Spagnolo, Patrizia Pacini, Tullia Rainaldi, Michele Bellandi, compagno della psichiatra uccisa, e Raffaella Menconi
A sx Barbara Capovani, da sx Pietro Gustinucci, Paolo Spagnolo, Patrizia Pacini, Tullia Rainaldi, Michele Bellandi, compagno della psichiatra uccisa, e Raffaella Menconi

Oggi la dottoressa uccisa avrebbe compiuto 57 anni. Le testimonianze nella Giornata internazionale delle donne nella scienza

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PISA. Oggi sarebbe stato il 57esimo compleanno di Barbara Capovani, la psichiatra uccisa sul lavoro nell’aprile 2023. Nella Giornata internazionale delle donne nella scienza, l’associazione “Barbara Capovani” ha deciso di ricordare – nella doppia ricorrenza – il suo tenace impegno come donna nella scienza, oltre che come madre e amica. Fondata per iniziativa di familiari, amici e collaboratori, l’associazione porta avanti i molti progetti che la dottoressa Capovani aveva promosso e avviato in campo medico e sociale con il coinvolgimento di istituzioni, professionisti, associazioni. 

«In meno di un anno dalla nascita dell’associazione – dichiara Michele Bellandi, presidente e compagno di vita di Barbara Capovani – abbiamo ricevuto l’adesione di moltissime persone che hanno saputo leggere e interpretare, oltre la tragica cronaca dei fatti, lo spirito con cui Barbara svolgeva il proprio lavoro e i valori sui quali aveva incardinato la sua vita. Grazie all’attività di soci, associazioni e volontari abbiamo messo in cantiere diverse iniziative che oggi, nel giorno del suo compleanno, ci piace considerare un omaggio alla sua memoria».

Dalla collaborazione con Controluce, l’associazione di volontariato penitenziario, è nato un progetto per l’acquisto di alcuni condizionatori. L’altra iniziativa riguarda l’avvio del progetto di Pet Terapy, di cui si sta facendo promotrice assieme ad Agbalt (Associazione genitori per la cura e l’assistenza ai bambini affetti da leucemia e tumori) . Un progetto finalizzato a realizzare un servizio permanente di pet therapy in favore dei pazienti del reparto di oncologia pediatrica dell’Ospedale Santa Chiara e di quelli del Reparto di psichiatria Spdc, che era diretto dalla dottoressa quando è stata aggredita da un suo paziente, condannato all’ergastolo in primo grado. Nel corso di quest’anno si svolgerà la terza edizione- la marcia ludico-motoria Pisa Ten dedicata a Barbara, che si svolge all’interno della Mezza Maratona di Pisa, organizzata dal gruppo sportivo Leaning Tower Runners a supporto dell’associazione per Donare la Vita Onlus. Andrea Fagiolini, professore ordinario di Psichiatria all’Università di Siena, e Paolo Spagnolo, direttore dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Pisa ricordano così Barbara Capovani, donna di scienza.

Una storia quella di Barbara Capovani che ha lasciato il segno. «Durante la sua vita, Barbara ha sempre mostrato un impegno straordinario come psichiatra, dedicandosi in modo instancabile alla cura dei pazienti e alla promozione della salute mentale. Questo impegno continua a essere vivo e a produrre frutti anche dopo che l’abbiamo perduta. Nella sua carriera, Barbara ha sempre dimostrato una forte sensibilità verso le persone più vulnerabili e ha cercato costantemente un equilibrio tra il rispetto della dignità individuale e la sicurezza dei pazienti e della comunità» dice Fagiolini. «Molto difficile parlare di Barbara scindendo dal rapporto umano che ci legava – aggiunge il prof. Spagnolo – Era un’amica cara e non passa un singolo giorno senza che il mio pensiero vada a lei. Tuttavia, se posso permettermi di valutare Barbara come medico e come donna di scienza, io credo che sia stata straordinaria. Questo pensiero l’ho elaborato da anni e quindi prescinde completamente dalla tragedia della sua scomparsa precoce. Barbara aveva la rarissima dote di essere simultaneamente una dottoressa di campo e una fine teorica. Empatica, non aveva paura di sporcarsi le mani in corsia, credeva nel lavoro fatto di ore ed ore di dedizione e abnegazione, ma nel frattempo aveva la voglia di studiare e di capire, di approfondire anche temi ortogonali alla psichiatria. Era curiosa di scienza, di fisica, di cosmologia. Era affascinata dal parallelo fra universo, evoluzione stellare e cervello umano e connessioni neuronali».


 

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