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Il delitto di Befana

Pisa, ucciso a 27 anni: arrestato il settimo indagato, preso in Francia

di Sabrina Chiellini

	Pisa, la tragica rissa
Pisa, la tragica rissa

È ritenuto coinvolto nella rissa in cui morì lyes Amri. Chiuse le indagini, uno dei presunti responsabili resta latitante

28 settembre 2024
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PISA. È stato arrestato in Francia Ataya Amdi, tunisino di 31 anni, ricercato ormai da alcuni mesi, essendo coinvolto nell’omicidio di Ilyes Amri, 27 anni, originario della Tunisia, di fatto senza fissa dimora anche se la sua famiglia è domiciliata a Pisa, ferito mortalmente da quattro coltellate durante una rissa, scoppiata poco prima del 5 gennaio scorso, in piazza Vittorio Emanuele II, sotto i loggiati delle Poste, una delle zone dello spaccio in città. Persone coinvolte nelle indagini – una è ancora latitante – raccontano di una rissa (finita con un morto e un ferito) scoppiata per motivi banali, dopo una serata trascorsa a bere.

Pare che nordafricani e georgiani siano venuti alle mani dopo un apprezzamento di troppo rivolto alla ragazza di uno dei tunisini. Le indagini sono concluse ed è stata fissata la data dell’udienza preliminare che si svolgerà il 25 ottobre davanti alla giudice Eugenia Mirani.

Tassello dopo tassello, le indagini svolte dai militari del Nucleo operativo e radiomobile carabinieri di Pisa – con l’ausilio del Nucleo investigativo del Reparto operativo e coordinate dalla locale Procura della Repubblica –, hanno permesso non solo di ricostruire il fatto ma anche di individuare i responsabili. Questo grazie anche alla verifica delle registrazioni dei sistemi della videosorveglianza civica, alle testimonianze di chi ha assistito al fatto. Oltre all’omicida sono stati individuati i partecipanti alla rissa aggravata in concorso, quattro tunisini ed uno georgiano, arrestati a gennaio, e un altro partecipante alla rissa arrestato poche settimane dopo. Mancava un altro dei partecipanti, quello arrestato all’estero nelle ultime ore, anche lui indagato per rissa aggravata in concorso.

Secondo le ricerche svolte dai carabinieri della compagnia di Pisa, risultava essere in Francia. Qui grazie alla collaborazione internazionale tra organi di polizia, è stato tratto in arresto dalle autorità locali, poiché destinatario di un mandato di arresto europeo emesso dall’Autorità giudiziaria pisana.

Sono nove in tutto le persone sottoposte alle indagini, con ruoli diversi nel fatto di sangue, comunque tutti coinvolti nella rissa sotto i loggiati delle poste.

Il badante georgiano Shota Javshanashvili, 32 anni, in carcere da gennaio, è ritenuto l’autore materiale del delitto. Durante la rissa avrebbe colpito al petto il 25enne più volte (almeno 4 anche se due risultano le ferite fatali) con un coltello di grosse dimensioni in ceramica. Una delle coltellate avrebbe perforato cuore e polmoni della vittima, causa di una violenta emorragia.

Per il 32enne l’accusa è di omicidio, rissa aggravata e porto abusivo del grosso coltello. Rischiano di finire a giudizio anche Kakhaber Bibileischvili, georgiano, 43 anni, rimasto ferito, sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di Pisa, Giorgi Kikadze, nato in Georgia, 43 anni, irreperibile; Adam Amri, tunisino, 20 anni, parente della vittima; Anoir Talbi, tunisino di 22 anni, detenuto a Livorno; Adem Talbi, tunisino, 19 anni, in carcere a Livorno; Essahbi Talbi, 37 anni, in carcere a Pavia per questa storia e per altri reati; Bassem Talbi, anche lui tunisino, 31 anni, sottoposto al divieto di dimora in Toscana e Ataya Hamdi, 31 anni, nato a Tunisi, residente in Francia.

Shota Javshanashvili quella sera, stando ai racconti, era ubriaco. Fino a quel momento aveva lavorato come badante, è sposato e padre di due figli.

A differenza di altri indagati, che hanno precedenti di polizia giudiziaria, non era mai finito nei guai da quando vive in Italia. Dopo il delitto era fuggito a Genova ma quando i carabinieri arrivarono a casa poi fece rientro a Pisa. Non solo lo incastrano le immagini ma è stato riconosciuto anche grazie a un giubbotto che indossava quella notte.

La vittima era nata a Kairouan il 23 dicembre 1996 ed era arrivato in città nel 2018.

Lavorava saltuariamente nel campo nell’edilizia, in attesa ottenere il permesso di soggiorno. Secondo di cinque figli, Ilyes viveva con uno dei due fratelli a Pisa. Mentre la madre e la sorella vivono in Tunisia.
 

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