Da studente a lavoratore (nel digitale), ma niente casa: «Vivo da amici». L’odissea di un 27enne in Toscana
Si è laureato a Pisa dove ha deciso di fermarsi a lavorare: «Ma ci sono costi impossibili e alloggi da incubo, vi racconto la mia esperienza»
PISA. È in città da otto anni. Qui si è laureato e ha deciso di fermarsi a lavorare. Ora un mestiere lo ha – è entrato a far parte dell’azienda di consulenza digitale Binatomy – ma non riesce a trovare casa come quando era studente. «Da due mesi sono ospite di un amico: tra prezzi alle stelle e case da incubo, non riesco a trovare una sistemazione», confessa il 27enne Enrico Puggioni. (Qui il report sui costi).
Che tipo di alloggio cerca?
«Ho un lavoro a tempo indeterminato e vorrei una cosa tutta mia, ma mi dovrò accontentare di una stanza. E trovarla è un’impresa».
Perché?
«Costano troppo. Di monolocali sul mercato ce ne sono pochissimi e sono tutti sopra i 500 euro al mese. Non che le stanze siano più economiche: per meno di 300 euro non si trova nulla».
Che zona preferisce?
«Il centro, ma cerco un po’ ovunque. Lavorando principalmente smart working, la zona è meno importante».
Al momento che soluzioni abitative le hanno offerto?
«Ne ho viste un paio, ma in condizioni tremende. In generale, i proprietari non mettono a disposizione neanche l’essenziale. C’è chi ti chiede di comprare tu i mobili o arreda le case con mobilio vecchissimo. Spesso ci sono problemi agli impianti: in una casa che ho vissuto non funzionava il termosifone della mia camera e la temperatura d’inverno arrivava a otto gradi».
Oltre al rapporto qualità-prezzo, quali altre difficoltà incontra?
«La prima è quella di riuscire a distinguere tra annunci delle agenzie e annunci dei privati. Trovare questi ultimi nei siti è un’impresa. Molti annunci non dicono che chi affitta è un’immobiliare. Lo scopri solo dopo che telefoni».
Oltre ai siti web, dove si trovano gli annunci?
«Nella giungla degli affitti hanno un ruolo importate i “famosissimi” gruppi Facebook. Sono il punto di riferimento per chi cerca affitti da privati e trovi anche chi subaffitta. Un altro mercato florido in città, ma dal punto di vista dei prezzi, non delle soluzioni abitative».
Quindi?
«Quindi c’è il fatto che sono un ragazzo».
Che c’entra?
«Mi vien da ridere ma a Pisa c’è ancora lo stereotipo del ragazzo che sporca più delle ragazze. In più, in molte case non sono ammessi inquilini di sesso diverso».
Era così anche otto anni fa?
«No. Ora le opzioni sono molte meno e i prezzi sono molto più alti».
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