Morto a 29 anni sull’Arnaccio: automobilista di 51 anni rinviato a giudizio
La vittima, Oleksandr Semerey, di Cascina stava tornando dal lavoro
CASCINA. È stato rinviato a giudizio per il reato di omicidio stradale l’automobilista di 51 anni di Rosignano Marittimo, che il 6 novembre dello scorso anno, lungo l’Arnaccio, travolse Oleksandr Semerey, operaio 29 anni di San Benedetto di Cascina, morto in seguito alle ferite. I familiari di Semerey si sono affidati a Giesse risarcimento danni, i cui tecnici hanno contribuito a ricostruire in questi mesi, unitamente al legale fiduciario Chiara Pierallini, quanto accaduto la sera del 6 novembre. L’automobilista, stando a quanto è emerso, avrebbe omesso di dare la dovuta precedenza ad Oleksandr. Semeray, originario della Bielorussia e residente insieme alla madre a San Benedetto di Cascina, aveva da poco concluso la giornata di lavoro in fabbrica, alle Officine Catarsi di Calcinaia. Finito il turno, è salito sulla sua moto, ma il tempo di percorrere pochi chilometri sull’Arnaccio e sulla sua strada incontrò la morte.
Mentre percorreva un lungo rettilineo in direzione Livorno, l’auto condotta dal rosignanese si immise da una via laterale, nella stessa direzione di marcia. «Secondo quanto ricostruito in maniera congiunta dai nostri tecnici e quelli della Procura, Oleksandr in quelle poche frazioni di secondo non ha avuto altra possibilità che deviare la propria traiettoria, nel disperato tentativo di evitare l’auto sbucatagli davanti. Ma ormai era impossibile: urtando la fiancata sinistra dell’auto, purtroppo è finito sbalzato sull’altra corsia, dove sopraggiungeva un autocarro» spiega Sergio Balducci, consulente di Giesse per la Toscana. In seguito allo scontro semi frontale, il corpo del 29enne venne scagliato a bordo strada, contro un albero, già forse privo di vita.
Durante la fase delle indagini preliminari il consulente tecnico della Procura, l’ingegner Michele Massaro di San Giuliano Terme, ha concluso la sua perizia sostenendo che la responsabilità dell’incidente è a carico dell’automobilista. Non sono state ravvisate responsabilità da parte del conducente del mezzo pesante che era stato in un primo momento anch’egli indagato, ma che chiaramente non ha potuto in alcun modo evitare la moto, che era andata a scontrarsi con il camion dopo lo scontro con l’auto.
Ieri mattina il giudice dell’udienza preliminare Eugenia Mirani ha fissato all’11 dicembre l’inizio del procedimento con rito ordinario davanti al giudice Cesare Cipolletta.
L’imputato è assistito dagli avvocati Gian Filippo Catarsi del Foro di Livorno e Ciro Arino di Napoli.
La parte offesa non si è costituita parte civile avendo avviato un confronto con l’assicurazione per gli aspetti risarcitori.
«Ancora una volta, è bastata una banale disattenzione per causare la tragedia: la morte di un giovane ragazzo tanto ben voluto, e con lui la fine di un’intera famiglia – conclude tristemente Balducci di Giesse – L’unico augurio dei familiari è che possa almeno servire come monito ad ogni automobilista nel porsi sempre alla guida con la dovuta attenzione».