Pisa, attivisti pro-Palestina fermati e caricati al casello autostradale: «Negato il nostro diritto a manifestare»
In 50 fermati dalla polizia e trattenuti per ore mentre cercavano di raggiungere Roma. «Fermati senza spiegazioni, hanno strangolato delle persone»
PISA. Il diritto di manifestare non pare sia uguale per tutti in questo sabato 5 ottobre. Un autobus con a bordo cinquanta attiviste e attivisti di Pisa è stato fermato- e trattenuto - per ore dalla polizia al casello autostradale di Roma-Ovest, dopo che il gruppo era partito la mattina presto per raggiungere la manifestazione Pro-Palestina a Roma. Dopo un lungo stop, i manifestanti hanno deciso di fare partire la loro protesta al casello, con slogan e bandiere, spiegando agli automobilisti di passaggio (alcuni innervositi) perché avevano deciso di farlo proprio lì, non avendo la possibilità di unirsi al corteo romano. La pacifica manifestazione è stata caricata dalla polizia, arrivata sul posto con gli agenti in assetto anti-sommossa, bloccando in maniera violenta alcuni studenti. Gli attivisti hanno girato dei filmati che hanno fatto circolare sui social.
Le cariche
«A quel punto – racconta Marta, una studentessa che si trova sul posto – sono arrivate tre camionette con i poliziotti in assetto antisommossa. Hanno caricato le 50 persone, strattonando, strangolando delle persone a terra, e ci hanno mantenuti in questo stato. Fermi al casello senza spiegazione, mai entrati al comune di Roma, e non ci dicono quando ci rilasceranno». Lo stesso è successo in diversi caselli d’Italia, con gruppi di manifestanti partiti per Roma, bloccati dalla polizia e mandati indietro con i fogli di via.
Una volante della polizia li aveva intercettati al mattino presto in un casello. «Ci hanno fatto perdere tempo e poi ci hanno scortati fino a casello di Roma Ovest, dicendo che da lì ci avrebbero ridirezionato, senza spiegare come dove e perché». Anche gli studenti e alle studentesse sono destinatari dei fogli di via, che gli sono stati consegnati dagli agenti.
La manifestazione negata
Il gruppo pisano voleva aggiungersi alle migliaia che hanno manifestato in corteo per la Palestina, in un corteo che era stato vietato dalle istituzioni. Era stato invece autorizzato il presidio che è partito alle 14, in una capitale militarizzata e blindata fino alle prime ore del mattino. «Noi avevamo l’obiettivo di manifestare per la Palestina e dopo che ci hanno fermati per ore abbiamo capito che avremmo potuto farlo solo in questo contesto, al casello. Abbiamo fatto cori e bandiere, abbiamo informato le persone al casello sul perché eravamo qua e perché stavamo creando un problema a loro. Lo Stato ci ha fermati in modo illegittimo, trattenendoci per ore, non garantendo la nostra libertà di raggiungere un presidio che era stato autorizzato».