Pisa, commessa malata di tumore licenziata. Lilt: «Lo stigma sociale della malattia è roba medievale»
Il presidente Alezander Peirano: «Non tutte le persone che incontrano la malattia oncologica sono consapevoli che esistono tutele nel mondo del lavoro»
PISA. «Alcuni datori di lavoro, privi di etica, approfittano di certe situazioni, mobbizzano e cercano di colpevolizzare il malato oncologico per farlo sentire inefficace e inadeguato, arrivando persino a licenziarlo, calpestando i suoi diritti». A dirlo è il presidente di Lilt Firenze Alexander Peirano, in relazione al caso della commessa di Pisa, malata di tumore e licenziata dal proprio datore di lavoro, la cui azienda è stata poi condannata dal giudice per discriminazione. «Lo stigma sociale della malattia è roba medievale – sottolinea Peirano -. Si infierisce sul malato oncologico che già si sente escluso dalla vita, e così viene doppiamente penalizzato. Ora basta».
«Affinché le leggi non rimangano inattuate, è necessario che siano innanzitutto i malati a conoscere i diritti garantiti, a livello nazionale e locale - ricorda il presidente di Lilt Firenze -. Dai periodi di assenza dal luogo di lavoro ai permessi e congedi lavorativi, dal part-time e smart working all’indennità di malattia. Non tutte le persone che incontrano la malattia oncologica sono consapevoli che esistono tutele nel mondo del lavoro. Noi contribuiamo a diffondere la conoscenza dei loro diritti inalienabili».