Il Tirreno

Pisa

La protesta

Nuovi rifornimenti bellici a Camp Darby: «Siamo pronti ai blocchi stradali»

di Danilo Renzullo
Mezzi, materiali e attrezzature belliche arrivate nei mesi scorsi al porto di Livorno e destinate alla base Usa
Mezzi, materiali e attrezzature belliche arrivate nei mesi scorsi al porto di Livorno e destinate alla base Usa

In arrivo carichi provenienti dal Nord Italia, possibile mobilitazione dei pacifisti. Diritti in comune: «Coinvolta anche la polizia municipale, il sindaco chiarisca»

06 ottobre 2024
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PISA. «Materiali infiammabili». Il contenuto resta “top-secret”, ma la certezza è che nei prossimi giorni – e comunque prima della fine del mese – un convoglio di mezzi proveniente dal Nord Italia raggiungerà Pisa per rifornire i depositi e i magazzini di Camp Darby.

L’ennesimo che da inizio anno approda nella base militare statunitense per alimentare le scorte di quello che è il più grande deposito di munizioni dell’esercito a stelle e strisce al di fuori dei confini Usa e che, questa volta, potrebbe trovare l’opposizione di pacifisti e antimilitaristi che si dicono pronti ai blocchi stradali per fermare il convoglio. È quanto emerge dalle «verifiche fatte dal nostro gruppo consiliare sulle notifiche costanti che sono arrivate al Comune di Pisa in questi mesi dai comandi logistici militari», sottolinea Ciccio Auletta, capogruppo di Diritti in comune, che ha presentato un question time in consiglio comunale (sarà discusso domani, lunedì 7) sull’ultima informativa che porta la data dell’1 ottobre e «riguarda la circolazione prevista nei prossimi giorni sul territorio comunale per il trasporto di automezzi destinati alle forze armate americane, quindi a Camp Darby». L’informativa parla del transito sulle strade comunali di mezzi provenienti dal Nord Italia con «carichi infiammabili». «Chiediamo al sindaco di fare subito chiarezza ed esplicitare anche il ruolo dell’amministrazione comunale e il coinvolgimento della polizia municipale in queste operazioni. Risulta infatti che le missive sono specificatamente indirizzate alla centrale operativa della polizia municipale ed in particolare al distaccamento del Litorale», prosegue il gruppo consiliare.

Sarebbero almeno due i “carichi” che mensilmente, da inizio anno, alimentano i depositi e i magazzini della base militare in uso all’esercito statunitense. Alcuni, diretti invece in Ucraina, nei mesi scorsi sono “transitati” dall’enclave a stelle e strisce che sorge tra Pisa e Livorno che ha organizzato il trasferimento verso la Polonia, da dove gli “aiuti bellici” occidentali vengono fatti entrare nel Paese dell’Est Europa. A differenza degli ultimi carichi, arrivati direttamente dagli Stati Uniti con navi approdate al porto di Livorno e poi trasferiti nella base militare, i materiali e le attrezzature che nei prossimi giorni dovrebbero arrivare a Camp Darby viaggeranno su gomma.

Questa volta potrebbero trovare anche l’opposizione di movimenti e collettivi, che si dicono pronti a manifestare e a «bloccare i convogli». Una sorta di revival della campagna “trainstopping”, le azioni di protesta di pacifisti e disobbedienti che – con l’inizio della seconda guerra del Golfo – con blocchi ferroviari e stradali cercavano di fermare i carichi di munizioni e di mezzi militari diretti a Camp Darby per poi essere spediti in Medioriente. «Proveremo a bloccare questi mezzi, con il nostro lavoro nelle istituzioni, ma anche nelle piazze, con i nostri corpi. Invitiamo tutti i lavoratori, da chi lavora nel trasporto ferroviario a chi è coinvolto su quello su strada, a disobbedire boicottando queste operazioni militari», l’appello.


 

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